Critica Sociale - Anno XXIII - n.5-6 - 1-16 marzo 1913
' CR'ITICA SOCIALE 93 z.iòni più ·o meno vaste, a sec~nda della intensità industriale d'ogni plaga. Appello ad una' Corte arbitrale unica, composta di un Magistrato di Cassazione presidente, di due Consiglieri del La- .· voro - uno industriale, l'altro operaio - e di dieci delegati, cinque dei quali-eletti dai membri operai, cinque dai membri industriali dei Tribunali ar– bitrali. Conveniente indennità, a necessaria gua - rentigia di loro indipendenza, ai giudicanti elet– tivi, e a carico dello· Stato, sgravato dalla spesa che oggi gli spetta pel corrispondente lavoro del Magistrato ordinario. Canone fondamentale di di– ritto H principio del rischio professionale, ossia l'inversione dell'onere della prova, in caso di alle– gato dolo del colpito da infortunio. Il Congresso accolse i concetti principali del relatore, con l'ordine clel gierno che trascriviamo- " It Congresso ; convinto della necessità che, per l'applicazione 'giu– diziale delta tegge infortunii, sia necessario creare u~a magistratura speciale, che dia garanzia di rapida e chiara procedu1·a; afferma l'assoluta indispensabilità che in tale ma– gistratura t1'0vi posto la rapp1·esentanza della classe operaia; dichiara conditio sine qua non alla sel'ielà del giu– dizio ed alla se1·enità del giudicato, l'indipendenza dei magisli'ati, e che pei·tanto d~vono esse1·e conveniente– mente indennizzati i membri elettivi della magisti·a– tura speciale; d~libera di intensificare l'iniziata agitazione pe1· la rifo1·ma della legge per gli info'rtunii degli opemi sut lavoro rmde ottenere quanto sopra; efrattanto 1·accomanda una sollecita riforma della procedura, che accolga i seguenti concetti: 1, Istruttm·ia d'ufficio sul tipo di quelle dei giudfaii penali; ,.2. Estensione a tutte le procedure dette f'o1·me più spedite del prncesso pi·etrn'iale ,,. LA C. 8. TRA I SANTI « MONOLOGIO ».· Cupo, terribile, ne.J più denso medio ev•o, il pathos d,ell'anima ,c,risti-ana. Nel suo spasimo lancinante· e tragico, lo senti, tu, d'altro vis•suto e pr,eso, pur at– trave,rso l'acciaio de-Ila, inflessibiJ.e di,aletti•c.a e sotto la ma,s-chera, della certezza tranquilla. Lo senti, oggi, ascoltando in silenzio questo Monologio di sant'An– selmo, cui rende più intimo e più -sugg,estivo l'ita– liaino arcaico, nel quale fu tradotto•: quasi accordo· di 6uon'Ì eJ.em~ntari scaturito dai secoli, ,se,mplioe ne.J ritmo :esteriore, scarno. ne•i mezzi •e·sp-r,essivi,,eppure ti'asparente d'indomito affanno. Fede e ragione. - Antinomia fondamentale dell'i·n– •tera ,epoca cristiana, de.Jla,st9ria tutta. Due coscienze, due esigenze, due deliri in corlflitto; il dogma e la sua < limo.strazio.ne; •una ·certezza posseduta, ed un 'al– tra - ·1,astessa - da conquistare; una fede in atto, ed un'altra - la medesima - in potenza. M:a,,nella in-capacità di soddi-sfare la sete razionale, ossia ,di dare alla fode il battesimo della ragione, un dila-ce– rarsi, unò schiantar-s_i dell'anima. L'uomo ·si dibatte, foJle di febbre e di disper:izione: eppure, un istante dopo, ritorna, e.on maggior impeto, a.I -prodigioso a-s- 56ito, per nuovi tormenti e nuove de,Jusioni. lncate- nare ed ,anni·eintare·, in sè, la f,ede; •e poi; per mezzo d•el pur.o processo logi,co, ritrovarne i d•ogmi, ritro– varla intero, sintesi .sublime della ragioo ragiona,nte: ecco il suo sogno .tiranni,co, eterno. Ma, dalla maglia sill-0gistioa, ond'egli -crede di poterla imprigionare, la fede sfugge furtiva, impalpabile, irrioonos,cibile; ,e, prima che la ragi,one •si appr,esti a stTingerla d'foto_r– no, ,essa le ha infuso il proprio s.offio rovente, le ha imp·resso la propria stimmate· ind,eJ.e,bile,l'ha •inopina– tamente conv-ertita, ed aggi,ogata al proprio carro. Eppure l'illusione è perfetta. Gonvinto -che la pura ragione sia in lui, lo as.sista, parli pe1· sua bocca, l'uomo teorizza, specula, -costruisce -sistemi, ignaro ,che altro tiene il •SUO cervello· ed è l'anima del suo processo .Jogico. E, quando crede di poter fornire una. ,scaturigi,ne razionail,e a queHa stessa fede, ch'egli pre– suppone, •e della quale è anzi - oome ben dice il Boine, nella forte prefazi,one - schiavo e, vittima; in realtà ,egli non riesoe ad altro che a da·r:Ie una sem– ·plioe andatura razionale, a -sottoporla meccan,i-camente agli •schemi de,Ha logica formale, a farne ,un simulacro di arohitettura speculativa. Povero risultato, rispetto all'ardimento del tentativo;. amara ironia, ri,i,petto alla sinoe•rità del proposito. Ma che altro può. ·essere, 'in fondo, il pr-eteso su– peramento, dell'antitesi tra fede e ragione, s•e non, appunto, cotesto -comba-ciare e rimaTginarsi esteriore del profondo immutato squarcio; ,cotesto v,el.o d'illu– . ione, onde la fede può proµrnoversi a ragione, per averne soltanto tolto in prestito l'abito? P.erchè, in fìn,e, ohe ,c:o,saè la ragioné, se non, pr-eòsamente, que– s,t'abito, -che -s'iindos,sa o si toglie a piaoere; questo inerte- congegno esteriore, che ad. ogni -contenuto si applka, ed og-ni esig-enza è ,c·apace di soddisfare? Che cosa ha, dunque, di ragionevole, la ragione? Nel medio evo cr,istiano, la con-ciii-azione è tentata · dal p•ensie,ro speculativo, -che, di foonte ,alla f.ede pri- 1ùordiale ··e alla mistica posteriore, si sviluppa ben presto, utilizzando ai prGpri fini', più o meno consa– pevolmente, la varia materia del pensiero fìlos-0fìoo oontemporanoo; o insieme- affrontando senz'altro il problema della fede, mediante il solo sussidio della ragion puTa. I due procedimenti a-ssai spes·so si oon– f.ondono, nè sono •con facilità discriminabili. Da ramificate propaggini depa filosofia dominante - lo ,stoioismo, il platonismo, il neoplatonismo, l'ari– stoteli,smo - germogliano via via la patristica, lo gno,sti·cismo, la scolastica, il tomismo. So·rvolando sui padri dogmatici, da sant'Agost.ino, attraverso Eriu– g,ena, Dioni,sio, sant'Anselmo, Abelardo, Alberto Ma– gno, sino a ~an T-0mma-so, seguìto dal parossismo no– minalistico di Duns Scoto e dell'Ockam: la specula– zione cristiana medioevale è tutta qui. Con due giganti del pensiero•, a circa diooi secoli l'uno dall'altro, si apre e si chiude il cido: sant'Ago– stino e san Tommaso. Spirito vuloanioo, avvjoendato da catadi,smi e da ascesi - il più grande e il più moderno del medio ev-0 - Agostino riassume nel suo petto i·I pathos di tutto il mondo; e, senza comprimerlo o dissimularlo, lo rovescia all'esterno•, ne pone a contatto ,con l'atmo– sfera bruciante il vivo sanguinolento, lo acuisce, lo ·e,sa,spera, in spa-smodi-ca ebrezza di pa-ssione e di dub– bio. Egli è un'antitesi vivente: racchiude in sè, op– poste ed ìnoonciliabili, due anime: è slancio lirico e perplessità torturante. La fede e la ragione -com– battono in.lui, quasi in corpore uili, la loro battaglia
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