Critica Sociale - XXIII - n. 9-10 - 1 -16 maggio 1913
136 CRITICA SOCIALE ghi meridionali e i settentrionali ». E corre per la Camera, uno sc9ncio foglietto, che s'intitola « Agenzia delle notizie», Bollettino quotidiano che si pubolica in Roma, e nel quale si .Jegge che la spiegazione di •questo giudizio, ohe la Camera sta per pronunciare a chiusura di questo triste nost-ro- dibattito, è tutta regionale ed elettoraJe; è il prodotto della sopraffa– zione del Nord contro il Sud, alla quale i deputati del Mezzogi-orno si acconciano per 'viJ.e interesse e·J,et– t-orale. « L'Estrema riv-oluzionaria - così sta s-critto - fiorisce intorno· al puritanismo e al gesuitismo settentrionale; quindi• tutti <l'accordo per il salvatag– gio del ,setlientrionale ... Perciò molti deputati annun– ziano che gli on. Abignente e Guanacino sono uo– mini a mare ... Dei colleghi meridionali, che avreb– bero il dovere <li stringersi intorno a loro, per amb·i– zione del-usa e fervente, eccitano i colleghi al sacri– fizio.. Il tessuto settentrionale è più compatto e vi– talè ... ». Or bene, io •c\ico, o signori, chè simile sconcezza non si discute! (Vive approvazioni). E aggiungo ,che i deputati meridi,ona.Ji ,onesti (io non ho autorità per dare o negare patenti di onestà, ma mi vergognerei di seguire un criterio· regionale in questa materia.) devono -sentirsi, essi primi,. la in<li– gnaz·ione nell'animo, udendo _anche solo sospettare che•, nella Camera italiana, possa esservi uno solo di noi, che faccia delle speculazioni sul-l'onore del paese, per miserabile antipatia od odio regionale. Avremo tutti i difetti; questa v.iltà non può essere pensata da nessuno di noi. (Vivissime approvazioni). Ed una parola di volo sugli altri ordini del giorno. Gli altri ordini del giprno. La soluzioneclie non risolve. I m1e1 ami-ci, Be•Fenini, Bissolati e compagni, ne propongono uno che, in verità, per -un lato, è persino troppo forte: v·orrebbe addirittura consegnar,e alcuni dei nostri colleghi al giudice· istruttore, per una sup– posta connessione. coi reati specifici di corruzione per cui sono- in carcere i famigerati Rfociardi, Silve– stre e sorzii, connessfone di cui veramente io non ho gli elementi per sapere ,s,e esista, e •non mi pa.re dall'inchiesta risulti. Con questo però di lievemente comico ... PRESIDENTE. Senta, on. Turati, non potrebbe lasciare svolgere gli ordini del giorno pTima da chi ,li ha presentati? Perchè se -lei si mette a svolgere gli altri ordini <lei giorno ... TURATI. On. Presidente, anzitutto mi lasci osser– varle che non è chiusa la discussione generale, e in conseguenza· .io pos,so trattar.e di tutto l'argomento sotto i suo-i .aspetti più varii. .. PRESIDENTE. Faccia come vuole ... TURATI. E poi, ne debbo parlare adesso, perchè più tardi ella, e giustamente, non mi darebbe più la parola ... Aggiunga: che, fra il nostro ordine del giorno e quest'altro, vi è davvero una certa connessione non foss'altro per.chè, nel passato, tra gli onorevoli Be– renini, Bissolati, ecc. e noi, fu già una tal quale parentela ... Vi è, dunque, in quell'ordi•ne del giorno una nota forse un po' troppo feroce da un lato, ma anche un po' comica dall'altro; perchè ,cotesta ,supposta con– nessione, Tiferita a fatti che, pei nostri co.Jleghi, ,sono ante·rior.i al 1905, e in gran parte al 1903, diverrebbe inefficace per eff.etto della prescnz1one quinquennale, ed anche decennale se occo.rre. Ora il mio amico Bis– so.Jati naviga da tanto tempo nella politica estera a può patì-re certe distrazioni. Ma !'on. Berenini co– me mai può aver dimenticato il Codke penale <li cui è maestro? E veniamo all'altro principale ordine del giorno. fo ne· debbo p,arlare ora: non potrei p,iù parlarne in altro momento. D'altronde, à tout seigneur tout honnew·; esso è, in qualche modo, -J'.ordine del gio-i.•no della Carnera, dei Magnati della Camera, di tutti i partiti costituzionali, della concentrazione di tutti i « deputati per bene». E il parlarne mi dispensa dal– l'occupàrmi delle specie intermedie, degli ordini del giorno di coloro, che presumono di differem:iarsi can– cellando o ,aggiungendo un avv-erbio, o spostando un capoverso. • Io ,chiedevo poc'anzi: si è sentito veramente il pe– ricolo, di cui parlava !'on. Calda, di un dissenso pro– fondo fra i-1no-stro giudizio e quello, ,non dirò del Senato, ma de.J P.a,ese?-Lo s.i è sentito ve-ramente per anti-v,enirlo, o lo si è sentilo· unicament-e· per tentare di eiudere, l'imp,ressione di cotesto pe·ricolo: di in– gànnare, in, fondo, noi stessi? L'ordine del giorno firmato• dag.Ii on. Carcano, Luz– za.tti, Sonnino... da tutti insomma i capi gruppo dal vicino settore in là, ha l',ari·a di prestarsi, salve, s'in– tende, le int-enzioni, a questa inlierpret-azione certo non benevola: che abbia voluto, cioè, con le appa– renze del giudizio specificato, impedire in fatto l,a deplorazione degli atti e delle persone, delle quali qui stiamo da più giorni discutendo con tant-a tristezza e -con tanta passione. In col(lsto ordine <lei giorno, a furia di un'attenuazion-e che arriva ,all'evanescenza completa delle accuse•, t;ion vi è nessuna forma.le de– plorazione. V.i-sono numerose assoluzioni, più _omeno ·arbitrarie, e di parecchie ho, gi-à parlato; pe.J Luzzatto un giud,izio anche più bland,o del nostro; e, di fronte alle maggiori e più precise imputazioni, si dice che l'azione di•' quei co.Jleghi lascia qualche dubbio sulla correttezza... non vorrei ripetere male, quind.i leggo il testo: « ha dato motivo a dubbi di correttezza. nei rapporti di una impres.a, in conflitto con gli .interessi dello Stato ed indiziata di frode a danno dello Stato ». A•nche nel mio ordin.e del giorno voi trovate la frase: « gravemén-te indiziata di frode». Qui l'avver– bio «gravemente» vien~ cancellato. Or io debbo di– chiarare ohe quella frase, ,anche nel nostro ordfoe del giorno, era in realtà un trasparente aufemi-smo, ,con- . s,igliato da.Jla suggestione di una speci-e di rispetto formale pel processo in ,corso; ma non· s'è pensato· sul serio, dopo quanto la stessa nostra inchiesta ha riv,e– la.to, che, -salva pure la valuta,zione delle singole co.J,pe, -quell'accusa possa essere un errore giudiziario, e s-ia ooncepibile una declaratoria d'innoce·nw. Noi non siainò nè ministri guardasigilli, nè presidenl,i del Consiglio, e non abbiamo l'obbligo di evitare il so- • spetto che una nostra parola possa influire sull'indi– pendenza del magistrato. Confessiamo dunque che, anche nella formola nostra, l'aggettivo « indiziata.,; è lievemente ridicolo. Certo non, si sente H bisogno di cancellare l'avverbio che lo rinforza!... Ad ogni modo, « dubbi » di correttezza, no. Per. noi, almeno, .nessun dubbio! Dubbii ci potevano es– sere prima de.JI' inchiesta; ma ·i Commissari hanno scritto tutta questa roba per risolvere appunto la questione: se i dubbi fossero o se non fossero fon-
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