Critica Sociale XXIII - n.20-21 - 16 ott.-15 nov. 1913

316 CRITICASOCIALE si osservava che la coltura e~tensiva a cereali è una necessità organica per molte regioni d'Italia sulle quali incombe la mqledizione della mancanza d'ac– qua - che rende impossibile qualsiasi altra coltiva– zione - così ·essi hanno voluto dimostrare con prove luminose che nella maggior parte dei casi la previ– denza e l'energia dell'uomo possono assai bene _vin– cere ogni ria fortuna. Dietro iniziativa del Ministero di Agricoltura, si stabilirono campi sperimentali in tutte le provincie del Regno dove minore è la produttività, lavorando parte di questi campi secondo gli usi locali e parte in modo razionale. Nel quinquennio 1902-907 tali esperimenti, condotti sotto la guida del Giglioli e ciel Bizzozero, diedero risultati straordinari. Aci esempio, in provincia di Benevento un campo condotto con rotazione triennale a fave e a grano, in parte senza concimazione, in parte razionalmente,. diede subito i seguenti risultati (per ettaro) : Parte senza concimazione: Uscita L. 891,85, Entrata ,, 865,98 .Perdita Parte con concimazione: Entrata Uscita Utile L. 25,87 L. 811,78 ,, 605,57 L. 206,16 ,q Prendiamo un altro esempio m provincia di Gir– genti (per ettàro): · Coltivazione con gli usi locali .... 1 ,:, ,, 11 fntrata L. l98,50 ",, 1 ..• Spese ~Ò:2,o'O · Perdita L. 4,20 Campo dimostrativo L. 821,– " 208,20 Utili L. 112,80 Un ultimo esempio in provincia di Cagliari, sem– pre per la coltura del grano : Coltivazione Campo con gli UHIlocali dimostrativo Entrata L. 274,-- L. 657,50 Spe8e ,, 288,40 • 832,85 ---- Perdita L. 9,40 Utili L. 824,65 E gli esempi sono a migliaia. Chi apbia vaghezza di vedere gli interessanti particolari, non ha che da leggere il volumetto ufficiale,' pubblicato dal Mini– stero di Agricoltura, dal titolo : « I campi dimostra– tivi di concimaz~one• indiretta- del frumento »- (Ro- ma, 1909). . Da, esso i lettori potranno farsi ben convinti éhe, se ,è yero che in .talune regioni di Italia la mancanza d'acqt1a (a cui porrà in parte riparo la magnifica legge Sacchi) costringe alla coltura estensiva del frumento, sui terreni poveri, è però non meno· esatta l'altra verità, ormai consacrata da tutta la scienza agraria italiana: che il, dazio sul grano, ponendo una barriera artificiale contro la concorrenza estera, ha costituito un premio all'ignoranza, all'assentei– smo, all'ignavia di proprietari e di conduttori. . L'on. Colajanni deve aver letto il libro, a lui de– dicato e che porta una sua prefazione·, « La Sicilia cli oggi» dell'avv. Giuseppe Bruccoleri, che non· è un liberista. Si tratta di un libro su cui bisognerà· meditare. molto, perchè in mirabile sintesi riassume i mali da cui è travagliata quell'isola, degna di un avvenire migliore. Ebbene, questo Autore, il quale pure combatte così bene il semplicismo di coloro che ripetono pappagallescamente il pliniano « lati– / unclia Italiam perdidere >> -;-- oggi ·falso, sotto tanti aspetti - e che riconosce la ragione economica della grande proprietà su terre, come le siciliane, prive della umidità; a proposito del dazio sul grano scrive ~ome segue: « Dal 1901 ad oggi sono, per caso, rimaste. immu– tate le condizioni di fatto, agricole e sociali,' su cui il Colajanni - con metodo rigorosamente sperimen– tale, - fondava la sua dimostrazione e le relative con– clusioni? O ve ne hanno di mutate, e quali? « Ecco l'esame che brevemente occorre fare, ap– punto per seguire quel metodo sperimentale e posi– tivo che crediamo preferibile ad ogni altro. cc I punti essenziali di natura economico-sociale su cui il Colajanni fondava la necessità del dazio, erano: a) impedire. la depressione dei salari, anzi agevolarne il rialzo; b) arrestare la disoccupazione e quindi an– che l'emigrazione. « Ora, nell'ultin:io decennio, si è enormemente svi– luppato questo· fen!)meno dell'emigrazione - speGial– mente nel Mezzogiorno e in Si,cilia - il quale ha avuto per effetti non dubl;il il rialzo dei,~alarl e la fine della disoccupazione. D'altra parte, le ·co~ct:izioni, jn cui l'ultima Inchiesta Agraria ha trovato l'agricolturq ' sièiliana, sono ·così poco dissimili da ·quelle del 1885, e i,l progresso è stato talmente piccolo, da I orni re la prova che neanche. il protezionismo· abbia esercitatò sui prop·rietari quella spinta al progresso, che di tale politic·a poteva essere una delle giustificazioni es·sen-' zia/i . .« Se, dunque, il rialzo dej ,salari è stato raggiunto per altra via, e per questa via stessa la disoccupa– zione agricola nel Mezzogiorno è scomparsa; se l'emi– grazione ha assunto, ormai,, carattere, ·permanente e tende a mantenere invariabi'le l'equilibrio ristabilitosi nel mercato del lavoro; se da:lla politica protezionista poco o nessun vantaggio è derivato al progresso agri– colo siciliano, i fini sociali, che soli potevano giusti– ficare il dazio sul grano, sono esulati e non resta, invece, che il danno p_er il lavoratore non emigrato di pagare il frumento a più caro prezzo. « Queste mutate condizio.ni, quindi, consiglierebbero quell'abolizione che prima p oteva apparire inoppor– tuna o nociva ai fini sociali, principalmente nel Mez– zogiorno d'Italia,' specie se il prezzo del gr.ano - ·come pare ~ tende sempre più al rialzo ». · IL DAZIO SUL qRANO È ROVINOSO PER L'AGRICOLTURA ITALIANA. - n dazio, sul grano però non è soltanto inutile e ingiusto. Le ripercussioni sue sono così vaste, che si· può ·dire, senza teina di errore, che I le gravi imperfezioni, da cli-i la nbstra agricoltura'. è 1 ancora viziata, sono state determinàte per. una parte preponderante dall'esistenza di esso. - A tale dazio infatti si devono : 1 ° la grande molteplicità e promiscuità delle colture, la quale contravviene al principio• della spe-. cializzazione, che anche nella impresa agricola sérve a garantire una elevata produttività; 2° l'estensione della coltura agraria a terreni di grartèle inclinazione e molto elevati, invadendo il regno della selvicoltura e della pastorizia. Ecco come riassume quésta situazione di cose· il Va– lent_i (1) : · « Questa invasione deleteria _è. la caus;i. precipua dell'isterilimento di molti terreni; e del s-ommovi– mento· a cui .sono condannati interi gruppi o .catene (1) Vitalia ·ag,·Ìcolà ~al 1861 al 1911 {Tip; ·dell'A.ccàd~Jnla <lel Un– _cel, 1911).

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