Critica Sociale - Anno XXIII - n.5-6 - 1-16 marzo 1913

86 CRITICA SOCIALE .al Collegio dei probiviri, e che la Relazione ministe– riale illustra. Crede opportuno tuttavia di proporre una modificazione ana disposizione dell'articolo 34. Questo, per il procedimento dinanzi ai probiviri, in Lulto ciò ohe non è regolato espressamente dalla legg-e, rinvia .alle disposizioni i•n vigore per i giudizi . cli.nunzi a,l Conciliatore. Ma il Codice di pro,ceclur.a ci– vi·le alla sua volta (.articolo 464), richiama supp•letiva– me1;•Le, per il procedimento dinanzi ai Conci,Jiato-ri, J.è disposizioni che- reg,olano il procedimento <linianzi ai Pretori. Orbe-ne, per questi successivi rinvii si può giung-ere all'applicazione di norme proceduriali non conformi alla natura del Collegio, allo spirito del pre– sent.e disegno di legge e ai poi.eri d'iniziativa che esso conferisce ai probiviri, E però consigliamo di circo– scrivere il richiamo a-Ile norme per il procedimento davanti .ai Coneiliatori, in modo da esclud-0re il ri– chiamo delle disposiziqni ~gol.anli la procedura di– nanzi al Pretore; e di deferire al prudente airbitrio del Coll-egio quanto non fosse da quelle norme stabilito. (La fine al pross. Numero). MAnIO AnmATE. Il PREGIUDIZIO DELLA " TECNICA " A proposito del recente Congresso operaio per l'Assicurazione infortunii Furono tante - e così vane - le nostre gere– miadi pel tenace disintereressamento del Partito socialista italiano e delle· organizzazioni operaie, di fronte ai grandi problemi di legislazione sociale - confinati per lo più alla fine dell'elenco dei temi di ogni Congresso, così .da apparire preventiva– mente destinati a un perpetuo rinvio - che nulla ci può dare gioia maggiore del vedere qualche volta smentito il nostro pessimismo. Al Congresso nazionale per l'Associazione inf'ortunii, indetto in. Milano il mese scorso (23-25 febbraio) dalla con• sueta " Triplice " operaia - Confederazione ge– nerale del Lavoro, Lega nazionale delle Coopera– tive e Federazione delle Mutue - Congresso, la cui importanza fu veramente altissima, come già notava il Modigliani nell'Avanti!, per la severa preparazione, pel valore delle Relazioni, dei dibat– titi, delle conclusioni - noi vorremmo attribuire il significato di un sintomo e di una promessa. Esso vale infatti a sfatare il più comune argo– mento, col quale, fin qui, si tentò giustificare la noncuranza della parte nostra e del movimento operaio rispetto a quei problemi: l'argomento, in– tendiamo, della loro pretesa " tecnicità "" Anche al Congresso nazionale socialista di Mi– lan·o - terz'ultimo della serie - cotesta supposta " tecnicità ,, fu la foglia di fico, adoperata a coo– nestare il rinvio degli argomenti più importanti a un " Convegno speciale ,, , che avrebbe dovuto con– vocarsi, pochi mesi dopo, fra gli elementi più t;piccatamente " tecnici ,, del Partito e delle orga– nizzazioni. Il " Convegno speciale,, - non occorre tlirlo - non fu mai convocato. E i successivi Con– gressi di Modena e di Reggio, travolti, come ognun ricorda, dalla passionante contesa delle u tendenze , non trovarouo neppm·e il minuto per ricordare "a se stessi quell'impegno. Ma da più eloquente affermazione di u tendenza - neg~tiva, ~ur troppo! - balza appunto da co"– testa ,s1stemat1c_ae coerente amnesia ; nella quale non e temerario affermare che destri e sinistr·i riformisti e rivoluzionari i, si equivalgano perfetta'. mente: Nè noi certo -ci rammaricammo del man– cato "Convegno speciale,,, se doveva essere - come indubbiamente sarebbe stato - non già un utile Gonvegno preparatorio, diretto ad allestire ai successivi Congressi un materiale elaborato e più facile ad assimilarsi; bensì un preordinato alibi a giustificare definitivamente il profondo agnosti– éismo del Partito a proposito di ·quei temi e ad incoraggiarne - quasi ve ne fosse bisogno - le musulmane accidie! Nulla infatti è più stolto del cercare, nella " tec– nicità," di quei problemi, una scusa all'indifferenza a loro riguardo. Certo, non v'è problema economico, politico, sociale, ,legislativo, non v'è problema: della vita di qualche importanza, la cui soluzione non presupponga in qualche modo una " tecnica ,,. In un senso, soltanto l'ignoranza e la poltroneria pos– sono dispensarsi da ogni tecnicismo. Ogni azione,. diretta ad un fine, dee valersi di mezzi adeguati, quindi calcolati, e saputi manovrare con la neces– saria accortezza. E a cotesto superstizioso o di– spregio o terrore della " tecnica ,, deve ascriversi il fatto non lieto, che tanta parte dell'azione dei nostri Circoli, e del movimento generale, si risolva e si esaurisca nella forma della protesta, la cui " tecnica ,, , infatti, è altrettant0 semplice, quanto suol esserne inconcludente il resultato effettivo. In realtà, coloro, che si valgono ·del sofisma della u tecnicità,, per assolvere l'infingardaggine pro– pria od altrui, giocano su un equivoco di parole molto trasparente. Lasciano supporre che si tratti di risolvere nei Congressi minuziose questioni re– golamentari, come sarebbero - in fatto di assicu– razioni sociali, ad esempio - i coefficienti di ta– riffa e di premii, che soltanto consumati " attuarii ,, possono stabilire coìla precisione voluta. Per fortuna e per disgrazia nostra, siamo ancora un po' lunge dal doverci e poteirci proporre còm– piti siffatti. In tutti gli argomenti a cui alludiamo, sono ancora soltanto le grandi direttive, i principii fondamentalissimi, è insomma la materia esclusi– vamente politica, che si tratta di abbordare e di definire a seconda dei criterii e degli interessi di partito e di classe. Sopratutto si tratta di trovare la -via per imp0stare il problema, per imporlo, prima, all'attenzione delle nostre organizzazioni, della nostra stampa, !felle nostre rappresentanze e, in seguito, all'attenzione della pubblica opinione~ dei partiti politici in generale e, infine, dei pub– blici .poteri. Diciamo dµnque con franchezza che, a raggiun– gere questi effetti, occorre della volontà, dello studio, della coltura -- occorre una coscienza politica - ma non parliamo scioccamente di " tecnicità ,,. E' sempre in coerenz~ a questo pensiero che, al Congresso ,socialista di Milano, formulammo la pro– posta - e fu accolta ad unanimità, come a uguale unanimità restò ineseguita - che, d'allora in poi, la Direzione stimolasse. l'attività concreta dei com– pagni e delle Sezioni, esigendo resoconti periodici del lavoro da esse compiuto, da servire di titolo all'ammissio~ nei futuri Congressi e alla valuta– zione del peso da attribuirsi alle rispettive opi– nioni ed ai voti. ... Ma, se questo si faceva sul serio, ... ·si à1Tischiava di preparare, anche in Italia, un vero partito so– cialista; e, ciò· che più monta, uno solo. La divi– sione di rivoluzionari e riformisti, dj dest1•i e di sinistri, fondata su platoniche adesioni a formule astratte, dovea cedere il campo a un'altra differen– ziazione ben altrimel'.!ti sostanziale: quella della quantità, della qualità, del valore e degli ejfetti degli sforzi tentati, delle opere compiute. Diffe– renziazione, per altro, non adatta a creare sci~– sioni. Perchè, nella Frazione o Sezione dt1i bocciati

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