Critica Sociale - Anno XXIII - n.15 - 1-15 agosto 1913
CRITICA SOCIALE 235 si trovi utile di generalizzarlo (scuole elementari, assistenza medica, ecc.). - Si passa così, pei ser– vizi più importa,nti, da un.a forma all'altra di so– cialismo, dal collettivismo al comunismo. Ma il socialista del secolo xx, pur molto atten– dendo seI_Dpredalla espansione e trasformazione del Governo locale, non ·vede più, come. il so– cialista del secolo· x1x, nello Stato il nemico. Anche l'idea e• con essa la struttura·· e la fun– zione dello Stato si viene, via-via, trasformando. Quella che è nello Stato vera funzione d'imperio e· di coazione, la Verwaltung, l'autorité réga- . lienne, che disciplina la condotta e i rapporti dei cittadini, e alla quale appartengono la magistra– tura, la polizia, le carceri, l'esercito, la marina, viene sempre più sopraffatta dallo sviluppo della funzione amministrativa e tecnico-economica, la Wirthschaft, la gestion, la national houselief!ping (gestione nazionale) come la chiamano i Webb nel loro 8° articolo; la quale non ha nulla di éOerci– tivo e si esplica nei grandi servizi nazionali: poste, telegrafi, telefoni,' ferrovie e· navigaziorre, miniere e foreste, spacci agricoli di Stato, musei e biblio– teche nazionali, ecc., pei quali lo Stato si trasforma come in una vastissima Cooperativa, per soddi– sfare, con o senza monopolio, la domanda dei consumatori. Alle due funzioni corrispondono due ben diversi· ordini di funzionarf od agenti. Gli " ufficiali d'im– perio ,, non banno alcuna somiglianza con la nuova schiera sempre crescente degli addetti al servizio del pubblico. Lo Stato coercitivo, destinato a man– tenere l'ordine, suppone una società semi-civile e va sparendo con essa, per lasciar posto allo Stato della civiltà, dove l'ordine non è più in questJone, e la cui funzione è di impiegare ogni energia a • garantire il massimo progresso possibile. Il che implica due obbietti fondamentali: assi– curare le necessarie condizioni di vita civile ai cittadini dell'oggi, e salvagua.rdare ed accrescere le risorse materiali e morali per le generazioni a venire. N:è l'uno scopo nè l'alti'o, ma il secondo anche meno del primo, sono menomamente gua– rentiti · dal famoso " desiderio di arricchimento personale ,,. A guarentirli entrambi avrà invece grande importanza un'armonica divisione di attri– buzioni fra Governo locale- e centrale, la quale consenta al primo quanta più libertà d'iniziativa è possibile, ma assicuri al · tempo stesso ad ogni zona del paese un minimo comune di civiltà, me– diante una politica nazionale e generose sovven– zioni, decise da-I poteré ·legislativo. Senza dubbio''àppiirten'à a}llà:gestione' nazfonal~ tutto ciò che è naturalmente demanio ·pubblico, e no11.avrebbe mai dovuto cessare di esserlo, e vuol essere amministrato, anzichè in vista di immediati profitti, coll'ooohio teso• anche all'interesse delle future generazioni: l'acqua, le foreste, le miniere, · i fiumi, la pesca, e così di seguito. . Ma l'attrito fra capitalisti e salariati, e fra ca– pitalisti e consumatori renderà ben prestò deside:.. ra-bile anche la nazionalizzazione - a cominciare dalle ferrovie e dalle miniere - delle àltre in– dustrie maggiori, che in Inghilterra rappresentano, secondo i Webb, un capitale di oltre 37 miliardi di franchi e occupano un milione e mezzò di sala– riati, la decima parte di tutti gli operai inglesi. Se l'a.mministràzione di cotesti servizi, dal punto di vista non dei cacciatori di dividendi ma · dei consumatori e dei lavoratori, sarà altrettanto for– tunata quanto in Australia e nella Nuova Zelanda, spianet·à. la via alla nazionalizzazione di altre grandi industrie, nelle quali la concentrazione del dominio capitalistico è già formidabile; per es., la produzione del ferro e dell'acciaio. Non è facile prevedere oggi quanta parte dell11, produzione spetterà invece ai Governi locali, quanta potrà rimanere ad Associazioni cooperative volon, tarie. Il p rogresso del socialismo ba innanzi a s~ orizzonti stermina.ti. Ma tutto ciò - aziende statali, municipali, coo– perative - non esaurisce il quadro <lello Stato futuro, C'è un altro elemento essenziale da con– siderare, In e-be consista, v~dremo altra volta. ( p. I PROBLEMI· DELLA PICCOLA PROPRIETÀ III. Le due Italile nella· vita e nella legislazione comunale, La " lotta di classe ,, .fra i Comuni. Laileggenda deHe due Italie, giusta I~ qual,e il Norq. . \J.Vi;ebbJl>,a.fatto ~ seg.4i~er,ebbe a fare verw, il Sud lq parté del « ma,g.naoci.a », non è solta·pto un'abile, spe– ouiiavione elettorale e politica a scopo di difesa e di riabi.Jitazio,ne dei ,conoussori, come· parrebbe da:! fe– nomeno de•! « NaSli,sm,o » e da'! tentato « .Jivragamento » a,Ila Camera del,la Commissione d'Inchiesta sul Par. Jazz.od_iGiustizi{!. Nell'erro·re e nell'inganno di quellia legg:en<l.a,su ·cui speculano tanti furb<ie tanti disone– sti, vi è pure - ed è ciò che spiega come essa p-0ss,a reggersi - una ·pfocola ,anima di vello. Soltanto, per .accoglierla in buona fede, bisogna esse-re vittime di unia spoci,e di daltonismo, politico: bisogna tradm,re cioè, illusi da una gr-0ssola-n.a .ap.parenza, in fenomeno regionale quello .che è fenomeno assolutamente na– z1,o•nale. Le d,ue Italie· es•istono senza dubbio: ma la loro divisione, non è geografioa, ,n:on è segnata sulle· carte da un p.arollelo; il duaJ.ismo è fra l'Ita'lia agricola e .J'Ita],ia industriale e commerciale; il lani,enta:to sf.rut– tamento è di questa su quella. Nel Mezz,ogi-O'l'no, dove la,•vita indust-riale è ancora assente quasi ovunrqoo, i danni deH'.antagoni-&mo è natura,Je ohe balzino al– l'oo0hio ,più vivi, poiohè, ne,] complesso del quadro, non ·hanno contrappeso di compensi. Ma baista dilun– gami appena da.Jle mura di molte de.Jle nostre città ..suba,Jpine, per vedere •come ogni p-rovincia, si può dire, .abbia uri proprio « ì\.f.e,zzogiorno », che comincia es,attamente dove la vit.a d-ei commerci e delle indu- s~tie dilegua. . · •E invero: sii pensi •soltanto da chi - .fra l'industria e •l'.ag:riooltura- vennero accaparrali tutti i benefizi>i d,ello Stato, della politica, della legislazione. Per ohi furo>nostipulali i trattati di• commercio? a ·ohi Sii deb– bono gli otto deoimi del protezionismo che ci soffoca? a vantaggio di chi il sistema tri-butario è progressivo alla roveooia? in quali plaghe ,più si sviluppa la s.cuola, e più Io Stato la sovviene e I.a protegge? Perfi.no la legis,lazione sooiale - che· dovrebb'essere la."difesa dei ·mJiseri,sopratutto dei ·più miseri, e -I~salvaguar– dia dell'avvenire deNa stirpe, senza distinzioni - non esoe, ,neppur essa, dalle mura della città e dei gi,ossi borghi industriali; l'aria dei oampi la &paventa; lo sai tu, Turati, e lo sanno i tuoi colleghi, che nep – pllll'e riesciste finora, - sebberie qualche g:r-OSS-O fi-1.an– tropo agraTio .aiutasse ~ a far estèndere ai « ruro•li b l'assicurazione degli infortuni del lavoro. Perfi= il mililal'ismo, e queste nostre caricature di imperial,i– smo e colonialismo, se, nell'uniYersale disastro che minaooiano, potranno a qualouno recare· dei ben~fiz,ii,
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