Critica Sociale - XXIII - n. 9-10 - 1 -16 maggio 1913

CnITICA SOCIALE 149 Un primo 'tradimento. Il Governo ritarda di otto mesi le proposte per le "buone uscite,,. e per gli orfani. Senonchè, già in quella prima adunanza, il direttore ·generale faceva una formale promessa: cc Ho detto, che i,I Parlamento (così riferisce Ie sue paro-le il Bolle/lino Ufficiale) ha ammesso di -essere chiamato ancora ad esaminare un -disegno di -legge -oo-ntemp-lato dall'articolo 6 della legge del 1911, per l'a ,cosbtuzi,one di un'Op,era intesa a raccoglier-e, so,c– .correre, proteggere èd istruire gli o'!'fani degli agenti, per sussidiare vedove ed -orfani di agenti -esonerati dopo il giugno 1905, per corrispondere determinate somme a titolo di buona uscita alle famiglie di agenti morti in ,attività di servizio od agli ag,enti al-l'atto d,3ll'esonero ». - Las,cìatemi dir qui fra parentesi che questo pro– getto, di legge, la Camera, il Senato ed il Re s'erano impegnati a presentarlo entro un .anno dal 13 aprile 1911. E stato presentato invece nel di-cembre de,J 1912, vaJ,3 a dire con otto mesi di ritardo, Sono cose cl).e noi qui possiamo an•che spiegarci e alle quali ci è fa– cile essere indulgenti; non è faéile ugualmente alle masse che lavorano ·e soffrono, e di questi heneficii hanno urgente biso-gno, · E ad ogni modo sono pro– messe mancate! .. , SACCHI. S-e si fos,se presentato allora, le disposi– zi-oni per i ferravi-eri sarebbero siate· mollo inferiori di que!J.e proposte ora, PRESIDENTE. Ora il disegno di legge è in istato di relazione e ne è imminente la discussione alla Ca– mera, TURATI. P,er me personalmente, questo ritardo è del tutto innocuo. Io non sono ferroviere, nè orfano di ferroviere, ,e non ho « buone uscite» da attendere! SACCHI. In questo disegno di legge sono contenute di,sposizi-oni molto importanti! TURATI. App,unto p,er questo! E poi, veda, on, S,ac-. chi: se io avessi verso di lei una cambiale che sca– desse alla fine di questo mese, e venis,si da lei a pia– gnucolare che non posso pagarla, che ritarderò un anno o due anni, e che, per questo ritardo, le pagherò magari interessi usurai, probabilmente el'la mi ris,pon– derebbe: non me n'imp-orta as-solutamente niente! I patti si d-ebbono mantenere! E un ente morale, qual è lo Stato, sopratutto qua·n– do promette ad una folla, diciamolo pure, a una folla di gente· che è assi-llata dal bisogno, ha un obbligo tanto maggi-0-re di stare ai patti. Tanto più che nes– suno crederà che lo Stato possa essere insolvente, come può toccare a un privato, • Ad ogni modo ·io non sono• qui a do.mandare la mes– sa in istato di ,a,ccusa, avanti al Senato, de.Jl',on. Sac– •chi! Accennai incid,entalmente a questo particolare, e a quest'ora avrei finito di parl,arne se non fossi stato in terro.tto, PRESIDENTE.- Io l'ho 'ÌnterroUo per ri-cordarle che la Giunta del bilancio ha già presentato la relazione, e che il disegno di legge. verrà in discussione fra giorni. TURATI. ·La ringrazio, on, Presidente, de-I pietoso proposito. !\fa io .cercavo soltanto di spiegare come la diffì'denz-a del personale venga quasi artificialmente incoraggiata, quando da parte nostra manchiamo a impegni formali, come in questo caso; o come qmmdo ,ci impegniamo ad includere i rap-presentanti del per– sonale nella Commissione del riordinamento ed invece vi inclu<liamo tutt'altre persone. E allora non è pru- dente, nè è di buon gusto, il gesto, così consuetudi– nario dai banchi del Governo, e al quale si abband-ona volentieri qual-che volta anche !'on. Sacchi, di .alzarsi, battere il pugno sul banco e di·chiarare con voce molto -energica che bisogn:a mantenere la disciplina, che bi– sogna -essere inesorabili, che il dovere (degli altri! ... ) deve essere posto innanzi a tutto! Un p,ochino più di tolleranza, e lo sforzo qualche volta Idi investirsi un po' più nei bisogni e n·ella psi– c·ologia delle masse, potrebbe essere savia ed utile cosa nella vita politi-ca! Altre promesse mancate. La '8,appresentanza non convocata. Le proposte rlel Governo sottratte al suo esame. Ad ogni modo (chiuden<lo questa troppo lunga pa– rentesi) soggiungeva il comm. Bianchi: « Sono lieto di poter comunicare in pro.posito che il ministro dei LavoTi Pubblici (questo discorso è del- 1'11 di·cemhre 1911) mi ha autorizzato a sottoporre a suo tempo all'esame dei rappresentanti le basi che si vorrebbero dare alla nuova istituzione, per conoscere se le condizioni prog,ettate sarebbero gradite •al per– ,sonaJ.e (e qu,3sto è in fondo lo scopo della Rappresen– tanza), e così, nel concretare il progetto definitivo di legge, tener -conto delle osservazioni ri,oevute, in re– lazione ai mezzi ,che s-i crederà di poter chiedern al Parlamento e a.Jla misura dei contributi che· dovrà fom·ire il p,ersonale. « Allorquando i pred~tti studi saranno terminati, ne comunicherò il risultato ai rappresentanti, in pre– cedenza deHa convocazi-one della conferenza in cui verrà esaminato questo argomento, e che ho ragione di ritenere sarà nei primi giorni del venturo feb– braio 1912 >>. ES1Sendoil diretore generale autorizzato a dire que– ste cos.e d•al ministro <lei Lavori Pubblici, i ferrovieri aspettavano impazienti ma fiduc,iosi la convocazione; ma-n,3ssuno ci ha più pensato, nessuna convocazione v-enne fatta. Si mise sotto i piedi· l'articolo de.J.lalegge che vuole almeno due -convocazioni annue, Passa più d'un anno dall'aprile 1911, e non si hanno, non dico due, ma neanche una s-o,laconvocazione. Così si tra– <li-scono insieme due promesse, e si -arriva al 6 agosto 1912 per avere la prima riunione plenaria, Vale a dire ohe, invece di due rinioni in un anno, se ne ha una dopo sedici mesi! · E, in questa prima, tanto attesa riunione, credete forse ,che si porti cotesta questione? Neanche per so– gno. Vedo !'on. Falcioni che ha l'aria di essere estre– mamente sorpreso. (Interruzione dell'on. Sottosegre– tario di Stato per l'Interno), Già, ella è ingenuo. Lo hanno fatto Sottosegretario di Stato all'Interno appo– sta per la sua ingenuità! (Si ride). Orbene, on. Fal– cioni, la c-o·sa sembra inverosimile, e s-arebbe invero– simi,J.etra due galantuomini, ma è addirittura enorme quando si tratta d,Jlle promesse dello Stato a una massa di lavoratori, che ha bisogni urgenti, che af– fronta sacrifici d'ogni genere, che ancor oggi, mal– grado tutto ciò che il Parlamento ha fatto per essa, sofTre in molti strati la fame, con stipendi, anche negli Uffici, inferiori alle tre lire; su cui gravano respon– sabilità talora gravissime; e una parte della quale è assoggettata a sfruttamenti veramente feroci, da co– dice penale; perchè, quando discuteremo la legge sulla protezione degli animali, sarà forse utile doman– ,darci (mi si passi -l'amaro sarcasmo) se i turni di di– ciotto ore fatti sulla macchina non meritino di -:}ssere considerati appunto in quella legge.

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