Critica Sociale - XXIII - n. 11-12 - 1-16 giugno 1913
CRITICA SOCIAL·E 183 Io xingra.zio· il collega Quaglino dell'autorità ~nfe– rita, ·con la v-oce che. viene dal 'lavoro e da•l lavorò -organizza.to , a provvedimenti, che ,ebbi a p,atro-oin,a,re, ancp,e ne.Ila recente discussione del bilancio d'agricol– tura. Il pode-roso disoorso del collega Turati, che ha in- . v,estito tutto quanto il prohlema, ,si è sv,olto intomo a due id,ee centrali. Egli ha detto che occorr,e anzi tutto accresoere la .s-omm:adel lavoro, affermando oh,, _è·un problema di produzione quello che deve :essere risoluto, ed -aggiunse inoltre rifl,essi•oni, ammonimenti: ha poi sostenuto doversi assicurare ·una: più ,equa <: razionale distribuzione del lavoro nel ,temp:e. 'Mi per metto <li aggiungere- ,qualche :psservazione intes,a G disciplinare una più razionale distribuzi@ne del la v-0ro, o.Jtre che nel tempo, nello spazio; e mi rif-eris-co specialmente agli istituti ,e ai congegni del ,colloca– mento della forza del Iavoro. Ormai l'utopia che gli Uffici di collooomento- p-0-s– sano ess,ere creati dallo -sforzo dell'orgànizzazione sin– dacale oppure dalla politica municipale si è venuta abbattendo, si è -infranta contro la realtà. Vani sono stati i tentativi dei S.indacati operai, salve rarissime eooezioni, di susdta_r-e oong,egni atti dav– v,ero a distribui·re la forza del lavoro sul mercato. Vani sono stati i tentativi deUa dass-e padronale; quando quilllche Ufficio di -oollooamento è sorto per sua iniziativa, esso ebbe, più -che altro; il carattere e l'intento· di una rappr~saglia contro la class-e·ope– raia. La stessa p'olittca municipale, quando si deds,e ad occuparsi _degli Uffici d.i-collocamento, -o lo. f.eoe p-er– chè essi servissero di pretestò p,e, ·accordar,e ,sussidi, magari a fine -eil,e~toral-e, _ad istituzi,o-ni operaie·, ,rinun– ziando poi la politica stessa ad -esercitare quel con– tioll-o e ad esig,ere che per davvero le istituzioni sus- · si-diate organizzassero in modo d,ecente s-ervizi di co.1- locamento; oppure si è occupata degli Uffici <li coll-0- camento per creare contro-altari -alle o-rganizzazioni operaie. Qualche eccezione non fa che oonfermar,e la regola. · Ora sarebbe più che mai utopistico attende-rei, -oggi -ohe la dass-e- operaia è flagellata dalla disoccupazione, dalla classe• operaia stess•a uno sforzo capace <li creare, di organizzare .ques.ti congegni, se~-za <l-eiquali non vi è d_istribuzione razi<male di forze di lavoro. Più che nell'azione legislativa, nella p-rati-oa vita d,eHaamministrazione pubblica, qualche germe è stato deposto: gli Uffici di èollocainento istituiti dal Mini– .sLero della Marina per la gente di 'mare; il bilancio di agricoltura eh-e c@nsent-e tenui_ sussi<lii a favore degli Uffici di ,c-oll-0cail:entoper una sola ,categ-oria di operai, per i lavoratori applicati al)'industria de,! pa– ne; -un pr-ogetto sugli Uffici di coUocari:le.nt- o interre– gionali, per i contadini, che spero sia di imminente attuazione.. . . Ma oocor110-anda:re ben oltre; occorre che lo Stato promuova direttamente la formazione <li nuovi Uffici di collocamento, sussitjii seriamente gli Uffici eh-e si vanno ad istituire, ed oocorre sopratutto coordina.re gli, Uffici di coll-0camento d,ell-a-mano d'ope-ra de-ll'in~ terno oon gli Uffici di collocament<>-della mano d'opera ita-li-ana destinàta oltre con-fine, seguendo la linea se– gn!\ta anche di recente da .una_delle -più autorevoli e èompetenti assemblee, _queHa della sezione italiana della·« Associazione, intern-azfonalè conti·-o la dis-0-ceu– pazione involontaria,». Nè, per raccomandare e patrocina.re · questi conge– gni,- oocorre aspettare che il problema della. pr-0du– zione sia risolto-; perchè gli Stati ,esteri ci dimostrano che, appunto nei periodi in cui la classe ,operaia ;i è trovata maggi-ormente flagetlata daUa <lisoocupazion-e, essa .ha pr-emuto sui pubblici p-oteri_pe;r averli amici , e collaboratori ne-Ila creazione di qµest.i organi di di– stribuzione ·delle forze di lavoro. Mi par-e che, sintetizzando la -djsouss_ioneche (ìnora si è fatta ,sull'argomento, t,e preoccupazioni eme-rgano dalla discussi·one stessa: ottenere una maggio-re ca– pacità, dam~conomia itali.una, ad_ as1?0rbir-e maggior somma -di forz-e-di lavoro; ottenere una miglior,e di– stribuzione della forza di lav-oro; pr,ovvede_re ne•! _me– desimo tempo al sostentamento -dei lavoratori che at- tendo~o di poter essere impiegati, _ O.ella:prima di_queste preoccupazioni fu detto arn– pi,amente; d,_ellaseconda ho -detto, or ora; parlando dell-~.,attuazione di una larga e -coraggiosa poi,itica. di oollo•camento; dell-a terza dirò brevissime parole .. Bre– vis,sime parolè, poichè gli esempi ,che si vanno molti– pli•can-do, sopratutto all'-estero, sono tali e ,co;ì el-o– ·quenti da render-e c-ompl-e-tamentein-utile ogni l_urigo ·e documentato disco,rso. C'è tutta una serie <li provvidenze che ~i ;;v.olg-0-no da-Ila_trasformazione della .sempljoe assisten:za, _attra– versano il campo _d·ella p,revid,enza, per assµrg-ere a v,ere e proprie forme di assiourazi-on-e sociale. Rammentò, a proposito -di ,assistenza, uno spunto contenuto -nella dottissima relazi-one eh-e l'on. Schan– zer pr-esentàva alla Camera, a nome d,~lla. Co~mis– sio,ne parlamentare·, s-ul disegno -di Ìegge che c;re~va il -Consiglio superiore di' be-nefioenza ,e 1-eCommissio:ni provinciali·, ,e aff-ermo che, ,neIÌà trasformazione cii ta– lune Opere pie, ben s:i· potr-ebbe andare incontro ai bisogni speciali del lavor.atore che ri_mane_disoccup~lo sul posto, -oeh-e emigra, per fornirlo di un viatico -che l'organizzazione non può sempre dargli in misura ~u-f– fic-iente:. la previdenza libera, inÌegrata dalle C~sse sindacali, ma -sovv:enuta dai pubblici. poteri, Stato, Comu_ni ,e Provinci,e; ,e"finalmente la forma più alta, nobil-e_ e razi-onale, de-Il'assicurazio-ne obblig.ato-ria; che, con auda-cia veramente garibaldina, è statà all'èstero in questi ultimi• due ,anni attuata, e precisamente dal– -l'Inghilterra, che il concetto dell'assi·curazione -0,bbli– gatori-a ha osato r-ealizzare in quei• rami di industria, . in cui si ,cono-sce non soltanto la disoc-cupazione ecce- zionale, inà an~he quella stagionale. ' · Evidentemente 1-0StatÒ è inte:ressato alla più .razio– nale -distribuzione della mano d'-0p-era com-e ·alla più razionale distribuzione del costo del disoccupato, co 0 me è inter-essato al procedere ordinato del movimento operaio. Molti vedono, da un punto di vista -puramente di polizia, n-el d'isoccupa-to, un p-eric,o-loper l'ordine pub– blico; ma c'è un pericolo ben maggiore, quando un movimento· op_erai-0si svolge mediante organizzazioni pov-er,e, ,che nulla possi,edono e che, per non essere state aiutale ed integrate nè dirèttamente nè ,indiret– tamente, <li nulla dispongono. Queste o·rganizzazioni vengono -a far prop-rio- lo ·stato d'a_nimo dell'operaio disoccupato,· e, nu-Ha avendo da perdere, si disamo– r-ano dell'azione tranqu-ill-a e ordinata di lenta e pro– gr~ssiva penetrazione, per ab_bandonarsi àd altri - me- todi. - Seconda~do· Ie organizzazioni -operaie, aiµtandone i moltèplici congegni., per aceresoere i varii servizi,i di
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