Critica Sociale - Anno XXIII - n.5-6 - 1-16 marzo 1913

.. 68 ORITICASOCIALE vando che viviamo ìn un tempo curioso?) ~ presa dal talento di rovesciare tutta cotesta « prax1s ?>. so– cialista, i cui risultati - intuitivi e ?i_m<;>strab1h - sono pure positivi, per quanto 1~egalivi nspe~to alla forma storica della loro espressione, e, quasi c~rne un invito ai socialisti ad abbandonarsi anch'es_s1 al vortice dei grandi armament~, così, in un articolo clrll'Azionc Socia.lista, sentenzia: ((S,e i social"i'sti, per svolgere kt J.oro res·is!Jenzu a ult-eriori ,armamenti, si mettono sul campo della pura e semplice negazione, rinunziano con ciò ad -es·erci– tare, almeno per un lungo ·periodo, qualche apprez– zabile influenza ». Uscire dal campo della pura. e se!nplic~ !1eg?~ion_e che vuol dire, se non consentire .a1 ~rechtJ mil1tat1? Ma un tale consentimento, ciancio stCurezza a cia– ~cuna boro·hesia di avere con sè il proletariato na– zionale nei suoi propositi di minaccia e cli conquista militare aumenterebbe subito l'ardimento della bor– ghesia ~el chiedere più grossi ::irmament~. Co_1;rela– tivamente nello Stato antagonista, la ~orghes1a _ac~ quisterebbe una. ragio~e ma~if~sta cli aggu~rrir~1 per là difesa e 11partito socialista, che ha visto 11 confratello r~mpere il patto anti!Dilitarista, ~on po– trebbe più contrastare, s_enza ev1d_entefelloma, alle . voglie della classe dommante. R1su1ta~o gener[!lc_: rapidissimo incremento de)la gar~ degli_armamenti, dissano·uamento fiscale dei popoh, ed, m fine, con– flagra-iione europea per il prevalere di quell'altra oT:rncleillusione, che eccita i popoli quando non no possono più, di farla cioè fini-tauna buona volta co~ una << arande guerra », la quale, tut.to sommato, s1 preved~ che dovrebbe costare meno di due o .tre anni di pace armata. (Ciò che sarebbe vero, se non fosse ancor più vero che dopo la guerra - è_una constatazione che si impone dopo la guerra italo– turca e t,urco-balcanica - la gara per gli armamenti diventa addirittura furiosa, maniaca, come dimostra– no le richieste attuali di tutte le Grandi Potenze). Tale l'« apprezzabile influenza>> che possono eser– citare i socialis_ti 1 uscendo dal campo della :oura e semplice negazione. In fondo, ~e, per_ una_ ll'!V~ro, simile catastrofe della loro coscrnnza, i socialtst1 s1 lasciassero travolgere nelle spire dei << supposti » interessi nazionalisti-borg·hesi-militari, èssi neppure servirebbero realmente cotesti interessi, ma essi, in verità. non servirebbero che l'« opinione» di tali in– teressi; un'opinione folle, figlia del· panie?, a:5surda come il delirio dell'alcoolizzato che smama d1 bere, di tracannare ancora; un'opinione che, nella verti– irine cerebrale da cui nasce, non riesce a compren– clere la propria stoltezia, di fronte a questo dat.o C'lerno della logica e della esperienza: che, aumen– tando o diminuendo in egual misura forze propor– zionali, l'effetto dinamico non muta; muta solo - e rovinosamente - il costo di quell'effetto. · Ma Leonida Bissolati spiega che cosa i socia– listi, rinunziando alla pura e semplice negazione per ·svolgere I.a loro resistenza ad ulteriori armamenti, debbono fare: « Essi d-ebbono collocar-e la loro· tesi ,su queste due premesse: 1° che J.e nazioni non possono nella fase storfoa attuale pr-e-scinderèciane necessità della difesa armata; 2° -che la misura di queste neces-sità vuol es– ser,e d-esunta dalla oonsiderazio·ne concreta deg.Ji a/– lrwli ·rapp,orti internazionali>>. Sul primo punto non dissentiamo; l'accordo è anzi tanto più facile in quanto, quella, che per agevolazione di discussione abbiamo lasciata pas-. sare come <( pura e semplice negazione » di spese mi– litari, è sempre stata accompagnata, dai socialisti di t.11ttoil mondo, dalla rivendicazione della· << na- zione armata ». Basta per. co~vinc~~sene_ p?s~are in rassegna tutti i programmi dei _partiti sociahstJ, a co: minciare da quello classico eh E_rfurt, s~l quale ~i modellarono tutti gli altri, per fin!re col c1ta!o mam– festo di ieri dei socialisti francesi e tedeschi: (( Essi reclamano che all'esercito permanente, che costituisce per le Nazioni una perf'(latzente minaccia, siano sostituite le milizie nazionali, stabilite sulle basi democratiche e non aventi per iscopo che la ci'if esa ciel paese ,,. Vantare oggi la rivendicazione delle << milizie na– zionali » come un portato della propaganda e del– ]'azione dei riformisti ... di destra (« le concezioni no– stre e i nostri metodi van tuttavia imponendosi per f ata.litàdi cose anche a quella enorme moltitudine di riformisti che oggi ingrossa i quadri del socialismo ufficia.le ») è una ingenua i-llusione di mosca- coc– chiera. Ma il dissenso -- e capitale - tra il riformisn:o di destra e... il socialismo, nella soggetta materia della politica internazionale e degli armamenti, è sul secondo punto, sul canone numero· due posto ~al Bissolati, cioè che la misura di queste necessità ( della difesa armata) vuol essere desunta dalla con– siderazione concreta degli attuali rapporti interna– zionali. A noi pare che ciò equivalga a- dire che i socialisti debbono semplicemente votare i crediti militari chiesti dai Governi. Di fatto questa è la teorica e la pratica dei par– t.iti bo·rghesi costituzionali: consentire puramente e semplicemente i crediti militari che propongono i Governi, perchè i Governi soltanto posseggono tutti gli elementi ~he li met!ono in grado di ap– prezzare le necessità della difesa armata << desunta dalla considerazione cqncreta degli attuali rapporti internazionali » : i Governi so1tanto; non i partiti; nè tampoco i Parlamenti, a cui è taciuta ogni informa– zione diretta sui rapporti tra gji Stati e a cui è sot– tratto sostanzialmente il potere di regolarli; i Governi soltanto, che non hanno spesso i_nleress_e?lcuno, ed hanno spesso l'interesse contrario, a distmguere la organizzazione militare difensiva dal~a o~ga!lizzazio– ne, o{tensiva, e gabellano per necessità di_difesa na– zionale anche una· impresa così mamfestamentc aagressiva come quella di Tripoli e le- prevedute c~nseauenti rivalità di armamenti sul Mediterraneo. Ma"'noi, sostenendo che, con la for;riula di Bis– solati si viene a· consegnarci piedi e mani legati ai Go~erni, perché sol~ i G?verni son? in gr3:d_ocli o-iudicare delle vere necessità della difesa militare ~ccorrente ·in rapporto all'attualità dei rapporti in– ternazionali, siamo ben lontani· dall'attribuire ·poi a detta formula il merito di essere almeno ·buona· e utile per i Governi. No. Il suo empirismo è pericoloso, è nocivo per tutti. I Governi. che l'applicano, ossia che propon– gono ai Parlamenti i credit\ mìlitari desun~i _dalla considerazione concreta degli attuali r.apportJ mter– nazionali, commettono costantemente questo spro– posito capitale, di di1:rv~nticarsi?~e, qua~do i_cre– diti saranno consumati, 1 rapporti mternaz10nah non saranno pi11tquelli del tempo in cui furono appro– vati. 1:-: cosi banale c.otesto errore di prospettiva storica, che non si comprenderebbe ·come non sia ·avvertito subito, se Ron fossero le sobillazioni accorte del patriottismo dei fornitori militari, che fanno del– l'armamento. fine a se stesso, o, se vuolsi, un mezzo al {ine di tenere alti i diviclel}clideg]i azionisti .. Sa– rebbe tragico e burlesco seguire la vrcenda deg-h ul– timi :ver1~icinqueanni di grandi armamenti dell'.Eu– ropa - tutti inutilizzati, sperperati dalla politica internazionale, successivamente mutatasi da quella del tempo che quegli armì:unenti delili>erava. Noi ·

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