Critica Sociale - Anno XXIII - n. 8 - 16 aprile 1913
116 CRITICA SOCIALE delebile, pure f~ dato te.spiro al Podrecca ~no ai Comizii generali. C<?nd1~10ne accettata. da lm sen~ za riluttanze. Solo 11 g10rno che le Leghe ed ~ Circoli, sempre concordi, designarono, per q_ue1 Comizii, altro candidato, Podrecca se~tì n~s~ere un– provvisa la necessità di affr~ttare, _d1ant1c1pare la consultazione delle urne. E s1 pose m guerra con 1~ Leghe e coi Circoli,. e convitò a questa guerra ... 1 lavoratori del Colleg10! · . . . . . . Ecrli aveva ai primi malumori d1 quei socialisti, oppgsto che dovesse attende~si, sulla ~ua C?ndotta, il verdetto del Congresso nazionale; e nvei:1d1cavaal Congresso, al Partit?, all'organismo spec1fi_camente politico del proletariato - anche contro 11 corpo elettorale e contro le Leghe economiche,. « i_n1!1?lti luoghi apolitiche » - ogni competenza d1 grnd1Z10: « Se altrimenti avvenisse - scriveva all'Avanti!, or fa circa un anno, Guido, Podrecca (1) - se si lasciasse giudice il· ,corpo eletto·rale in materia ,che involge la dottrina del Partito socialista, cosa potrebbe accadere? Che in un dato Collegio - poniamo Budrio - il corpo elettorale, facesse cadere un deputato 1 perchè tripolino, deputato •che viceversa il Congresso potr,ebbe succes– siv,amente mantener nel Partito; o che lo stesso• corpo elettorale riconfermasse fiducia al deputato tripo.Jino, che il Congr,esso più tardi (oh! anima presaga del tri– polino direttore dell'Asino antripolino!) potrebbe squa– lificare. - In tutti i casi si verrebbe a conferire ai corpi elettorali, e alle organizzazioni - in molti luo– ghi apolitiche - quell'autorità, che si v,errebbe a to– gliere completamente al nostro Partito, giustificando proprio il ramo secco di Bissolati ... - AL CONGRESSO DUNQUE - Il SOLO A QUELLO - IL DELIBERARE SULLA QUE– STIONE DI MASSIMA. DOPO,SAPRÒ QUALE DOVRÀ ESSERE IL MIODOVERE, SENZA BISOGNO CHEALTRIMELOINSEGNI ». Chiare ed oneste parole. Ma già altrove e da altri s'era dato, pur troppo, il cinico esempio di mutare a libito il giudice, dopo il giudizio,· appellando dal Partito alle Leghe, o da qu'ello e da queste all'amorfa. massa elettorale, secondo più convenisse all'interesse personale del candidato. E l'esempio doveva fare scuola! Come il Congresso nazionale si pronunciasse, è risaputo da ognuno. E, poiché uri nuovo Congresso collegiale delle Leghe e dei Circoli ne ebbe ribadito il decreto, accogliendo il concetto già dal Podrecca professato;' ecco allora ad un tratto propalarsi la teorica opposta; affermarsi il prevalente diritto dei lavoratori-elettori, comunque espresso e comunque ags_ruppati, contro il Congresso del Par~ito, c?~~rq il Gongresso collegiale delle Leghe e dei Circoli; e favoleggiarsi di sopraffaziòni, che le Leghe e i la..: voratori avrebbero sofferte ... dal loro proprio Con– gresso; ecco specularsi, sotto mano, sullo strascico, lento a morire, del medievale antagonismo fra i due maggiori campanili del Collegio, Budrio e Mo– linella -'- in nome, ben s'intende, della santa Inter-. nazionale! E, poiché in quel socialismo, tutto lotte economiche, le sottili astratte differenze di tendenza non sono neppur sospettate, e lo « Scudo di Fran– cia » non circola; si afferma. dapprima solennemente,· nel Manifesto che imposta e definisce la campagna, che ci,uella lotta é misero contrasto di uomini (al– lora, perché scatenarla?!), dacché l'uno e l'altro can– didato sono ugualmente riformisti, Massarenti più cli Podrecca; indi -- a parare gli attacchi e la testi– monianza dei socialisti riformisti, fedeli all'unità del Partito, venuti nel. Collegio a difenderla - si rin- {!) Rievocato dal Supplemento al n. 13 (3 corrente aprlle)~lla_ Sq1'111a di Bologna. nega allegramente la tesi, e dal Podrecca mede.si– mo, e dagli uomini maggiori di sua parte _accorsi a sorregcrerlo, si proclama - con gran g1_ubiloe con– senso Jei rivoluzionarii - che é lotta, viceversa, lo– gica ed ape.rta, fra i ?Ue s?li Partiti socialisti esi– stenti, fra riforma e nvoluz10ne ... Sopratutto --:- s_u questo si insiste - é lotta generosa per la_ grnst1- zia; per vendicare Podrecca del torto _.chegl~ avre~– be recato il Congresso dom~nicano ~1 Regg10 El'Il:1- lia, che, « adottando due pesi e d~e m1sur~ »? volle m lui, e in lui· solo, colpire l'eresia colo_mahsta_,pu– nire il reato di pensiero. Podrecca è Ii candidato– protesta · i lavoratori di Budrio il giudice d'appello. Con qu~l veste, se non sono del Partito? Con qual veste, se, essendolo, parteciparono al Con_gr~sso e concorsero al voto? E con qual cuore socrnhsta la unità del movimento proletario è fatta ludibrio di una rappresaglia personale? ..,** Di qu~sto misero intrico di sofismi, di contraddi– zioni·, di suggestioni, di abilità, di man?".re, <:on 1~ quali -fu speculato sulla generosa se~hc(tà d1 quei lavoratori - alla quale, almanco da noi, s1 dovrebbe quella niaxima reverentia, che é il d\ritto d'ogni pue– rizia - non vogliamo troppo far carico, nel momento elettorale, che trascina e accieca un po' tutti, a un uomo o a più uomini. Nelle due settimane di pas– sione del duplice scrutinio, t~tti abbiamo amara: mente espiato l'errore e la cecità del Coi:igresso ~1 Reggio - degli accusatori d'allora e degh accusati, dei rimasti e dei fuorusciti. Poste le cause, le con– seguenze procedono. _Noi le se!!;naliamo _con~'animo dei padri Lac_edemom, che _additavano ·a1 figh la re- pugnante ebhetà_ degh Ilo•!L . Spezzata la umtà della nscossa proletaria, avvele– nata la fede, traviato l'entusiasmo, scatenati, con lo scherno sul labro, i fratelli di fatica contro i fratelli, oggi a Budrio una parte si grida vincitrice, una si confessa sconfitta e anela a ,rivincita. Illuse entrambe del pari. Quando squadre di lavoratori disperdono squadre di lavoratori, quaicuno trionfa, che, non ~ il proletariato. Vinse lì chi non ha combattuto; chi a disegno si ritrasse nell'ombra; i padroni ed i preti, gli aguz~ini e i ri:iezzani., tutt~ la Va_nde~, tu~ta la marmaglia· parassita, ch,e assisteva, m s1lènz10, al sicuro, sog~hignando, al duello, certa 1elle prossim_e· prede. Altri combatteva per essa; altri arava, s,em1- nava, potava, ,Per le gr:asse sue n:iessi, pet le _su~ liete vendemmie. Poco importa let1care se 1 voti d1 agrarii e di nazionalisti furono cento o seicento; se, o no si riversarono sul nome che doveva - adot– tiam~ la candida espressione di Guido Podrecca - J?arer loro, senza sua colpa,,..<! il ,male minore ». Ri– nunciamo al facile motteggio, che potrebbe sugge– rirci il materialismo economico, pel quale, all'ul– tima ora, i magni organi. del lat\fon~\smo _e d_ell~ sacrestia, rampognavano 1 propr1etarn dub1tos1 d1 accorrere in soccorso del socialista buon figliuolo, del più diffamato anticlericale f~a-i pubblici~ti ita: liani. A che si sarebbero mossi, se· a svsc1tare 1 krumiri se a mobilitare i « liberi lavoratori», se a organiz~are le « leghe gialle ». politiche, sudavano, con ben altra efficacia, i campioni autorizzati della lotta di classe? Ma· l'episodio di Budrio e di Molinella n~n si chiude, non si esaurisce in quelle borgate; ?estmat~ a riprodursi a breve termine non sappiamo m quanti altri Collegi, esso é il. primo sintomo apparente dell~ infezione diffusa, che dai Circoli scende nelle grandi masse proletarie. Al Congresso di Reggio noi ci sgo– lammo ammonendo: « voi lavorate pel nemico!». E l'evento già cresima il troppo .facile presagio. Non é solo il castigo del « destrismo », ·des~inato.a di~o: norarsi e a frantumare ad ur,,o ad uno 1 suo,i uomm1
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