Critica Sociale - Anno XXIII - n.13 - 1-15 luglio 1913
• 196 CRITICASOCIALE in un mastrino particolare (i famosi " fondi spe– ciali ,, della nuova contabilità di Stato ammae– strata), oppure di qualificarle, distribuirle, pastic– ciarle in guisa, che non si capiscano bene, che appaiano altra cosa da quella che sono in realtà, che sembrino magari, ai gonzi,.... incrementi pa– trimoniali! Non contestano il debito, ma lo ac– collano, più o meno vagamente, .... 'ai bilanci' fu– turi · non sopprimono dai conti la spesa che han clov~to incontrare, ma .... la pareggiano, idealmente; con le sperate esuberanze di un'annata più grassa, cli una serie di annate più grasse, le .quali, che diamine!, dovran pur venire. Dopo il mal tempo, il sereno! Costituiscono, insomma, se stessi, il proprio bilancio - tal e quale come i nostri ec– cellentissimi Ministri del Tesoro - creditori, verso il futuro,. delle spese e dei debiti presenti. Non è, . capite bene, che··uno spostamento nel tempo; e il tempo, si sa, è un galantomone. Non 'c'è azienda, a questo modo - l'on. Wol– lemborg ha cento volte ragione -· per pezzente e disperata che sia, la quale non possa figurare la più prosperosa, Questione di acconciare a ,mb– dino le scritturazioni. E dire che v'è ancora tanta brava gente oberata, tanti padrifamiglia incol– pevolmente in dissesto, che si tirano magari una revolverata nelle tempie, soltanto per non aver pensato a un uovo di Colombo così semplice, così a buon mercato - sopratutto cosi nutritivo! · * * * Si ·è detto che la·-legge autorizza coteste allegre operazioni. Si potrebbe anche crederlo, visto che la legge, in questo caso, la fa .... .il debitore; la legge la fa il Governo, ossia la fa il Parlamento su proposta del Governo, che, in Italia, fa il Par- lamento.... , Intanto, non è vero affatto. Se lo fosse mate– rialmente, si dovrebbe negarlo pur sempre, attri– buirlo a un lapsus calami, perchè anche gli im– broglioni, se appena un po' matricolati, non ha :ç.no interesse a proclamare il loro gioco. l\fa non è, e si può dimostrarlo. . ,s·., · Un articolo 16 della legge 17 luglio 1910, n. 511, ' che, pei corpi, istituti e stabilimenti militari, mo- . difica le norme della contabilità generale, dispone che, " nei casi eccezionali di chiamata aUe armi o di servizi di ordine pubblico ed in altre sim,ili contingenze, per i quali casi non siano previsti in bilancio appositi stanziamenti ,.. , il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro del Tesoro, può, mediante decreti reali, che la Corte dei Conti registra riferendone immediatamente al Parla– mento, autorizzare l'apertura, a favore del Mini-, stero della guerra, di un determinato credito straordinario sulla tesoreria centrale, per un pe-· riodo di tempo determinato. Solo se, per ragioni speciali, il Governo giudichi opportuno di non far noto il provvedimento, il decreto ha corso provvisorio anche senza registrazione, fino a che quelle speciali ·ragioni siano cessate. · Quando quel disegno di legge venne alla Ca– mera, chi scrive, prevedendo le intenzioni segrete e gli abusi a cui poteva prestarsi in mano ai Sant'Ignazii del Vaticano militare, non mancò di segnalarne i pericoli, rilevando, fra l'altro, il modo subdolo e quasi clandestino, con cui quella ~ più altre disposizioni venivano, con un successivo pa– ragrafo, estese alla Marina militare; talune anzi . a tutte le altre Amministrazioni (1). Basta leg– gere tuttavia l'inciso riprodotto in corsivo, per intendere come quella facoltà, preordinata al fug– gitivo imprevisto di un'insurrezione o di una (!} Tornata della Camera 25 giugno 1910. guerra inopinata, scoppiata a Camera chiusa o che esiga provvidenze subitanee non suscettibili _di preventiva discussione, non si possa - senza una mala fede che confinerebbe col grottesco - esten– dere a tutto un esercizio, anzi a una serie d.i esercizii e di anni, quando i fatti che impongono le spese son noti e permanenti, e 'i bilanci, che han da provvedervi, son discussi dal Parlamento; fare insomma, di una facoltà eccezionale, pertanto -non estensibile ar di là dell'urgenza e della ne– ·cessità che la giustificano, un sistema ordinario di finanza, che sopprima ogni perspicuità e sin– cerità nel bilancio dello Stato ed eluda il controllo del Parlamento e del Paese. Ma qui è il càso di concludere con una osser– ·vazione, assorbente di ogni cavillosa disputa del .genere. Ed è che la nostra questione, la questione dei " bilanci falsi ,,, generati e covati dalla guerra ~ a malgrado dei richiamo che fac_emmo alla comune legge punitiva, per chiarire la loro profonda ga– glioffaggine - non ha affatto, nè vuol avere, una . .qualsiasi ·portàta giuridica o regale. Di ·,ben· :,.ltro e di ben peggio si tratta! Non la piatta legalità è ciò che c'interessa. Più .ancora: se domani, davanti -ad un qualsiasi tri– bunale dèll'Aja, da un punto di veduta interna– zionale, nell'interesse ·dei rapporti di debito e m·El– _dito fra lo Stato. italianò e i Governi o le Banche .o i creditori -stranieri, portatori di titoli italiani, si facesse ,la meschina questione di legalità, ci sentiremmo, noi'primi, di sostenere con pierto con– vincimento il diritto assoluto dell'Italia di rovi– narsi a suo libito con tutte le furfanterie finan- . ziarie e contabili che noi stessi abbiamo illustrate. , E il motivo? Semplicissimo. Quei "falsi,,, quelle gherminelle non ingannano Un Governo, una Banca, un uomo d'affari, fosse p;ure il più scemo, ,che negozii collo Stato •italiano! Per chiunque ,viva nei grandi affari internazionali, i segreti, gli -inganni, che il Governo ·fa le viste di custodire e di ordire, sono i segreti e gli ilnganni di Pul– dnella. Le condizioni della finanza e del credito .d'una nazione e d'uno Stato sono sempre a per– fetta notizia dei Gover:ni e degli uomini d'affari, segnalate con la più immediata e costante fedeltà .da quei misuratori esattissimi e sensibilissimi,.che sono i corsi dei valori, le quotazioni di Borsa, l'ag– gio della moneta, il tasso· della· rendita, ecc., ecc.; misuratori incoercibili, automatici, incorruttibili, al_ pari dei fenomeni astronomici e degli apparati meccanici d'un Osservatorio. I banchieri intelligenti ed onesti ci dica.no , di grazia,• se questa non è la nuda e prosaica verità. Di più: se una influenza qualsiasi potessero mai esplicare sul credito le oscurità ed i pasticci di illn bilancio di Stato, le vanterie menzognere d'un Ministro del Tesoro, non sarebbe che nel senso opposto a quello che si proponessero. Crescereb– bero il sospetto, e col sospetto la sfiducia - al di là fors'anco dei limiti· ..obiettivi del pericolo, che intendessero ad occultare. _ Di ciò non · è alcuno, fra gli esperti, che non .vada convinto, anche, e tanto più, se nol' dica. Fra i convinti registriamo, per esempio, lo stesso 'prof. Riccardo Bachi, pur laddove, in principio al· :primo brano da noi citato, si atteggia, con sa– -piente malizia, a difensore .... d'ufficio delle men– zogne che riprova. Se credesse· alla loro bontà, necessità od efficacia, perchè allora le denunzie– rebbe? Ohe rimane della virtù d'un segreto che :Si grida sui tetti? · Perciò, puro e semplice bluff, favolette per ad– çlormentare i bambini, le millantate influenze pa– :triottico-finanziario-di plomatiche, per sventare le
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