Critica Sociale - XXIII - n. 9-10 - 1 -16 maggio 1913
158 CflITICA SOCIALE lismo inglese sono gli· opuscoli di .TOM MANN, pubbli– cati sotto il titolo generale: The industrial Syndicalist (Bowman, 4, Maude Terrace, Walthamstow), dal giu– gno 1910 in poi, insieme al 'l'he Miners' Next Step (Ro– bert Davies & C., Tonypandy, 1912). Il migliore dei volumi è quello del dott. Lou1s LE– VINE: The labour Movement in France, a· study in re– volutionary syndicalism (Ed. P. S. King & Son), che rende inutila quello più vecchio e non sempre impar– ziale di CLAY: Syndicalism and. labour (Murray). Da consnltare anche il libro ·di ARTHUR LEWIS: Syn– dicalism and the genemt strike (Fisher Unwin, 1912). f. p. Cronaca della Rappresentanza proporzionale La crisi politica in Francia determinata dalla R.· P. - Opinioni pro e contro la R. P. in Belgio -:- . Cinque elezioni con la R. P. in, Finlandia - I deputati so– cialisti tlomantlano in Germania la R. P. - Manife• stazioni per la R. P. in Italia - Uno sperimento· a Milano. Il dibattito intorno e per la Rappresentanza Propo.r– nale è, per ora, in Francia, sospeso, e rinviato. alle elezioni del 1914. · Il Senato, guidato dall'ex miuistro Clémen·ceau, in nome degli interessi del Partito radlcale, respingendo, il 28 marzo, con 28 voti di maggioranza, il disegno di legge della Camera, il cui principio essenziale era la i-appresentanza delle minoranze col quoziente calrio– lato sul numero dei votanti, riaffermò in sostanza il regime maggioritario, provocando le dimissioni del Minist.ero Briand,. che aveva posta· la questione di fi– ducia. Due giorni dopo, la Camera votava, egualmente con 28 voti di maggioranza, un ordine del giorno· puro e semplice, che potrebbe interpretarsi come la con– danna della rappresentanza delle minoranze, se parte di quei che lo approvavano non avessero dichiarato di mantenersi tuttavia, in linea. di principio, fedeli alla riforma. Il nuovo Presidente del Consiglio_, Barthou, in se- . guito, pur affermando il desiderio di· condurre in porto, con un'intesa fra Senato e Camera, la rappresentanza delle minoranze, confessò essere impossibile ottenerla . sulla base del quoziente. Così la riforma elettorale è rinviata probabilmente a dopo le elezioni generali del 1914, colle quali, dopo avere rovesciato Briand, ferito Barthou, e creato un gravissimo imbarazzo al Presi– dente della Repubblica, dava forse il colpo di grazia al Partito radicale ( 1 ): *** È interessante conoscere come si· giùdichino i risul– tati della Rappresentanza proporzionale in Belgi'o da fautori e da avversari. Cominciamo ·rla quest'ultimi, secondo un articolo del deputato Louis Pépiii ( 2 ). · Il sistema della R. P. fu adottato in Belgio da una maggioranza conservatrice,' come correttivo al voto plurimo,· per arrestare la marea socialista che era riu– scita· a mandare alla Camera 28 depùtati, pur· non di– sponendo i "lavoratori che di un voto, ·me_ntre i censiti ne hanno due, e i diplomati e certi funzionari pos• sono averne anche tre. · · La R. P.· profittò al regime conservatore, e non diede · affatto ·n potere al partito che aveva la maggioranza dei voti nel paese, perchè il Governo cattolico,· messo nel 1908 in minoranza di· 16 voti, conservò una mag– gioranza di· 6 voti in Parlamento; non fece rivivere i piccoli partiti e non ne suscitò di nuovi, perchè, anzi, i deip.ocratici cristianf e gli indipendenti sono scomparsi; non eliminò le alleanze elettorali e i bloc– chi, diventati an~i la regola in· molti Circondari; non instaurò il regno della giustizià distributiva elettorale, perchè vi hanno provincie dove gli anticlericali non· (') J. L. DE LANESSANIn Documents tl1' P,•og,·ès, aprile 1913. (2 J In Documents du Progrès, aprile ·1918, ebbero un solo eletto, e i élericali ne hanno dappei·– tutto, pur non contando che 70 mila voti, di maggio– ranza in tutto il paese. Il pessimismo del signor Pèpin non è 0ondi-viso per altro dalla grande maggioranza degli uomin.i polipici belgi, di tutti i par.titi, dai cattolici ai socialisti, dai liberali ai radicali. ·" In Belgio - disse il Lorand, dt\putato. radicale, nel banchetto offerto, a Parigi, lo scorso dicembre, al– l'ou. Groussier, relatore per la Proporzionale - in Belgio. la R. P. diede risultati eccellenti, e, se ha ancora op– positori tenaci, nessuno oserebbe attaccarla aper-ta– mente. I partiti di opposizione ne chie•lono un'appli– cazione più completa, vogliono inscriverla nalla Costi– tuzione ed estenderla alle elezioni provinciali. La R. P. in Belgio non. verrà mai cambiata se non per renderla più completa. "Si era detto che avrebbe cristallizzata la Camera;· invece , nei 12 anni, da che é in vigore, metà dei de- puta.ti furono sostituiti. _ " Su a mercè, tutti- i partiti furono rapp1'esentati dai loro uomini migliori, mentre, pei c,apricci del sistema maggioritario uomini come Paul Janson (morto in questi giorni) avevano passato metà del ,loro tempo fuori della Camera. La discussione parlamentare ne ha guadagnato in dignità e in autorità. · " Prima, la vita politica era uccisa in quella metà del Belgio dove i risultati elettorali si conqscevano sempre in anticipazione. Oggi, tutti i ,partiti lottano in tutti i Collegi, e hanno quasi OV\lnque Jl'na rappresen– tanza. Ma non solo in questo la lott11, ha mutato ca– ratter:e .. Presapel).dosi che i più eminenti capi partito saranno eletti, la lotta si concentra sui principi, non sulle persone; ogni partito si sforza: di attirare il più 'possibile di voti sui principi. Non essendo più_possibile sopprimere la voce d'un par:tito, nes~uno lo tenta; la lotta no~ è meno intensa, ma più corte~e e più degna. Il .prestigio del Parlamento è indubbiamente crtlSCiutp e il Governo potè affrontarvi problemi che prima non poteva senza urtare i deputati di Collegi potenti, che la riforma avrebbe- danneggiati ,, ('). . Certo, i risultati della R. P. in Belgio· non possono valutarsi concludenti e definitivi, finchè coesistono con essa due elementi contrastanti: il ;frazionamento· e la sperequazione dei Collegi, e il. voto plurimo. Solo il suffragio· universalti e4 uguale, e circoscrizio_ni che si accostino quanto più è- possibile al CoUegio unico, con– sentiranno alla R. P. di svolgere tutta la sua azione di giustizia elettorale. Se lo sforzo testè CO!llpiuto dal Partito socialista belga per conquistare .il suffragio universale collo scio– pero generale darà i suoi frutti, quel " 111.l;Joratorio di sociologia sperimentale .•, che è l!,ppunto il Belgio, ci dirà allora il valore, della R. P. Qualcosa intanto ce ne potrà dire un altro piccolo paese, la Finlandia,· che la sperimenta già da cinque elezioni. Dal 1906,· tutti i cittadini, a· 24 anni compiuti, nomini e donne, sonò· elettori, e possono, nei :16 Collegi elet– torali, partecipare alla scelta dei 200 deputati alla Dieta, indicando con un segno rosso, nella scheda che viene l oro consegnata dal Seggio, la .lista per la quale vota.no , e· assegnando anche, se vogliono, un numero tl'ordine a tre dei candidati inscritti nella lista mede– sima, oppure inscrivendovi altri tre nomi nello spazio bianco riservato all'uopo: L'elettore può votare dovunque si trovi, purchè di– mostri il· suo diritto con un estratto dellè liste del luogo di sua residenza. Nel 1911, su 3.117:833 · abitanti, gli elettori inscritti eràno 1.350.058 (642.811 ·uomini e 707:247 donne), cioè, il 43 ¼ della popolazione, e 1'87 °lo dei ventiquattreuni; su 1000 elettori, 477 erano uomini e n23 donne. Il- concorso,· molto attivo· nella prima elezione del 1907 (70,7'°/o) per ·la novità ·del suffragio universa)e, scemò nelle quattro elezi:oiii successive sino al 59,8 °lo nel 1911, anche per la lassitudine provocata dai reite– rati scioglimenti della Dieta che non v'oJle piegare alle illegalità del Governo russo, è per la ·sterilità alla quale (1) Nel Bollettino di aprilo della Proportional Representatjon Soclety di Londra.
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