Critica Sociale - Anno XXIII - n. 8 - 16 aprile 1913
I. CRITICA SOCIALE 119 perciò espongono· bene, con fulgente chiarezza, e ci dàrino un'impressione costai;ite di « bellezza » e di « inteHigenz.a.», anche dove forse non è molta origi– nalità nè profondità... La «intelligenza» francese, fatta di metodo, saliente dai mille e mille istituti di insegnamento, assi.cura alla borghesia di Francia le vittorie nella concorrenza mondiale. Assurdo e con– traddittorio è inneggiare all'intelligenza della Francia e vilipenderne la scuolsi. · Del resto, era ovvio che il dissidio tra borghesi-a e democrazia (su -cui il Pr-ezzolini tr.asvoLa non par– lando mai di «borghesia» e sempre di «democrazia» nei suoi attacchi) fosse meno aperto, anzi si rapp,a– ciasse davanti all'idealità utilitaria della scuola. La borghesia francese ha troppo interesse .a fare buona e bella la scuola, .ad -essere in ciò e per ciò democra– tica. E. lo fo e lo è - e così riscatta molte colpe, inolte abdicazioni ..: Ma ,rlle preziosità estetiche e -cattolicam-ente deca– denti, con cui il Prezzolini non aggredisce la borghe– sia, ma la democrazia francese, facendo propri.a la materia peccante della reazione inonarchica, sognant:i impossibili ritorni, noi. opponiamo la critica severa, che ,colpisce tutta la società del denaro ,e del capita– lismo e che in-calza la « democrazia » non alla monar– chia, ma al socialismo. Ah! come sono ingenui i truc– chi di certa propaganda! Perchè il Prezzolini, discor– rendo della, politica francese, ignora il partito socia– lista, chè conduce contro quella « democrazia bor– ghese>> (uniamo alfìne le due parole!) la battaglia - e proprio sulla piattaforma ardente contro l'affarismo parlamentare,' la corruzione -amministrativa, la tiran– nia purulenta del danaro, -e per l'esaltazione di tutti i valori veramente superiori della vita - la giustizia, la solid-arietà, il disinteresse? Perchè, di tutte le .ac– cuse co.ntro la democrazia, il Prezzolini ava-Ila quelle che .« volgono il collo .all'indi-etro », e non quelle che- « guardano davanti»? Monarchismo, reazione? sì! Riforma, rivoluzione? no! Che stupore se tutti i cle– rico-nazionalisti di Italia applaudono? M.a clie scon– forto, quando si vede unirsi all'appl;:iuso certi rivo– luzionarii ! Chi ha detto che la buaggine dell'uomo è quella cosa che dà l'idea dell'infinito? CLAUDIO TREVES. Una deplorevole illusione. dei socialisti in ellettuali ,, ,. A Giovanni Zibordi. f: l'il'lusione che Zibordi rivela nel suo articolo, Un « destro » per errore, dell'ultimo fascicolo della Cri– tica. ·Nel quale si occupa molto benevolmente di quanto, in queste stesse colonne, io scrissi su La crisi del so– cialismo. E si meraviglia, fra l'altro, perchè io chie– dessi, in una serie di questioni (1), con aria di no– vità, cose che, per noi, sono pacifiche da· 20, da 30 anni. E·cco, per· voi, sì! Per voi, che, come dite, siete incanutiti scrivendo e propugnando queste cose, belle, nobili e sante, prendendovi dei pedagoghi e degli utopisti, affrontando lo scherno dei rivoluzionari e dei « destri ». Ma chi siete voi? E intendo, oltre voi, Zibordi, .anche voi, Prampolini, voi, Turati, voi, Mor- (li La c.-1s, dtl socialismo: In OrUica Soc,alt, 1918, n. ,. gari, ,e così voi, Bissolati, voi, Badaloni, voi, Bonomi? Voi siete degli intellettuali, delle persone colte e ra– gionevoli, degli apostoli, degli educatori. E, per voi, molte delle questioni da me sollevate sono d.a tempo risolte. Ma vo,j avete disgraziatamente la fatale illusione di ,credervi il socialismo italiano; di credere, in altri ter– mini, che tutto il Partito socialista, e le stesse orga– nizzazioni operaie, siano alla vostra altezza morale e mentale, e abbiano raggiunta la vostra maturità. E -cosi ritenete che ciò, che è pacifico fra voi, non debba più essere materia di discussione; e che ciò, che per voi è roba ormai noia e vecchia, non debba essere ridetto. Avete un po' troppo l'illusione di es– sere stati seguiti da vicino dalle masse, e che a que– ste non sia quindi più necessario ripetere i discorsi apostolici che facevate ad esse una volta. Eppure, vpi, riformisti di «sinistra» e di «destra», siete stati così ben battuti a Reggio' Emilia da una corrente, che rappresenta tant'o bene I.a negazione di ciò che avete sempre predi-calo, che dovreste un po' disin– gannarvi circa l'efficacia presunta di questa vostra predicazione, e sentire il bisogno di dire: torniamo all'antico; ossia torniamo daccapo, torniamo a discu– ter-e quelle questioni, su cui pareva si fosse ormai tutti d'acco-rdo. Si dimentica inoltre che vi sono dei giovani, da educare al socialismo su quelle stesse basi sentimen– tali e dottrinali che oggi paiono vecchie soltanto a chi è già vecchio socialista e non le ha dimenticate. E ci vorrà pure qualcuno che si assuma questo còm– pito. Chi stima inutile riparlare di ciò che per lui è roba vecchia fa - mi osservava Alfredo Bertesi - come ,chi, per esser giunto alla Università, trovasse inutili le scuole elem,3ntari. Ora io noto questo grave- fatto: che, mentre, da un lato,. oggi non si parla più di socialismo da nes– suno dei m.aggiori socialisti, perchè esso ,.appare loro una specie· di res juclicata su cui non c'è più bisogno di :ritornare; dall'altro, la maggior parte degli stessi inscritti al Partito non hanno che un'idea confusio– naria, contraddittoria e caotica di ciò che sia il so– cialismo. Provarsi a discutere con loro di questioni sociali fa veramente pena, specialmente per le affer– mazioni spesso stridentemente antisocialiste o pue– rilmente sempliciste che escono dalla loro bocca. E talvolta io mi chiesi: ma il soc\.alismo è ancora ' 0 intesg•d;lle masse come svolgimento e applicazione di quei principii, sopratutto morali ed educativi, eh~ formarono la base della sua prima diffusione, o è ora intesQ in un modo diverso? Ecco l'origine di al– cuni di. quei miei quesiti, che Zibordi ha preso un po' troppo sul serio, mostrando quasi di credere che io -dubitassi della risposta affermativa da dare ad essi. Zibordi mi ha risposto con dei sì calorosi. Quanto a lui, non potevo dubitarne; come non ne dubiterei per , alcun altro dei riformisti, « destri » o «sinistri"». Me. io gli domando se egli è ben sicuro che da tutti i socialisti oggi si risponderebbe nello stesso modo affermativo. Per mio conto, credo che ia maggior parte, oggi, risponderebbe in tutt'altro senso. Ecco perch.è stimo necessario risollèvare quelle questioni e riaccentuarne quella soluzione affermativa che si do– vrebbe costantemente opporre a tutte le odierne de– viazioni del movimento socialista, per le quali i par– titi socialisti non sono più che agenzie elettorali e il socia.lismo non si sa più che cosa sia.
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