Critica Sociale - XXIII - n. 9-10 - 1 -16 maggio 1913
CRITICA SOCIALE 153 maggiore accentuazione, la seconda nel Sindacalo dei ferrovieri, la 'prima nella Federazione degli impie– gali e nella. Associazione dei « Movimentisti ». An– cora la lotta è abbastanza aspra, e si tratta d'aiutare o l'una o l'altra. · Ora, i due rappresentanti, che avete minacciali, in– carnano, delle due tendenze, precisamente quella, che, da-I mio punto di vista, il quale, almeno in questo, dovrebbe ,essere anche ·il vostro, meritava d'essere più rispettala ed incoraggiata. Forse si S!}erava da qual– che poliziotto, ferroviario che quei due fossero isolali e abbandonali dai co!J.eghi; ma (l'avète visto anche ieri) lutti· sono solidali (1). Tutti dicono: di fronte all'in– civile ·rri-inaccia, non esistono fra noi divisioni o dis– sensi; ·siamo i rappresentanti di 130 mila ferrovieri (nè •li si accusi di amplifi,cazione retorica; non 'è mag– giore, se mai, dell'iperbole, per cui così spesso. qua dentro un ministro, o qualunque di• -noi, vanta di parlare in nome del .Paese!) e intendiamo di.fendere le guarentigie del diritto comune. Orbene, i due che minacciaste di -percuotere··.-sono fra i più legalitari, fra i più ragionevoli, fra coloro che adempiono vo– lontari il difficile còmpilo, che non adempile voi, on. signori, e che no-n adempi-e !'on. Sa-echi, di sfor– zarsi, pagando di persona, a rendere più ragionevoli e a sottrarre alle facHi: sobillazioni .Je masse dei loro compagni. Avete sentilo come parli il Pecoraro; posso dirvi oome parli il Vanni. Mette conto che mi concediate à-ncora due minuti per dimostrarvi sempre meglio · quanto sia inconsulta !,a misura che ho deplorata, e come sembri fatta al'>posta per persuadere ai dubi– tosi' che i sindacalisti, i rivoltosi, hanno, soli, ra– gione; che il sindacalismo è necessario; che lo scio– pero è doveroso ed è inevitabile; E,cco come parla il Vanni, .a nome dei « Movimen– tisti », al recente Congresso generale del Sindacato unitario, tenutosi a Milano fra il 10 e il .12 marzo. ·Non si dissimula che a molti parrà un codino; ma crede di dovere a tutti una parola di assoluta sin– cerità. E combatte .le impazienze, gli eccessi, e di– chiara la invi,ndbile sua ripugnanza alla tattica del– !'« azione diretta». Leggo il testo del suo discorso nel giornale Il Movimentista di aprile: « A noi è sempre parso (dice 'fra -l'altro) che, per complessi doveri• particolari di categoria, per impe– gni morali, non verso coloro che ci maltratta-no, ma · verso il pubblico che si serve di noi ed fl -servito da -noi,· ,ci venisse fatto quasi dovere di completa astensione da -ogni atto che sapesse, non dico di violenza, ma che potesse ritenersi come affermazione esagerata di un diritto e venisse così ad offendere i diritti ·degli altri. Ci spiacque così lo sciopero, ci piacque anche meno l'o,struzioni-smo per quel ca– rattere di puerilità malign~ che gli è connessa. È vero che ,ci si rinfaccia che a nulla ci valse l'avere cam– minato sul sentiero -della virtù. Ma, a malgrado de– gli insuccessi, noi non siamo diversi da quelli che fummo. Abbiamo succhiato, non so da quale nutrice; latte moderato, siamo elementi d'ordine, e vorremmo poter strappare le· ali alla vittoria, sì, ma con mezzi che non siano quelli che anche pel passato ripu– diammo·». E ciò il Vanni diceva per concludere che, pur ten– dendo a migliorarla e ampJi.arne i poteri, conveniva ('> ~I S7 aprile, alla vl11llla dello svolgimento di questa Interpel– lanza, I Rappresentanti • ruorusoltl" si adnnarono In Roma e pre– sentarono al Direttore generale una lettera di piena solidarietà cogli Incriminati loro colleghi, conservare la fiducia ne!J.a Rappresentanza elettiva, quindi nella legge, quindi nello, Stato•. lo non voglio provocare nuovi richiami dal banco della Presidenz·a; potrei continuare a lungo la dimo– strazione di quanto sia vivo -il desiderio, e intenso e nobile in questi uomini lo sforzo, inteso a creare una situazione di éose, nella quale gli interessi del perso– nale e quelli dello Stato e del pubblico si uniformino e si aiuti-no a vicenda. E questi so-no coloro che il vostro acume politico prende di· mira per sperimentare su di essi le rap– pr-esaglie del Governo I Il Sindacalismo dell'Amministrazione. Consentitemi• di dire che questo è un modo di pro– cedere pazzesco; io non potrei chiamarlo altrimenti. lo sono editore di parecchie pubblicazioni che com– battono gli scioperi nei pubblici servizi; fra l'altro di un volumetto di Gino Baglioni, intitolato: « Il pos– sibile embrione di una grande ·conquista», e l'ono– revole Sacchi può ricordarlo, perchè certo gliene feci amichevole omaggio. La « goo.nde conquista » era ap– punto la Rappresentanza elettiva dei f.errovieri. Ma quando voi' frustrate tutti gli sforzi che• in questo senso si fanno, appunto perciò, allora noi abbia-mo ben diritto di -protestare. La cosidetta democrazia al Governo- dovrebbe per lo meno saper capire come l'urto di questi due sin– dacali·smi contrari, sindacalismo di Governo e -sinda– calismo operaio, armati l'uno cont ro l'altro e -provo– cantisi a vicenda, sia fatto per ree.i.re il peggiore sconforto 0. chi spera e lavora e si affanna perchè il progresso civile possa venire conseguito, senza con– vulsioni continue, senza urro sperpero di forze vano e criminoso. lo ho presentato la mia iriterpellanza nel desiderio, non vorrei credere ingenuo, che dal banco del Go– verno ·parla una parola alta, dignitosa e serena, la quale, senza bisogno di s,confessare nessuno (il mi– nistro non è obbligato ad aver approfondito i detta– gli della vertenza), ci affidi che codesti germi di -nuova organizzazione interna, sinceramente democra– ti,ca, nella compagine ferroviaria, per la eliminazione dei -conflitti, saranno quindinnanzi presi sul serio, e p~r la quale nettamente si escluda che l'espressione di una opinione di un rappresentante, sia pure vi– vace, possa mai essere assoggettata al Codice disci– plinare d~gli agenti in servizio sulle ferrovie. ' Se questo dirà, poichè è stata annunziata una pros– sima convocazione della Rappresentanza dei ferro– vieri per la fine di maggio, le cose potranno· ravviarsi; se questo non dirà, non è certo alla mia età e coi miei -precedenti che si muta veste o bandiera; ma, senza imbrancarmi fra i rivoluzionari, dovrò pure dare le dimissioni da riformista; perchè, data la con– dizione in cui il Governo mette le poche persone ra– giònevoii, che sono disposte a far argine, come pos– sono meglio, alle intemperanze ·degli scalmanati, date queste -condizioni, il meno che si possa fare da un galantuomo è almeno 'di separare la propria respon– sabilità. (Approvazioni all'Estrema Sinistra). La risposta letta dal Ministro fu, come dicemmo, çomunicata ai giornali e da essi riprodotta testual– mente; non ha quindi bisogno che di essa si ono– rino le nostre colonne. Il suo tenore è d'altronde rammentato dalla breve nostra replica.
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