Critica Sociale - Anno XXIII - n.15 - 1-15 agosto 1913

CRITICA iSOCIALE 229 di quesbo ,Lavoro elettorale. Poteva toccar-e a q,u.ailulJl– que ,altro, a F'<l:r:a, ,a Ameglio, a Toassoni, a Sals.a. M,ii il Sen,abore Sping.airdi non aveva neanche una ragione per andiair.sen-e.E, per sostitui,re Leonardi Oattolica, l'eroe dei D.a,rdanelli pareva scritto in ragione stessa de•l « misliero » che ·lo circonda e ohe acuisce il ri– sultato psioologk,o della leggenda presso il grosso po- polo. - I f,a:nfaroni -nazi,on,alisti esuJ.teiran1J1-0. Questa -nomtn,a è vana ,c,ome tutto .il loro p8irlito, come, tutta J,a. mag– gior,anz,a, è uno sointillio, uno sfavillio di ·spume, ohe n-uLl'a,contengono in sè, ma che, con ,le .Joro i-ride– scenz.e, disliragg.ono ,l'occhio. P.er l'ora e per il s'Ìgni– fioato, questa nomina rieccita tutte le millantatrici p,assioni del qu.a-rto d'ora nazional,ista·. F,orse un ,giorno il Governo dovrà esso pure •ram– marioa,rsene; quando sentirà di dov-er frenare le pre– tese insopportabili dei marinisti della Lega Navale! Ma quel tempo è oosl lontano... mentre le elezioni sonio ,a. ottobre! E il Governo non sa oome meglio oon– traostaire il passo .a,isocialisti, che avanzando egli stess·o ,con a'l!daci<a s,f,rontata, Abbasso la guerra! gridamo quel.Ji. Viva la guerra! ri,sponde qu,es,t'altr:o. « Viva la guel'l'al » « Viva M,iUo!.. ~ Mia, moo,Lre i ·s·ociaJi-sti, i quali 1J1onparla1J1,oche .a,J proletairiato, hanno già, insi,eme col grido « ,abba,sso la. guerra! », mess•a un-a pia,tt,a&ol"IIl:a. che a Luigi Luzzatti è pa;rsa savia, tem- . ·peraita e non, repugnante -all'idea liber:ale, il Gove:mo, il quale pretende parlare ,a tutti, e per tutti gli uscenti, fi!nora non mostra di av•er altro programma, che « Viva la g,uerr:a! » e « Viva Mino!». :e: veramente tr-oppo p,oco; iJI' vuoto rintirona beffar– damente sotto i colpi dei t:amburi. li legionario. I GRANDI PROBLEMI DELL'URBANESIMO I polmoni dei maggiori centri, e la necessità, nella loro circumzona, di piani regolatori intercomunali. Il minacciato sparire di altro superbo giardino a Milano, quello che, annesso al palazzo dei mar– chesi Rocca Saporiti, stendesi sopra vasto quaµri– latero regolare fra via Cappuccini e il bastione di Porta Monforte, e così un ulteriore rattrappirsi dei polmoni già tanto ridotti del nucleo centrale della città; la controversia scoppiata a Greco Mi- , lanese tra i fautori e gli avversari dello bpezzet– tamento amministrativo e della parziale o totale annessione a Milano ; le ripetute inchieste prefet– tizie sull'Amministrazione comunale di Musocco, provocate dai proprietari e dagli esercenti toccati nella borsa dagli amministratori socialisti ; pon– gono nuovamente davanti all'opinione pubblica la questione grave, eppure così attraente, dell'edilizia pubblica delle grandi città. e dei rapporti tra il Comune principale e i Comuni minori circostanti. Che Milano sia povera di spazi verdi entro tutta la cerchia del Naviglio e nei parallelepipedi fra la Stazione e corso Buenos Ayres, è una verità pur troppo sentita da chi vi abita. e soffre tutti i guai della agglomerazione in case di vecchio tipo, troppo alte per l'angustia. dei cortiletti e delle vie. Ancora qualche giardino privato occhieggia, col suo bel colore smeraldino, dalle grandi porte di corso Venezia, via Monforte, Monte di Pietà e delle laterali d i Monte Napoleone ; ma pur troppo - osserva.va. il Secolo - " gli antichi signori non possono conservarli, i :r;movi signori non sanno apprezzarli ,, e, aggiungiamo, il Comune non sa valutare la perdita irreparabile, per la comunità, dello sparire di un giardino anche privato, e il danno conseguente alla salute pubblica e quindi alle finanze municipali. Ben lo sanno e lo sentono i parigini questo danno, essi che, dalla speculazione privata e dalla imprevidenza degli amministratori, si videro ru• bare i giardini e gli spazi liberi da palazzi-ca– serme, la cui espropriazione costa oggi lagrime .... d'oro (1). E invocano un'azione intelligente ed energica, sollecita dell'igiene e dell'estetica, per ricuperare quelle oasi. E invidiano Londra, alle cui macchie verdi e riserve di aria libera, già tre volte e mezzo più ampie che a Parigi, e sempre crescenti, risponde il costante abbassarsi della mor– talità, e dove i 40 milioni spesi in 15 anni per creare dei parchi co~tituiscono un investimento ad altissimo. interesse, se si guarda al capitale umano; e, con Londra, le altre città inglesi, Li– verpool, Manchester, Sheffl.eld, Birmingham, Edim– ·burgo, Dublino, Cardiff, tutte in fervida gara a moltipltcare gli spazi liberi ; e, in America, New York, che non esitò a pagare sin 2500 franchi al metro aree costruite, per ·raderne al suolo le case e sostituirvi giardini, e Whasington, Cincinnati, Bo1;1ton,Saint Louis, Chicago, Filadelfia, che spe– sero allo stesso scopo centinaia di milioni di dol– lari. Ed esaltano, .pur facendo la · grimace sui risultati estetici, l'azione razionalmente proseguita dalle città tedesche per trasformare, in cinquanta anni, abbellendola, la loro pianta topografica. E alla Norvegia, alla Svezia, all'Olanda, dove i piani regolatori delle città sono obbligatori, contrappon– gono l'Italia, che li ha facoltativi, e dove per ciò, a cominciare da Roma, o per insipienza, o in· omaggio alla retorica, si massacrarono insieme, irreparabilmente, l'estetica e l'igiene (2). Milano soffre della stessa anemia di globuli verdi (3); e mal si ripara lasciando invadere da palazzi a quattro o cinque piani, sia pu;re ornati da tronfie decor11,2ioni in cemento, i pochi bei giardini del centro, che, se fossero stati compresi nel piano regolatore, il Comune, acquistandoli, avrebbe fatto, e farebbe, sotto il triplice aspetto, economico, igienico ed estetico, un ottimo affare. Non meno grave è il problema dell'espandersi della città oltre i confini del Comune amministra– tivo, e insieme dello sviluppo, informato a criteri anche peggiori, dei'Comuni finitimi, onde un coo- (I) Veggansl le Relazioni del deputato Cornudet al disegni di legge, di cuJ si parlerà più Innanzi, nelle quali si lamenta ehe, all'atto della dispersione delle numerose Congregazioni, grandi proprietà furono vendute a vii prezzo, a esclusivo vantaggio di speculatori, perden– dosi una occasione unica per ooneervare al pubblico parigino grandi aree piantate di vecchi alberi. Peggio ancor&: allorchè venne sop– presso li " Mercato del Templo ., si vendette il terreno, su cui si costruirono altre case, scambio di raddoppiare ·u vicino sq11are, già Insufficiente per un quartiere oosl sovralrollato.· (2) GEOROES RISLER: Lts plans d'ami,aaqtment ti d'txtenslon dts vmts. Supplément aux .Annalts ,i,. Musét Soclal, novembre 1912. - Edlt. Rousseau, Parie. . (SJ Nella parrocchia di s. Lorenzo si addensano 876 persone per ettaro, In quella di S. Vincenzo In Prato 689. Or si pensi che • le_ml– gllorl condizioni edllisle, l'abbondanza d'aria e di luce, Indipenden– temente dalle condizioni di affollamento delle abitazioni, valgono In alcuni casi &d &bbaasare llllo a meno della métà le quote elevate di mortalità ohe la miseria trae Inevitabilmente con sè •· È • questa I& conclusione olll giunge Il prof. Giusti in una sua memoria su • l'ad– ,i........,,.,,.to come ca11So modlfkOlna della correlazioflt r,·a lo stato ecanomko della popolo.notu e , f,nomm, d,moqraflcl • (Firenze, Ricci, 11115), onde Il dovere di • mantenere alle città, che hanno I& tortona di possederli ancora, I grandi giardini e _spazi llberJ, rl• masi!, come polmonl vlvlftoatorl, In meazo &U'abltato •·

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