Critica Sociale - Anno XXIII - n.15 - 1-15 agosto 1913

CHITJCA SOCIALE Ov,iglio, ·ammiruistruto dai sociali-sli, .J.oradia, per au– menta:re, se ben, ricordo, lo ,stanziamento deH-a ref.e– zi,on,e. La P11efottu•ra, che s'era, proposta d,j ,seooa,re. l'una e •l'altra Ammi·nistrazione, ,obbliga SoI,ero a oa.n– oellare le trenta lire della mes,s,a, p-erohè a questi -chim~idtl •Lu,na, ,nets1S~n0 più ,crede al ma,locchi-o, e Ovi– glio, a oonseirvar.Je, pe.r.ohè non, è lecito offerudere il · sentimento religioso di tanta paTte de!J.a pop,oTazic;me! Tutto . ciò è ·,cosi utile alla... ,co,nservazione, che i.I Governro ,s,i gura.rdia bene da all!argar,e un po' la cinturai a:lrl'autonoini.a comunale, e• i ,ol,erioali ,s,ioonten– ta,no •_di titillare ,l'ugola dei picooli propri,etari promet– tendo cinque ,oen,tes•imi meno di ,impo•sta e un c:an– tuoci,o di p•a,radi,so ,come di·vidend,o, delle ,1,CJII"o Casse Rurali. « Rag.ione fi,J, a.ta , » - avrebbe detto a' -s,uoi tem,p,i il pov,ero Ti-to Livio Cianchet-ti,n,i- ,pe,rchè noi si debba ri1prendiere e intensifioa,re la J.otta per -l'auto, no;mia dei Comun-i. È n•eoeS1Sra•rio, • he Ja vita dei Comuni rurali sia. pe•r– meata dai bis,ogni diei lavorato,ri -d-ella terra. Fi-nchè il Comunlj> ,rma1e Timairrà foudo indiqputato di a~ro.rii e di p11eti,,o ruo.bile arena aHe tar,dive ,ambiizi,oni poli– ti-co...ammini,st:riativ•e del fittabile aI"ricohito o. ,deH'-uffi– ciale p-e:n,s,i,on,ato, gli ,sp-iriti libe·ri, ,J,e,attività intelli– genti oontinuerranno ad emig,ra,re, ad urbanizzarsi. Unia più ·s·chi,etta e v-era autonomia, -s,pakmcando ,J.efiniestre di ,o,ttomila M,unioipii e s,c;acci-a!lld,one i wgni ohe vi si– s-ono rain!llìdati, coadiuveTebbe molti-ss.imo a 'J'e,nde•re poss,ibHe ,la,vita ~el viUa,ggi,o. E la picoo,J,a,pr:o,p,rietà non ,ci avrebbe ohe d'a guadagnare. *** A •cihe·servano le -leggi f,atte·,s,e,nz,a il conco:ns-oa.'ttivo degli interessati, lo, dimostra, magnific,a,mente la fogge sulJ.e municipalizzazioni. Niell'el,enco <lei 19 ,s,erv-iz!ohe i Comullli pos,sono as– 'f>Uffilel'e·, n ol!Jv,e,,n'hai che \r,e aco~ssibHi, 8!i 1 pì,oooli Co– muni rurraH: •impianto· ed ,esercizio· di- farmacie; oo– ,struzi,one ,ed ,esercizio di molini e ·di foTni norma,li; sta•biLimento•e ,re),ativa v-endita di' ,s.emenza,i e ";ivra,idi viti ed altre pi.ante aTbocr-ee ,e fruttUere. li seoondo - cioè il ,solo ohe po,t·rebbe da11eat Comune un <l-Ìlscl'eto utile, libe,rand,o i oontadini ,d,a,JJ'a,ggioe&os&o del mu– gnaio - è p•raticamente iniattu:abile perohè manca .al piceo,J.o,Comune -il ,credito pei ne-cesoori ,oapitaH d'im,– pianto. li terzo (vivai, eoc.) è pioco,la cosa, nè po– tr,ebbe· ,rigrnaTdaire ohe, pochi,ssimi Comuni. Il primo - l,a frurmacia - per tutti i ·Comun-i ,che contano meno, di tremi·J,a abitanti, è un fa-nimerut'O.I 326 Co– muni -rurali, ad esempio, della Provincia .dì J\less,an- . dria, han,no, una. media d.i 1360 abibairiti.·' A ohe -serve· dunque ques,ta legge per gli ottomila CoIDun,i rurali d'Italia? Nè è •da ,s•uppo·r:I'eohe miam– ,chi,no.i servizi che ,potrebbero venire da. essi mooi– ,cipalizziati, col dopp,i.o vantaggio che il non mai a·b– bastanza ,compianto ,prof. Giovanni M-ontema.rlini, ,nel– la s,ua,opera clàssicia·, pone a fondamento di ogni mu– ni,c;i,p.alizz,azione: profitto peT le finanze comu ,na.li , e profitto per ,),a, ·geoorra:litàdegli ammini-stratì. Un eoom– u,no: ,)e, miaioclline ag-ri,co.J.e:Chi non &a quale. eso.so ,s..f•ruttamento si esercita Stili piocoli p•roduttori dai propriietair! delle trebbiatrici! La Sezione di Monte– caS1tel10deLla Ass-oci.azi,one,p-icooli pI'opri,etari, ohe si propose di aoqu~sbare in coope·rativa urna trebbfa.trice, mi den,unoi>ava testè un l8isso, pagato sin qui, del 6 e diell8 pèir oonto, ohe solo per i grandi prop,rietairi scende a,l 4 ·e per i g,rain<lissimi al 2. li Comune traT– rebbe da questo servizio u,n dùooreto guadagno per sè e uno ia.ssai me.ggiore pei piccoli coltivatori. Ma.non può, p_eTohè la legge ne tace, e le Amrn:inistrazioni ,ohe,tentarono -si vide-ro annullare 1-edeliberozioni dalla Prefettura. E la tre,bbiatri-oe non è che un esempio. La vinifi– caziolllle esige tOTèh!, sgranatrici, pigiatrici rileooami– ohe,. La grande, proprietà le acqui,s·ta. La ,pfoo0tla, -per averle a ,prestito, subisce una v,era usura. - I con– oim~, gli ingirassi e le s·ementi, anch'es-s,i sono oggetto di Uillavergognosa sp,e-oulazione bor&isti•ca. Ogni gior– no un nuov,o trust si annunci-a tra le fabbri,che, gLi im– portatori, i g,ros,siisti. · Il pr, ezz.os- i eleva aQ"!,ificialmenite, .senza .più aloun r,apporto ool ,oo•stodi produzione. Si dirà: no,n. basterebbe la ooop,e!"azione? - A-nche ques-ta può aiiuta,re, e la Aissociazione dei pi,cc;o.Jipro– pri-etari non, Ja,s,ci,a, di raccomandarla, mentre chiede al Parlamento i,stituti che le agevolino il ,credito indi– ,spen,sabile. Ma da sola no:n basta -certo. Imaginate voi ohe -i milane•si, scambio dell'acquedotto municipa,le, avessero istituita -l'acqua potabile -coop,erativ,a? D'aftì,on,d,e ·La municipalizzazione ore,a al Comune ru– ,rur,~l;e ,:9ual-ohe ces,p-~te ,nuovo,, di_c_uiesso:, ha, assoluta ,n.eoes,s,i,tà.Ma questo è un aspetto del probl_e,ma c;he ,non può trartta,rsi di fuga. Vi torneremo. Do!Jt. G·ruuo PUGLIESE. IN MEMORIAM ! Una epigrafe per Giovanni Montemartini. Per dio, la lapida - mi fa spavento! cantava Beppe Giusti, forse ricordando il mordace motto popolano: « bugiardo come un epitaffio ». Ma non è una lapida nè un epitaflìo, consacrato a va– nità cli superstiti, questa scritta, che la pietà affet– tuosa di un congiunto, e compagno di fede, volle apposta alla riproduzione, riservata agli amici, di una recente fotografia di quel carissimo nostro; questa scritta, ·che, sovratutto, tentò di raccogliere o di interpretare una voce erompente. dall'urna la– grimata, .... se le urne dei nostri morti dicessero al– tre parole da quelle che loro prestano le illusioni e i delirii della nostra implacabile angosci~. A OIOVANNI MONTEMARTINI ECONOMISTA - SOCIALISTA - MAGISTRATO DELLA PATRIA LA VITA FU MILIZIA - LA SCIENZA EFFETTUAZIONE L'UFFICIO IMMOLAZIONE ASSIDUA DI SÈ A LA PIÙ UMANA DELLE FEDI. A DISPERDERE OLI ALGORI E LA TENEBRA CHE FASCIANO DELLE PLEBI IL TORBIDO PRESENTE VOLLE, GENTILE TITANO,·• RAPIRE QUALCHE FAVILLA AI FUOCHI SACRI DE L'AVVENIRE. COME NEL CLASSICO MITO, LA FOLGORE GELOSA LO GUATÒ, PRORUPPE, LO ABBATTÈ - 46 ANNI! - SUL COLLE FULGENTE DI ROMA NE L'ARCE VIGILATA DAI SECOLI SU L'ULTIMA BRECCIA ESPUGNATA INDOMITO. PIANGERLO? INVIDIARLO? ONORARLO? O GIOVANI, O PROLETARII, SOLO COL FORNIRNE L'OPERA INTERROTTA QUESTI MANI SI PLACANO QUESTA PRODEZZA SI ONORA. NELL'OPERA, NELL'OPERA, NELL'OPERA, SE VIRTÙ E VOLERE VI BASTINO, RIVIVE, VINCITORE DEI FATI, OIOVANNI MONTEMARTINI. (Montù Beccaria, 19 febbraio 1867 - Roma, 8 luglio 1913).

RkJQdWJsaXNoZXIy