Critica Sociale - XXIII - n. 11-12 - 1-16 giugno 1913
I . CRITICASOCìALE 17.1 ostilità d,ella Camera del Lavoro, della s,con,f-essione da parte del Partito socialista, a dispetto del buon senso e -dell'evidente• interesse dell-e masse organiz– zate, potesse, dilagare così irresistibilmente? Ebbene·, la spiegç1zione deU'enigma vi è data, da due sole cifre: . 20 mila operai -disoccupati in pro,vinci,a; e 40 mil,a nella ,sola città di Milano! (I) Quando in un.a oittà voi avete 40 mila disoocupati, il primo che venga in pi.azza .a gridare: «.Sciopero generale!», trova su– bito ~O mila voci ,ohe gli fanno eco. È troppo naturale. Sono tutta gente che di f.àtto è .già .in isciop-ero suo malgrado, ,e ,che dall'allargarsi dello sciope,ro -nulla certamente ha da pe•rdere e qua1cosa forse da guada– gnal'e. Da gran tempo non s'è vista in Milano la tristezza che oggi si· constata nei quartie·ri popolari. In città, come in pr,ovincia, ogni giorno fabbriche si -chiudono, Cooperative falliscono, -ribassi di salari si annunciano; ,e, da parte padr-onal,e ,come d,a parte operaia, le rottur:e dei patti di l,av:oro.spesseggiano fino .all'incl'edibile. La litigiosità diventa un',epidemia; si direbbe che ope– rai e industriali siano tutti div,enta-ti isterici. Ed è natural,e: nelle. angusti-e deUa crisi ogni pretesto è buòno all'imprenditore per chiud·ere I.a fabbrica, ,per diminuire J.e spese. Quasi -ciascuno di questi memori.ali, -da.i quali vado spigolando, chiude con l'elenco d;ei grandi lavori che furono deliberati e promessi, le cui dfre salgono a di•ecine di milioni e I.a cui esecuzione risolverebbe la crisi. Ma io non tedierò la Camera. con questa lettura, che ai! Governo d'altronde non rivele11ebbe·cose nuove. .Già troppo ·mi tarda di cavare qua.Jche conclusione da cotesta monotonia di ,cifre piene di s-conforto. Come si ripara 1 E, anzitutto, ecco la· dom.and1a che balza fuori da questà triste rass,egna: Si tratta (ecco il problema poilitioo) di un f.enomeno passeggero? Si tratta di una di quelle d-ep11essi,o,ni eco-niomiche acoiden.tali ed ,effi– mere, che ,sorgono· e si dissipano come meteore? Purtr-oppo la persistenza del fenomeno, il salire con– tinuò ,e regolare di ,queste ,curve dolol'0se, ci rivela che si tratta di ben altl'o. Chiuderebbe gli occhi al- 1',evidenza .ohi si lusingasse che una ,crisi ,cos-ì vasta, dolorosa e profonda, si -potesse d'improvviso risolvere com,e un temporale d'estate. E ,a!J.ora il quesito s'impone. Che farà Ù Governo? Come ·pensa di provvedere? Voi avete inàuguratq in Italia tutta una politica nuo– va; internà: ed internazionale, militare ,e coloniale. E, pel momento, gli effetti ,ec,onomici, sia pure che altre conoatise vi ,concorrano, sono .questi che .abbiamo con– statati. Al tempo stesso .avete .allargato il di-rito di suffragio. Avete dato la ,cittadinanza effettiva a -cinque milioni di italiani. Che cosa promette il Governo a questi nuovi citta– dini? Ha esso -delle idee? Ha esso un pian-0? Il Go– verno, c:he ha trovato un mili,a,rdo così faci1lmente per le prime spese de!J.a guerra' f'. della conquista e ha vantato di potere •con uguale facilità trovai-e altri mi– liardi, se occorre, per lo stesso scopo; ·quando pensa ùi provvedere·, e in che modo, -per quest'altra guerra., ·per lo meno altrettanto neoessaria, contro la miseria nazionale, contro la fame? Quando il fenomeno della (O Ogg; molti più, e In provlnoia e In olttò, come risulta ano·stesso • umoto del Lavoro •· (Nota della OmTicA). disoccupazi-one assume l'amp1ezza che abbirun visto, ognuno intende come sar,ebbe ridicolo parlare di urta possibile ,assicurazione dei disoccupati; è un ~orrente che prorompe ,e devasta, contro i! quale sare,bbe pue– rile pretendere di improvvisare degli a,rgini, ooi mez– zuoci della ordinaria previdenza, della occasionale fi– lantropia. Ecco perchè noi vi chiediamo una piattaforma di proposte razionali, organiche, lungimiranti; ecco per– chè _viinvitiamo.a considerare la.,situazione con corag– gio ,e con sinoerit_à. · _E anzitutto -questo v,i chiediamo: che non si parli dei ,cosidetti « lavori di soccorso)); e finisca la stu-p-ida leggenda, ,ohe. è trapelata così spesso dalla Inchiesta sulla costruzione del Palazzo di Giustizia di Roma, pe~ I.a_quale.si s~webber-0-_s,ae,cheggiate le finanze dello Stato col pretesto del vantaggio degli operai. · CHIMIENTI. Non degli operai, bensì di alcune Coo– perative, hanno detfo. TURATI. Nella Relazione dell'Lnohiesta si è par– lato quasi ad ogni pagina ,di alti motivi politici, coi quali i. varii ministri giustificavano l-0 spérpero dei milioni, le transazioni disastrose con le imprese, le commesse di lav,ori sempre più costosi, la cui urgenza er,a attestata dalla Direzione generale della -pubblica sicurezza! Non ·occorre davvero essere economiis.ti, basta la coltura più elementare e basta il sens? co– mune·, per intendere ,come tutto ciò sia -economica– mente idiota ,e politicamente immorale. V'è luogo inv,ece a domandar-e: la politica di lavoro dei due Ministeri ,competenti, quello d-ei Lavori Pub– blici ,e quello dell'Agricoltura, Industria e Commercio, è ,essa raz-ionale ed -organica come potrebbe e do– vrebbe? II Governo stesso non oserebbe affermarlo. L',onorevole Sacchi, nella sua probità indiscutibile, ha più volte ,e in diverse .ooc.asioni confessàto pubblica– mente che• la manc:anza di un piano organico sufficierl– temente· largo ed illuminato nella nostra politica dei pubblici lavo.ri er.a costata alla naziòne molto perdi- tempo e molti mili.oni spre·oati. ' Se v,olessi, ,on. Sacchi, farle un pò' di corte, potrei qui -richiamarmi a un suo bellissimo discorso, tenuto nel 1903 a Torino, e che ho esumato in questi giorni. Esso contiene una .critica serrata della -politica <li la– voro del ,Governo italiano, •oh'io potrei sottoscrivere senza ris·erve... TEDESCO, Minist,•o ciel Teso,-o. Uopo di a-Ilora Mno rnnuti parecchi piani per centinaia di milioni. (Com– menti - Interruzioni all'estrema sinistra). , TURATI. Non solo si invocava un maggiore .a'rdi– meno di ope·re utili specialmente per il Mezzogiorno, ma soprattutto si caldeggiava la riunione delle varie opere ,secondo un piano organico, si proclamava la eccellenza della bonifica integrale, che abbracciasse · insieme il monte ed il piano, l'agricoltura e l'indu– stria; s.i faceva appello alla forza dell'associazionismo cooperativo; e si esaltava anche I.a convenienza di ri– co-rrere ai debiti, ,a tempo e luogo, per le imprese produttive, s'-intende, per quelle che avrebbero susci– tato la produzione e la ricchezza e ·create· le circò– stanze nelle quali il tornaconto privato fosse stimolato e guarentito nell'interesse generale della nazione. Del resto., anche in èpoche .assai più recenti, ed anche alla Camera, l'onorevole Sacchi mostrò di .avere inteso la importanza del compJ.esso problema. Ma non basta intendere un problema; bisogna, a dati mo– menti, sapere affrontarlo e risolverlo.
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