Critica Sociale - Anno XXIII - n. 7 - 1 aprile 1913

CB.IT1CASOCIALE 105 ta'.ta 1h i vàri pa-esi,, gr.a'vano lire 3,63- per la :cosid-ètta d,ife,;a.... contro i ·pi•raM degli altri 'paesi. L'Italia, che oceupa nella marina mercantile il sesto pos,to, nella spesa navale·pe,r tonnel'lata occupa il quinto; \l, men,trè nel com.meFc~ocoll'estero tiene pure il sesto posto, nel caricò per· le spesè- navali nel commercio medesimo, occupa il qnarto .. In ogni caso, -fn confròn'to ad altri paesi notevolmente più ricchi e più. potenti per importanza di traffici, spende in proporzi0ne assai più·' di quel che dovrebbe secondo la teoria per la. quale, nel bosco della Sila in– ternazionale, i traffici s'han da proteggere coi cannoni e colle baionette. A giustificare l'aumento delle ·spese navali inglesi, l'autore dell'articolo da cui traggiamo questi -dati r·am– menta i 9 miliardi e 880 milioni di nostre lire <li com– mercio fra la madre patria, le altre par"ti dell'Impero .e Je.Cohmie, i 30 e più miliardi di commercio coll'e– stem,- ,i..92. mi-liardi e mezzo di ·valor ·capitale degli in– vestitne,nti iughisi- all'estero 1 che rendono ciroa 4 rçii– li-aitd,ìUe :625 miliòil>f.aU'awrro,''i;°i,gnadagni , dell'hidnstria delle navi che superan_o i dùe miliardi e m·ezzo all'anno; e oltre un miliardo e 250 milioni, che le Banche, le Società mercantili e di assicu-razione guadagnano coi servizi attinenti al commercio internazionale. Il Cra1mnond conclude notan<ilo che, nello scorso de– cennio, le en-trate dagli in-vestimenti all'estero sono cre– sciute di un miliardo all'anno, i· gu!\dagni delle Ban– che, ecc. di almeno mezzo miliardo, ·mentre la spesa navale uon crebbe ché di annui 250 milioni. E siccome - egli argomenta - una guerra, anche vittoriosa, con la seconda grande Potenza navale·(leggi: Germania) potrebbe co&tare afl'Ingbilterra dodici o tre– dici miliardi, somma non ricuperabile per via di inden– nità,.mentre la perdita pecuniaria e il danno di un tale conflitto sarebbero incalcoiabili; la conclusione ·_vifne <la sè: i miliardi bu~tati in mBI'e sono .... urra V(•ra eco– nomia. Ecco infatti che, per il prossimo esercizio, sono già stabilite, per l'esercito, queste maggiori spese, in lire italiane: 1912-19is ·Servizi effettivi 598.875.000 " non effettivi 97.625.000 Totali 696.500.000 1913-1914 607.025.000 98.-175.000 705.500.000 Aume11tl 8.150.000 ·850.000 9.000.000 -Per ia sola aviazione l'aumento ·è di 7 milioni e 75 mila lire. Per la marina, oltre alle cifre e agli àumenti già iiotati,.,è impostato--, ci narra l'Economfst del 22 marzo __:_ un programma. navalè pèr $98 mi"uor.if963 mila 125 lire, dèNe quali L. 51.310.000 pei layori del prossimo eser– cizio 1913-1914. E poicbè abyssus abyssum invocat, · e ciò vale per i conservatori come pei liberali, troviamo, per esempio, il colonnello _Seely, che, mentre, ,semplice deputato, nel 1906-07 insisteva perchè si ridueesséro le fo'rze militari della .Corona, per non dover subire il ben· più grave disastro di ridurre la flotta; nel 1913, ministro della guerra, preseuta il più formidabile fra i bilanci militari del Ministero Asquith, sorpassando di gran !"unga il suò predecessore Haldane, che non era certamente in fama di sparagnino. " La maggiore spesa di 9 milioni - nota l'Economist, stes8a data - colpisce i contribuenti, o riduce, che è ancor peggio, il fòndo di ammortamento, proprio quando la finanza i~glese grida al soccorso ,,. Così, Lord Churchill, che nel 1909 giustifica,va il suo esodo dal partito conservatore adducendo la eccesitiva \endenza di questo a riporre la -sicurezza e ·1a premi- nenza del paese nella moltiplicav.ione delle corazzate,' inscrive ora in bilancio, divenuto Lord dell'Ammira– g:liato, un miliardo, 157 milioni e mezzo per la marina, e preannunziai la prÒ.babilità di prossimi larghi e continui aumenti, Sf;l non si chii:!de il periodo delle acute riva:– lità e dell'attuale rapida espansione scientifica, Duè anni fa diceva ràggiunto l'~ilme deile spese navaTi, e imman• cabili, i•n seguit0, 1e,rriduzioni; oggi chiede sei super– Dreadnougts da coritrap-porre alle tre della Germania, e, -propone a-i proprietarii dei navigli mercantili - che la marina da gtierra dovrebbe proteggere :__ :misure atte .a trasformarli, occorrendo, in· navigli· artnati per l'auto-difesa, riconoscendo così - commenta sempre l'Économist (29 marzo)--' la propria- assoluta inca-paci,tà a fornir loro· la tanto vantata protezione. Così i 257 milioni e 156 mila lire, che pesano ~ se– condo l'Economist (8 marzo) - sul desco del cittadino inglese, ~ott-o forma di tasse su la ciroria, il caffè, le melasse, la saccar-ina, il latte -condensato; le fru-tta in,è0Ì4serv'a, subiranno ancora-qualche a-ggiùnta.- 'i)~~Yvib'.,'a d1"peggio. · .,- H ' • , : Il inondo commerciale e ii:idnstria:le inglese guarda oggi_ all'avvenire con ansietà.· Mentre il periodo del cosidett0 boom del traffico sembra al suo vertice, o~sia minaccia una discesa, e già le ordinazioni· decrescono, i pi•ezzi delle materie prime, degli alimenti e del denaro salgono sempre. Ecco, per i prezzi, i numeri indici più recenti, dal- 1' Econòmist dell'8 marzo: FINE MESE Base media Gennaio Gennaio Febbraio 1901-1906 1912 1913 1915 Qereali e farine 500 607 ½ 606. 602½ Altri prod. aliment. "(the, zucchero, ecc.) 300 405 363 364 Tessili 500 561 632 639 ½ Miaerali 400 468½ 525½ 510 Altri prodotti varii 500 571 605½ 600½ Totali 2200 2613 2732 2716½ Aumento percentuale 100 118½ 124 123½ Sulla media 1901-1905, i prezzi son9 saliti, nel 1912, del 18 '/ 2 °lo; nel 1913, del 24 °lo• Sulla media 1910-11 nel gennaio 1913, il grano e la farina erano aumentati del 13 °lo, e gli altri prodotti alimentari coloni8li del 7 °/ 0 • E, naturalmente, l'alto prezzo dei generi alimentari significa diminuzione di ogni altro consumo. Il tasso dell'interesse- anch'esso si eleva. Non si presta <in questi giorni al_ disotto del 5 per cento sul mercato- dd. Lond.ra. E il dènaro rincara in tutta l'Eu– ropa. ·Noi1 solo, infatti, per' la guerra, gli Stati Balca– nici, ma tutte le Potenze, che hannb interessi immediati nell'Oriente europeo, dovendo aumentare gli armamenti, mobilitare, ecc., emettono prestiti o contraggono debiti a breve scadenza e ad interessi favolosi. L'Austria– Ungheria a una Casa di New-York pagò un interesse annuo medio del 6 ½, E si spiega ove si pensi che cotesto parossismo di prodigalità si aggiunge ai larghi investimenti di capitali france~i, belgi, olandesi, inglesi già avvenuti in questi ultimi tempi in tanti paesi lon– tani che si avviano alla civiltà ~ ultima la Cina - e che basterebbero a determinare una tendenza al rincaro. '' La ferma df tre anni - calcola ancora l'Economist (15 marzo) - costerà alla Francia circa 300 milioni annui di franchi, oltre un capitale di 750 milioni. La Germania getterà un miliardo nèlle fortificazioni della frontiera orientale. Nella Gran Bretagna si chiede un esercito a tipo continentale. Tutto l'Oriente europeo si prepara all'attacco o alla difesa inevitahile. È la civiltà,

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