Critica Sociale - Anno XXIII - n.5-6 - 1-16 marzo 1913
CRITICA SOCIALE 95 ancora, si conobber.o male, e pe-r vi,e inadeguate o i,gnobili·, J.e quali, oggi, si « affrontano » serenamente, seriamente, ,con godiment@ di. spirito e con profitto di studio! Il progresso della coltura è, in tal senso, in– ·neg.::tbiJ.e;e bisogna ,con sod<l·i•sfa.zionenotare ch'esso ci ha dato, ·oon una più diretta e genuina cono&cenza ciel mondo intellettuale di tutti i temp,i e sotto, tutti gli aspetti, un più appropriato e •skuro senso di ori– Uca, ed una più larga tolleranza. Ciò che permette, , per esempio, di soHeva'rsi ed immerg.ers,i nella ~ine– splorata, superna sfera dei santi, a mirarne le diafane pensose ·s,embianze: senza pentimenti per chi scrive, senza se.rupoli per chi pubblica, senza rancori per chi legge ... TULLIO COLUCCI. CRONACA DEL AVORO A DOMICILIO L'Inchiesta ministe1'iàle - L'inaustria dei fì,01·i artifi– ciali in F,·ancia - It disegno di legge francese - I voti del Congresso di Zurigo - Un dibattito fra libe1·isti e inte1·venzionisti. Dupo il Saggio d'Inchiesta compiuto in Milano dal– l'Ufficio del lavoro dell'" Umanitaria,, e qualche altra limitata indagine di studiosi a Roma e a Torino, sta ora per iniziarsi nei maggiori centri urbani l'Inchiesta ordinata dal Ministero di agriciJltura, industria e com– mercio snl lavoro a cottimo eseguito a domicilio, per conto di Ditte, sia da una sola persona, sia con 'l'aiuto di famigliari o di salariàti estranei. I dati concernono il lavorante a domicilio, la famiglia, i collaboratori, l'alloggio e i locali di lavoro, il lavoro eseguito e il guadagno del lavorante. Uno speciale qùestionario pei· il medico riflette l'anamnesi e le con– dizioni sanitarie delle persone censite. A suo tempo esamineremo i qati raccolti. *** . In attesa, spigoliamo dalla prefazione all'Inchiesta francese sull'industria domestica dei fiori artificìali (1). E' industria essenzialménte parigina; solo a Reims e ad Orléans si fabbricano articoli correnti e a Lione i candidi fiori della prima comunione e quelli per pala d'altare. A Parigi sono confezionati a domicilio: le rose, da provette operaie che acquistarono nei laboratori una speciale abilità e l'arte della creazione; la violètta e la margheritina, che esigono sopratutto destrezza e buon volere; il mughetto, il miosotys, il lillà, ecc., che ri– chiedono una tecnica precisa e lunghi anni di tiro– cinio. Delle fioriste in rosé che lavorano da sole (si calcola che un terzo delle fioriste si facciano aiutare da membri della famiglia), una quinta parte arriva a guadagnare da 4 a 5 franchi al giorno, una terza parte non gua,dagna che uno a due franchi; tra le confezionatrici di fiori or-· dinari, un quarto guadagna al massimo un franco al giorno; una metà di quelle fra le cui dita fioriscono le· violette di Parma vaano da ventuno a quaranta soldi. Perciò il 25 o;. delle interrogate sono costrette ad al– loggiare iu locali insalubri (spesso un'unica stanza, non di rado ammobiliata e presa in subaffitto) e il 32 °lo sono sussidiate dall'Assistenza pubblica. Questo nella buona stagione: la stagione morta ri– duce le mercedi alla metà, ad un terzo, talora a zero. La disoccupazione colpisce a Parigi il 65 °lo delle fio– riste: il 240/o per 1 a 2 mesi, il 23"/o per 3 a 5 e il 18 °lo per 6 a 7 mesi. Quando lavc,ran!), dal 37 al 52 °lo sorpassano le dieci ore e, nella fabbricazione delle rose, il 19 °lo anche le 12; quando c'é ressa, si lavora anche la notte. . Solo il 22 °lo riesce ad occupare la morta stagione in altri lavori; nella co,nfezione delle piume, ad esempio, (I) B11ll.tln de l'Ofllce ai, t,·avall; gennaio 1918, la cui stagione si inizia quando cessa quella dei fiori; ma è un mestiere che non più del 5 °lo ha imparato. A Reims, a Orléans, a Parigi, molte accusano disturbi rleri vanti dalla manipolazione delle rose rosse, per l'as– sorbimento anche lieve dei sali di piombo. Riassumendo, l'inchiesta constata: 1° prevalenza di bassi salari; 2° giornate troppo lunghe nella buoua stagione; 3° disoccupazione prolungata. A migliorare la situazione, data anche la concorrenza straniera, massime tedesca, si propone un più diffuso insegnamento della confezione delle piume e la fissa– zione di un salario minimo. *** Il salario m101mo per i lavoranti a domicilio è og– getto principale di un disegno di legge propo,to alla Camera francese;· ma si disputa assai sulla efficacia dei provvedimenti legislativi in questa materia. Già al Congresso internazionale del lavoro a domi– cilio di Zurigo, 1912, le diverse correnti di opinione vennero a transazione fra loro nei voti' seguenti: " Il Congresso : 1° ritiene che, a migliorare la condizione dei lavo– ranti a domicilio, dal punto di vis' o economico, sociale, igienico, occorra il concorso coordinato e cosciente del• l'azione legislativa e dell'azione corporativa; 2° che un'applicazione soddisfacente della legge sia ben difficile senza una organizzazione corpor,ativa sufficiente; 3° che, anche dal punto di vista internazionale, una forte organizzazione professionale sia indispensabile; 4° e, poichè essa oggi è deficiente in molti paesi e in molte professioni, emette il voto: a) che una propaganda.sistematica sia fatta per convincere i lavoranti a domicilio dell'utilità di una organizzazione corpora ti va e per risvegliare in essi il sentimento della solidarietà; b) che l'intervento del legislatore contro gli abusi esistenti sia ritenuto necessario. 5° Fa pure voto: · a) che la legislazione sopprima tutti gli ostacoli all'organizzazione professionale; b) provochi la collaborazione dei gruppi profes– sionali per la costituzione di Comitati di ~alari ; c) dia sanzione gi'uridica ai contratti colletti vi dei lavoratori a domicilio, estendendone, a date con– dizioni, gli effetti per tutti i lavoranti a domicilio della stessa professione •e circoscrizione. 6° Si raccomanda vivamente alle organizzazioni professionali di intendersi con le Leghe di compratori e con le Cooperative di consumo per migliorare la condizione dei lavoranti a domicilio ,,. Questo ordine del giorno, fu, si è detto, una transa– zione fra il punto di vista belga e olandese per l'azione legislativa, e il punto di vista tedesco, sostenuto dai rappresentanti i Sindacati, per l'azione corporativa di classe, condiviso, quest'ultimo, dai• liberisti, contrarii ad ogni intervento legislativo, che turbi, nella· deter– minazione dei salari, l'azione della domanda e della offerta. . . , Alla Sociéte d'Economie sociale, 11 novembre 1912 (1), una relazione, su questo tema, del liberista ad oltranza Bellom, fu trionfalmente confutata a base di fatti dal– l'abate Mény. " L'associazione operaia - disse questi -, la Lega sociale dei cowpratori, o un movimento di protezione o di assistenza col lavoro, possono migliorare le con– dizioni dei lavoranti a domicilio, ma non già risolvere il problema. " Le Leghe sociali di compratori segnaleranno gli abusi, ma non vi rimedieranno, poichè il lavoro a do– micilio sbocca nei magazzini all'ingrosso, che non stannù in rapporto diretto con la clientela. Se migliorano il salario di questa o quella operaia, si deve a un atto di filantropia del padrone, non a una necessità econo– mica che gli s'imponga; questi successi non offrono quindi garanzia alcuna di durata. " Quanto alla difesa sindacale, la specialità dell'am– biente e l'essere i lavoranti a domicilio quasi tutti donne, ne rendono impossibile la croalizioue. " Lo scarso successo in Francia del movimento coo- (1) Ré(o,·me socitlle; 1° gennaio 1913,
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