Critica Sociale - XXIII - n. 19 - 1-15 ottobre 1913

296 CRITICASOCIALE potammo - l'atteggiameilto di tutta quanta la Camera, di fronte ai maggiori problemi. Il fenomeno salient6 è il progressivo sparire di tutti i partiti e la loro con– centrazione definitiva, di front.e ai due Gruppi socia– listi, ai quali anche vien meno, quanto più si procede, l'appoggio degli elementi più avanzati delle frazioni che un tempo si dissero affini. Le tabelle ci. ragguagliano altresì circa la diligenza o frequenza comparativa dei" .singoli Gruppi, essendo intuitivo che la mancanza ai piu importanti appelli no– minali .significa assenza e disinteressamento sistematico da tutto il lavoro parlamentare. Un facile calcolo ci apprende che il primato dell'assenteismo è tenuto dai repubblicani e dai socialisti di destra, non presenti neppure alla metà di quelle votazioni; i radicali ne presenziano più della metà, e quasi i due terzi i so– cialisti di sinistra e i cattolici. Nor. NOTIOINA PERROVIARIA ,, Una l cuna dslla piattaforma socialista ? Il ferroviere i;,uigi Zeccb i, da Bologna, ci scrive: Il programma elettorale ~ocialista trascùra un pro– blema importante e preminente: la riforma delle ta– riffe ferroviarie. Indarno, nella Critica Sociale, fin dal numero. del 16 aprile 1911, mi ingegnai di richiamare l'attenzione degli organismi di di{esa proletaria .su cotestp pro– blema che ha la più intima attinenz·a e solidarietà con la materia clei trattati doganali - per cui sarebbe forse opportuno che ogni r·adicale modificazione di tariffe venisse rinviata alla scadenza di questi ultimi, al 1917 (Ì). In realtà solo ie classi padroual1 ~e ne occu– parono e - si capisce - n·el proprio esclusivo inte- · resse. La Commissione governativa di studio conclu– deva in~anto le sue· lucubrazioni, inspirandosi al cri– terio strettamente fiscale o di bilancio, che mira ad ottenere il più alto reddito dell'esercizio, piuttosto che ad agevolare gli· scambi, av'vantaggiando l'ec~nomia nazionale e concorrendo a infrenare il rincaro delle sussistenze. È, dei resto, il principio - Rentabilitiit e non Produktivitiit - che il no~tro esercizio di Stato; a spizzico, ha già più volte applicato, a dispe~to dei v.oti della Commissione Reale del 1898. La coerente applicazione di tale principio finirebbe per l'incarare perfino quegli alimenti, che sono l'ultima dsorsa della iudigeuza - le castagne, le patate, i succedanei del pane. A proposito di provvedimenti contro il caro-viveri! Ma. le Camere del ·Lavoro, come ho detto, le Camere federali degli impiegati, la Confederazione del Lavoro, quelle dell'Impiego pubblico e privato, ecc., ignorano affatto questi problemi. Ciò che ancora è p:ù strano, si sforzano di ignorarli le stesse organizzazioni di ferro- . vi eri (il Botlettino dell" Un'ione iJ?1,piegali ferrovia1•i non lia for~e soppresso, come cosa superflua, la rubrica degli iniziati studi 1 ariffarii? !), paghe di Jeticare fra loro o di disputarsi l'osso Rpolpato delle Rappresen– tauze nel Parlamentino. Eppure, dacchè l'insurrezione del ceto commerciale e inrlu,triale ha indotto· a s·o– spendere l applic11zione delle ultime modificazioni alle (Ì) Nella Critica del 16 aprllè 1911 sbozzai anche uno schema -di provvidenze; che ml i,arevano particolarmente Invocabili nell'lnte: resse proletario. · tariffe, il proletariato avrebbe ancora modo di interlo– quire, anche profittando della agitazione el11ttoral-e. Insista la· Critica Sociale, e insista Gino Bagliòni - al quale i ferrovieri augurano vittoria uella lizz~ elet– torale in cui è impegnato - e insistano il Partito So– Òialista e i suoi candidati sulla riduzione di tariffe pei viaggiatori e per. le merci (le quali, sopratutto, " non viaggiano per diporto ,, , come ammoniva, inas-coltato, l'on. Rubini), e invochino magari una nuova e più vasta Commissione di studio, la quale abbia mandato di affia– tarsi con le Commissioni che p1'eparano la rinnovazione dei trattati commerciali. Perchè la politica estera si fa con la diplomazia, con le armi, coi trattati doganali e con le· tariffe ferroviarie; similmente, dentro i confini, ia lottà contro il caro-viveri e contro la disoccupazione dei lavoratori, l'incremento delle industrie e delle mer– cedi, la ricchezza e ·1a pace interna delle nazioni trag– gono sp1nta e presidio da:i vantaggiosi regimi doganali e ferroviari. LUIGI ZECCHI. . . . 'I ) l t . I '..> ~ I .. • ~ • ' • ' In tesi di massima lo Zecchi ba mille volte ra– gione, e nel:lsuno è più disposto a darglierla di noi, che, insieme col Bag-lioni per l'appunto, e con lo Zecchi medesimo, non· ci ristemmo dal.. .. seccare il prossimo, lungamente e a molte riprese, trat– tando in queste colonne i problemi ch'egli ram– menta, ed altri ctella stessa inòole - ma con qual frutto? Col bel frutto che lo Zecchi dolorosamente con- stata: E allora? . · Come tutti gli " specializzati ,,, lo Zeccb( ba la illusione facile e tenace; egli pensa di potere oggi ancora - e in questa fuggitiva vigilia elettorale - interessare, forse, al ~ema che gli è caro, l'o– pinione del proletariato. Noi contro simili illu– sioni siamo immunizzati; la qual cosa molto con– ferisce al La nostra quiete interioi'e: .Veda un po' lo Zecchi come è fatta in generale la propaganda elettorale,. anche sul tema, ben al– trimenti ponderoso, .del protezionismo dog·anale - col quale · (secondo egli afferma con ragione) le tariffo ferroviarie hanno un rapporto diretto - m·a del quale hanno una importanza di g.ran lunga minore. Poi rifletta un tantino e.... tragga. le con– clusioni! Non si tratta di colmare una lacuna d_ella piat– taforma. Questa è abbastanza minuziosa così come sta, e, a volerne fare un elenco di tritte le cose desiderabili, di_verrebbe una litania. Nel problema del caro-viveri, in quelli dei· lavori pubblici e delle dogane,, che la piat~aforma esl?ress11mente segnala, la matei·ia 1 ferrovia1Jia -~i ingfaba 11 e si ~ddentella inevitabilmente in mille gui~e, La lacuna è in tutta la mentalità del Partito - a?zi ~ei partiti {sotto_ questo aspetto, in Italia, s1 eqmvalgono un po' tutti) - e delfo masse in generale; è nel 11\etodo della nostra propagànda e della nostra azione.- · Gli scacchi; che subì, ·e che meritò di subire, quella che fu chiamata la corrente " riformista del socialismo - sopratutto li meritò per esser; stata cosl fiaccamente riformista - banno anche essi concorso a rimettere in onore nel Partito le generalità vnote e inconcludenti, a d.etrimeJJto dei problemi di sostanza e dell'azione concreta - a detrimento della '' tecnica ,, ; la quale, poi JJOn in altro consistenòo che nell'art., del saper fare quello che si fa, è la base di ·ogni -seria eò efficace politica, come di ogni seria ed efficace azione in ogni campo: è la condizione impresciudibile per non lavorare a vuoto o, peggio, a profitto di ciò che si vorrebbe combattere e scalzare. . . Altra esperienza da rifare - altro tempo che

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