Critica Sociale - Anno XXIII - n.5-6 - 1-16 marzo 1913
CRITICA SOCIALE. 71 è venuta, quale è la prossima speranza di scema,r~ il ·cari~o delle spese· della guerra, il carico, cioè, dell'im– presa che (n9J1 so se sia lecito il dirlo), forse lieve– mente ridotto, pur· continua ancora, e imp0rta giorno per giorno inesorabilmente il suo dispendio? Ed ecco che, mentre 'la maggioranza segue il suo sillogismo ciecamente, con coerenza piena, assoluta, il Governo, che ha responsabilità molto complesse, che sente il pols0 del paese, ha momenti di riflessione, altri 'potrebbe dire di titubanza, che spiegò ieri lucidamente il Presidente del Consiglio. . Sempre gli eccidii ! Intanto, tutta· la· nostra vita pubblica, considerata an'che solo dal punto di vista della polizia, è, nella presente situazione di cose, data la tensione dei rap– porti sociali, continuamente sul punto di· determinare alcuno di quei fatti luttuosi, che oggimai sono scolpiti nella loro singolarità tragica: Intendo accennare alla questione terribile degli ec- · cidì popolari; (Mormorii). Perchè mormor~te,'qua-ndo"io prospetto soltanto questo problema grave, che ha richia- · niato autorevolmente l'attenzione dello stesso relatore, il quale ha scritto al riguardo una pagina degna della. massima considerazione? L'on. Aprile domanda 'che, media11te l'educazione, le folle sian fatte persuase di questo: che il Governo, in quanto tutelà l'ordine pubblico, risponde sempre ad un fine di civiltà, cioè di interesse generale. (Segni d'as– senso delt'on; relato1·e). Sono contento che !'on. Aprile trovi che ho colto bene la sua idea. E sia pnre; ma io domanderei al– l'on. Aprile, e al Presidente del Consiglio, quanto con– f~risca a questo concetto il fatto di vedere, ogni volta che si producono tali avvenimenti, che mai nessuna istruttoria, tendente a dare soddisfazione pubblica alla giustizia ricercatrice, sia messa in moto; il fatto che, sistematicamente, per un cer_to preconcetto di autorita, che non è più l'autorità della legge, ma il prestigio personale dei funzionari che tradiscono il loro dovere, non solo si assolve, ma si elargiscono delle medaglie. Cattiva pratica; perchè il Governo compie, o crede di compiere, un atto poli-tico, che attraversi audace– mente il pensiero e l'azione ' dei sovversivi; ma, in fondo al proprio cuore, concedendo il premio e scri– vendo il decreto, esso sa di compiere un atto, più che politico, partigi!l,Ilo; perocèhè, mentre dice di difendere l'autorità dello Stato, in realtà sa di non difenderla, in quanto quasi sempre viel!e a premiare uomini che non ebbero il coraggio di resistere. E il coraggio è virtù specifica del soldato. Io molto più vorrei che fossero premiati i soldati e gli ufficiali, che seppero, e accade anche talora, resistere, senza ricorrere all'estremo uso delle armi. Ma ignoro ci sia il caso di un premio per questo fatto. In vista di un possibile sciopero generale. E così si è venuto formando uno stato di ostilità psicologica tra la folla è i rappresentanti delle auto– rità. Di prediche ne possiamo fare quante ne vogliamo, ma ,il potere delle prediche è assai relativo. Oggi, da partii della Direzione del Partito socialista, d'accordo con la Confederazione generale del Lavoro, si è imma– ginata ed impostata una dichiarazionfl, per la quale, all'avverarsi, che tutti speriamo non avvenga, di' un altro eccid~o, come quelli che dovemmo deplorare negli scorsi giorni, il proletariato organizzato d'Italia rispon• d~rebbe con lo sciopero generale. (Rumori): Giolitti. Questo è i.ncoraggiamento ad attaccare la truppa. (Commenti animati). Treves. Non è incoraggiamento ad attaccare la truppa; è tutt'altra cosa. (<iJonversazioni); Io non sono un feticista dello sciopero generale. Anzi, sono contrario ad esso, come tendenza nel par• 'tito, per una quantità di ragioni, che ora è perfetta– mente inutile di spiegare. -Ma, considerato lo sciopero generale, così come è stato pro_posto, esso appare la espressione della difesa della plebe, allorchè l'autorità dello Stato non fa posto all'autorità della plebe, allorchè gli agenti· dell'autorità mancano al loro dovere. (Com– menti). È la constatazione di una situazione di fatto, che nasce da- un istinto di difesa e non di aggressione. · _In fondo, a queste povere plebi è cara la propria vita, per quanto sia miserabile, e hanno l'impressione che·, in Italia, se ne faccia veramente troppo poco conto. (Rumm·i - Commenti animati). Si ha !',impressione che, da parte del Governo, ci sia un malinteso puntiglio di dare sempre .ragione agli agenti, specialmente qnando hanno torto, perchè, qu.ando hanno torto, scemano in sè l'autorità ; donde la neces– sità rlel reintegramento di essa a mezzo delle medaglie e degli elogi pubblici; ed ecco come nasce l'impres– sione che il Governo nazionale non abbia per la plebe italiana quell.a sollecitudine, che il sentimento di uma– nità gli dovrebbe consentire .... (Interi·uzioni). Voce. Non crede nemmeno lei a quello che dice. rriolitti. Si sono sempre fatti processi; ed è la sola autorità giudiziaria che può decidere. Non si può no– minare un tribunale eccezionale. Treves. Non c'è mai stato esempio di proc.essi pub– blici contro funzionari.. .. Giolitti. Neppur questo è esatto. Treves. Si hanno invece molti esempi di processi pub– blici contro le povere folle, e si è· sempre riscontrato · che i tribunali o le assolvevano, o le condannavano a · pene mitissime per reati di resistenza; il che. dimo– strava all'evidenza che gli agenti della forza non si erano trovati in .condizioni di legittima_ difesa, perchè, se fossero stati aggrediti al segno da doversi legitti– mamente difendere, quelle mitissime condanne, o quelle assoluzioni, non avrebbero avuto ragione di essere. Cameroni. Il male è che non si processano mai i capoccia! . Treves. Orbene, se voi sentite dei funzionari di pub– blica sicurezza, quando aprono il loro cuore in privato a delle confessioni ... ç'àmeroni. Se si confessano da lei, trovano un ·cat– tivo confessore! (Rumori alt' Estrema Sinistra). Treves .... se ne ricava come anch'essi hanno l'impres– sione che si dovrebbe provvedere con altri sistemi alla scelta del personale a cui affidare servizi così delicati; che cioè non ~i possono affidare a soldatini novizi.. .. (.{lumm·i - Interruzioni), a funzionari molto giovani, molto nervosi, che si montano, come •suol dirsi volgar– mente, la testa: molte volte, anche in pacifiche assem– blee, potemmo constatare· lo etato di eccitazione psi· chica di qualcnno di cotesti funzionari, i quali dovreb– bero essere i depositari naturali della calma, i persua– ditori di calma, mentre invece diventano gli eccitatori dei disordini; (Interruzioni - Rumor·i). Le necessità urgenti dell'Italia qual'è. Ma c'è una questione più grande e più generale. Anche questa piaga dolorosa: degli e.ccidi si i;-ico~nette al fenomeno generale, per cui il nostro paese si trova in uno stato_ di evoluzione economica arretrato, che n0n
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