Critica Sociale - XXIII - n. 9-10 - 1 -16 maggio 1913
148 CIUTICA SOCIALE fer,rovieri doveva ess.er, e una cosa mo'lto seria; doveva ess,~re, come già ho ra·mme.ntato, il germe f.econdo di un organismo sempre più efficace -e sempre più poderoso. Ta•le dunque fu lo spirito ani_m-0.tore· deJ.l'artico:J.o·12 della legge 13 apri·le 1911, -che istibuiv·a la Rap_presen– tanza dei f.errovi-eri, con origine eJ,ettiva, e ,col man– dato di esamina,r,e, insieme a,l Diretto.re general,e, tutti g1].i ·argomenti reJ.ativi agli inler•essi coHettivi degli agenti. Ne'llo stesso arti-colo il Gov•erno prendeva im– pegno di conv,ocare i rappresentanti, oltre· ,che·in con– f.erenze ·particol::,i.,riper determinati problemi, anche in conferenze p.lena,ri-e, a•lmeno due volte in ciascun anno. È vero che questa legge non fu nè subito, nè to– talmente applicata. Già una so·rda ostilità a questo genere di dignitosi rapporti •col person,a:J.e·si •era ma– nifestata durante J.adiscussi,one, e l',m. Bertolini, che -entra ora n~ll',aula, fu protagonista di queH'episodio. Quando, essendosi detto: aggiungi,arno a questo arti– co-lo 12 (sebbene non doves•se apparire neces-sa,rio, poi,chè ,em implicito ,neH',essenza dell'-istituto,), tuttavia aggiungiamo un comma -che dia esplicitament~ a-i mp– p·res,entanti, perchè poss·ano svolgere ser·iamente la loro .funzione, i·! diritto di es-a.rnina,re, di studfore, <l'i avere a disposizion"~ tutte J.enotiz•i,e,·in materia disci– plinare O· altra che li inte1,essi, per potervi f,ar sentir,e la .Joro v,oce, !'on. Sacchi accettò immediatamente la proposta., ma poi, ,!'-on. Berto·lini essendo insorto ... SACCHI. Era mio dovere di es,aminare la. portata deJ.la proposta! TURATI. La proposta ella l'aveva trovata giustis– sima ,e l'av,eva fatta sua; ma insorse .J'on. Be11tolin.i,e con· lui qualche a•Jtro wllega, e subito l'emendamento fiu da J,ei rinunziato. Non aggiungere que.Jl'emendamento · non avrebbe avuto importanza, già ne dissi i·l motivo; ma i,! can– ceJ.Jarlo, d·o,po accolto, av,eva un'impo•rtanz,a no,tevoJ.e e trista, perchè testimohia·va ,come il Governo già pie– gasse aHa tendenza, che così si affermava, d·i creare una istituzi,one di pura e· •semp·Ji,celustra, un,a forma vuota di -contenuto, una Ja,rva senza subbi-et.to . E di lì cominciarono a sorg-ere appunto le diffid,enze, c,ome ora dirò. Molte altre parti, di quella ,!,e,gge, rimas,er,o vane promesse. Già nel primò •artico-lo, ,essendosi -stabj,jjto che la riforma degli ordinamenti dovesse f.ars,i i•n se– guito a studio ,e voto di una Commis-s.i,o,ne consultiva, e,r::i altresì sanzionato, e la dis,ciUssio'ne, in aggiunta alla fott-e.ra d,~lla 1-egge, non •lasci-ava luogo ad equi– voci, che nella Commi•ssione stes•s:adov•e·ssero en,trare alcuni rappr,esentanti de,! per:sonale; sen,on,chè, quand•o poi si passò all'attuazione pratica., i ra.ppr,esentanti d,el p-ersonale fu,r.o-noes-clus.i. Si profittò del fatto, che·, d·icendosi « rappresentanti de-1commercio., d,:}l'l'inidustria, dèll'agri,coltura e del la– voro», non ,era d•3Ho espressamente: del lav-o,ro f.er – rovi.ario. Ma evidentemente non si voll,e a,Hud•ere al lavoro, che so io!... dei tessitori; -e sempre fu inteso da tutti eh,~ dovesse trattarsi dei ra,ppre:sentanti dei ferrovieri. Fatto sta ,che questi fu.1,onomessi fuori, con che si inaugurava il sis,tema di alienarsi l'animo di quei Ja– vor.atori, e di rinforzare la ,corrente. scettica, la cor– rente osti,Je, la corrente ·che vede neJ,J.oStato (e può avere ragi,one, ,c,ome può avern torto) un nemico dei lavoratori in generale, e quindi anche degli ·agenti de-Ne sue stes-se aiiende. ·Varie altr,e promesse, come or ora vedremo, non furono mantenut.e. · Breve idillio di primavern. Le tendenze politiche dei ferrovi!'ri. Tuttavia, quando il oomm. Bianchi comunicò ai fer– rovieri, nel suo Bollettino, Ja, 1-eggedel 13 aprile 1911, ne fece l'-esa1ltazi:o-n,e; mise in luc,e i vantaggi che essa assi·curava loro sotto il punto di vis,ta eccinomi,co e morale e come ,c.hiamass,e i ferrovi-eri stessi a pr,ender parte all'opera d.•elil'Ammi-nis-tr:azione; ,e dioeva di ,wn– fidare che questo sarebbe vals,o a rinforzare la fiducb r,eciproca, l'amicizia, -e ,co.sì via. Al Rego,Jamento per la •elezione dei rappresentanti, del 20. maggio 1911, seguì l'altro, 23 ·o-ttobre, per J'.e,sercizio de,J.Jarelativa funzione, il -cui .artioolo 3 •stabHisce che gli argo1henti da -esaminarsi pos,sono• es-sere presentati tanto dal d·i– retto·re g•enerale quanto dai rappresentanti, per cui s,i dà ud essi la facoltà di i,n,izi-ativa,e l'Alilllllinistra– zi,one si i,m,pegna a istruire ,tutte le p-raU,che che pos– sano interessarli, esoludendosi so.Jtanto -ciò che non riguardi interessi professionali di i·ndok collettiva degli ag,enti, quelh cioè di carattere individuale; ciò -che era giustissimo, per~hè i Pappr-esentanti non de– von,o essere rappres,enta,nti di se stessi, ma de,!Ja mas– sa ,che li ha de-legati.· Se non -che, dopo questo idill-io, cominciano ben. presto le delusioni. La Rappresentanza, che doveva cominciare subito a funzionare ed ess,ere convocata, come ho detto, per precetto della Jègg,e, almeno due volte al·l'anno, dopo I.a .P~ima. oonv'o-cazi,one di i,nse– diamento, niella quale scors,ero fiumi di .J.attee miele, sembrò ,c,o,Jtacome da paralisi. . In q1.1el1.a prima riunione, che si .tenne 1'11 d•ioem– bre 1911 _.:.•e che non ·,confa n,el novero deJ.1.ealmeno due ,convocazioni plena'ri,e 0 di ogni anno·, perchè fu di puro e semplic,e cerimoniale - j.J direttore gerneral,e pronunciò jl discorso in,augurale, ripetendo ai rappr•e– sen.tanti di avere la più ferma fiducia ne11'esito di quel– J'esperi,mento, verso il quale -si-erano-manif.estate tànte diffid·enze. Es•so non ignol'ava le diffidenze·, ma pen– s,ava che i.J buon volere •di tutti riescir-ebbe: a di•sar– marle; con,fj.dava :ohe il contatto frequente avrebbe diss·ipati i malintesi, •e che l'opera deì rappresentanti, messi in ·grado' di rendersi conto, e di iHustr,are ai ,coHeghi, le cond-izioni reali del1'azienidia, J.e difficol-tà obi,ettive ,che imponevano la graduai!ità nei mig,Ji,o,ra– menti invocati, si sarebbe risolta in una pro'pa'g.ancla di mo·derazione, di ·temperanza, di conc•o•rid,ia. Ed io, penso (,con,sentitem,ì questa digres,sione) che beni-s,s.i:mosi ,apponess-e il cornm. Bianchi- ne-I formu– Jiare quelle previsioni e quegli augurii. Se tra i fer– rovil)ri •avvengono, ancora di frequente· manif.estazioni di, -caratte,re sindacalista, e corrono paroJ.e di protesta, n,on bisogna impressionarsi ecce·s,siva:mente di ·feno– meni più rumorosi e superficiali, . che sostanziali e profondi-. lo · oonosco 4bbastanza da vicino· la massa ferr,òvi-aria; come. ogni altra mass.a, es•sa sente assai più intensam,:,nte i proprii bi-sogni, di quello ~he non ,aderisca a, teoriche politiche morto preci,se. Finchè non· senta i benefizi di date istituzioni, può app,laudire .nei Comizi al demagogismo• dei più scalmanati: ma basterebbe •J'es.peri-enza di quei benefizi, basterebbe non .alimentare quel demagogismo colle continue delu– sioni, e non invano -si fàrebbe appello al buon senso ed al civismo, di quei lavoratori.
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