Critica Sociale - XXIII - n. 11-12 - 1-16 giugno 1913

184 CRITICASOCIALE difesa, di assistenza e di previdenza, uno Stato -rera– mente democratico reca a sè e all'intera, società il più alto dei servizii. (Approvazioni). LA PAROLADEL GOVERNO. La risposta dell'on. Sacchi pel Governo - che ri•as- 1,umeremo perchè data in extenso altrove e pe,rchè in buona parte Tipete, amplifioondo, il ,suo d,is·corso7 mar– z0 nella discussione del suo Bilancio - non contestò, pur ricusandone fa spiegazione socialista. il rincru– dire de,lla disoccupazione (salvo p,er qualche plaga, dove segue•, per l'emigrazione, il rarefarsi della mano d'opera), ma - ·rimettendo prudentemente ad altra legislatura lo studio di provvidenze assicùrative, che non possono. e qui disse bene, vincere il male, ma soltanto alleviarne le conseguenze - escluse che la sola politi~ sociale dei lavori pubblici valga a rag– giunR"ere lo scopo. Lumeggiò noi l'innega,bile progres- 1,0 fatto. in questo campo, dal Ministero dei Lavori Pubblici. dagli 80 milioni di lavo,ri del 1897-98, ai 107 del 1907-08, ai 175 <li tre anni fa, quand'egli ne assunse il portafogli. ai circa 200 di -oggi, i quali « non sono J.e colonne <l'Ercole ll; dalla spesa straordinari·a ·oonso.Jidata in 60 milioni nel 1904, alla odierna di 150; con appalti in corso per al.tre 450 milioni. Specificando, ri-cordò la sua legge per le bonWche, che permise di intensificare i lavori diretti nel Mez– zogiCl'I"no,peT i quali aooordò altri 32 milioni. ie di predisporre colossali concessioni ai Consorzii nell'Alt:i. Italia. fra cui J.abonifica renràna che ne coste.rà 50 (ma diluiti in quanto tempo?), e per fa ouale si compiac– oue di essersi e!?li reso intermediario di una « s•ana alleanza » fra il Consorzio dei proprietarii e le Co-0pe– rative opernie. Le concessioni gi-à in corso oltrepasse– rebI?ero i 100 milioni. Accennò all'esistenza di un pro– g-.ramma (qui IP. cifre non ,ci sono ... perchè non c'è che il programma!) per la boni.fioa del monte, ossia p,er i bacini montani. ·eccitando (ahimè!) le Provincie a farsi .avanti e, anticipare i lav-0·ri,in nome <lei « vero cJ.ecentramento » (-si. se lo Stato non avesse, esso-. ac– r,entrato p,rima tutti i cespiti!!); accennò alle difese ::irginali e alle riparazioni per frane ed alluvioni (ouan– le se ne risparmierebbero con la sistemazione •idrau– lico-forestale dei monti, fatta presto e sul serio? ... ). ai 10 mila chilometri di servizii automobilistioi, -in cui l'Italia orimeR"g-ia, alfa legge che aE?giunse 7 milioni imnui di nuove sovvenzioni alle linee commesse al– l'industria privata, agli iniziati 1200 chilometri delle -calabro-lucane - delle quia,li. a buon oonto, f.ece ri– salire la originaria responsabilità a-i suoi predeces– sori - e alle -costruzioni ferroviarie. che si fanno ri– correndo al debito, fra cui di-ecine di milioni all'anno oer le di,11ettissime (sulla utilità di taluna delle quali, in propO'rzi-onedella spesa, sarebbe. dkiamo -noi, forse da discutere). Passando nel ,campo di altri Dicasteri, disse dei ,sussidii per gli acouedotti - 65 milioni in un e:nno e mezzo - e oer l'edilizia scolastica - 55 mi– lioni di mutui a 864 Comuni nello stesso periodo - cifra che la nuova legge 20 marzo consenti-rà di au– mentare. Ma osservò che i programmi vasti, a soade-nza Jon– bana. rischiano di restar sulla carta - come il mi– liardo di -lavori autorizzati e non ancora intrapresi, evocato ne 1 lla, nostra mozione - diohia·randosi meg-lio propenso .ai programmi immediati, « intesi come realtà che· gradualmente diviene», oocorren<lo, pel successo qualitativo dei lavori, progetti buoni e concreti, tempo toonico, Uffici ben organizzati, dei quali ultimi con– fessò la deficienza, ria!Termand-0 il proposito di rifor– ma del Genio Civile, non senza ricordare la tentata (e raggiunta?) semplificazione dei servizii nel suo M-inistero - e infine ben congegnati contNJtti e ,abili e onesti appaltatori (e qui un discreto elogio a11eCoo– perativ,e. .. senza distinzione di ,colori, purchè non spuri-e, e a.I Gov-erno che se ne vale ... e ne trae pro– fitto) e mezzi finanziarii (ecco il punto!) a dispos·ic zione. Quando- tutti cotesti coefficienti coesistano (gra– zie bante!...), il Governo non fa il sordo e autorizza le opere, come ha fatto pel Tirso e per la Sii.a, anche valendosi del1a tedeschiana « mobilitaQ:ione dei resi– dui » o ,applicando - come già alle bonifiche, e come intende fare pei baoini montani - il sistema delle concessioni per annualità comprensive di ammorta– mento e di interessi, che diluisce la s·pesa (ma s,e c'è, e qui è il difficile, chi possa anticiparl.a!) in una serie di esercizii. Onde - concluse - in sostanoo, il p-rogramma che gli interpellanti dom.anda:no, l'intensifioazi.o•ne e l'ascensione progressiva che ·re-clamano, è quello che già c'è e già si fa, non a-spirazione pel futuro, ma presente realtà - non disgiungibiJ.e, da un indirizzo di Governo moderno e democratko ... Bene! bravo! - seg-n:a il resoconto. Sì; ma con. qualche riserva ... Ecco qua: LA REPLICA DEGLI NTERPELLANTI. TURATI. Poohe parole anche a nome dei quattro colleghi che interpellarono con me, e che cortese– mente mi incar.icano di esprimere anche il •loro pen– siero. Per dire a11'on. Sacchi che non sono del tutto soddisfatto, ma... che sono soddisfatto di non essere del tutto soddisfatto. Perchè se, in seguito agli soam– biiati complimenti e in virtù <lena buon.a nostra ami– •oizi-apersonale, ci fossimo trovati proprio interamente d'aocordo ... , pr-0,babilmente ci sal"emmo ingannati l"e– •ciprocamente :senza volerlo; ·e ne avrebbe so!Te-rto J,a sincerità politica. Non sono interamente soddisfatto •oer un motivo molto semplioe. Che si voleva da no,i? Ristabilire la proporzione tra la politica militare e quella .civile; e, poichè la politica militare ebbe ed avrà quello slancio che tutti sapete, imprimere pari slancio alla politica delle imprese, :dei lavori, deHa civiltà. Ora l'on. Sacchi risponde: lo slancio, che voi chie– dete, è quello che c'è già. Il che vuol dire - sebbene aggiungesse che noo sono poste le colonne d'E-roo,le - che lo Sbato fa tutto il desiderabile; chi non si con– tenta, tanto peggio! Ma ·intanto la disoecupazione cresce 'ogni giorno fino a-Jl'esaspei;azione, minaccia sempre più, e (vor– remmo ,essere in errore, ma non lo sperfo.mo) purtrop– po cotesto doloros-o stato di cose v.a peggio11ando ogni giorno. Ora, che ha risposto il Governo? « Si fa tutto quello che si può. Di più non si può fa.re! ». Naturalmente, non abbiamo ragione di essere sod– disfatti di questo. La questione è di propo'rzione, di volontà. L'on. Sacchi trova -che ci sono tante diffi– coltà, che bisogna andar piano, lascia•r maturare le cose, eoc., ecc. Noi invece vogliam-0 che il tempo tec– nico sfa abbreviato, che si faccia molto di più. TEDESCO,· Ministro del Tesoro. I mag.giori paga– menti dimostrano che il tempo tecnico è sbato abbre– viato. TURATI. L'o·n. Sacchi ci dioe: i lavor,i pubblici non

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