Critica Sociale - Anno XXIII - n.5-6 - 1-16 marzo 1913
CtltttCA soctALt 77 riassunti delle ope.re principali, le dottrine socialiste dagli Utopisti fino al socialismo idealista integrale di Malon e di Lavroff, e Ili fissano le basi salienti della prima " Internazionale ,,, quando il pensiero socialista cominciò a concretarsi consapevolmente in aggruppa- menti politici proletari. · Il secondo e il terzo volume rispecchiano esclusiva– mente il pensiAro e l'azione so0ialista in Francia. Nel " Partito socialista in Francia ,,, Paul Louis ha cer– cato di delineare, con la maggiore chiarezza, le basi dell'Unità, la sua costituzione, il còmpito dell'orga– nismo centrale, della Federazione, della Sezione e del Gruppo, ne ha studiato i metodi di propaganda, l'azione svolta dagli eletti nei corpi rappresentativi, e i risul– tati che se ne possono attendere dal punto di vista· socialista. Hubert-Rouger in " La France socialiste., compendia tutte le manifestazioni della vita del Partito, dal Congresso della Sala del Globo, 23 aprile 1905, in cui fu suggellata l'unità, fino al Congresso di Lione del 1912, arricchen!io il volume con le deliberazioni dei Congressi, coi• voti delle Federazioni, con la no– meI)clatura e la storia delle Riviste e dei giornali pro– vinciali, regionali e nazionali, le biografie e fotografie dei deputati e dei militanti, e la statistica de.i voti ràccolti ·nelle varie elezioni e delle forze della organiz– zazione politica· di classe. Spigoliamo alcune cifre. Prima dell'Unità, le diverse organizzazioni nazionali comprendevano 34.688 soci; al Congresso di Limoges, 4 novembre 1906, cioè un anno dopo l'Unità cementata a Chalon, si noveravano 43.462 soci che avevano versato L. 28.956,50 alla Cassa centrale; al Congresso di Lione del febbraio 1912 si avevano 63.657 inscritti e L. 44.722 di versamenti. Elezioni legislative: Seggi . . . . . Candidati socialisti 6 maggio 1906 583 346 Voti Eletti " ,, a 1° scrutinio 20 877.999 31 21 52 " " " " in totale Elezioni. cantonali: 28 luglio 1909 Cantoni . . . . . . 2032 Cantoni con candidati socialisti 345 Eletti consiglieri generali . . 30 di circondario 35 . " " in totale 65 Elezioni municipali: 8 maggio 1908 Liste socialiste . . 710 ,, di coalizione . . 273 Eletti socialisti a 1 ° scrutinio . 2768 " " 2° " . 1155 " ,, in totale . . . 3923 Comuni nei quali ~urono eletti 196 28 aprile 1910 583 .351 1.106.047 27 47 76 2,1 luglio 1910 2032 349 67 70 137 5 maggio I912 938 436 3547 1979 5530 282 I progressi, in quattro anni di _unità, sono apprez– zabili.· Il quarto volume, " La Rivoluzione sociale ,, di Carlo Rappoport, ha una portata che esorbita dei confini della Francia, fissando il pensiero dei socialisti unitari su una questione che, per quanto discussa a lungo negli ultimi quindici anni con gli argomenti poderosi di Engels, Kautsky, Plechanoff, torna pur sempre di attualità, di fronte alla concezione dei Sindacalisti, che si riallacci11.no alla tradizione " bairr-icadière ,,, come unica soluzione della questione operaia. Il còmpito della violenza nella rivoluzione sociale è esaminato dal Rappoport per via deduttiva, con con– siderazioni generali, e p_er via induttivà, con l'ana– lisi dei fatti storici, che costituiscono il grosso del vo– lume, dalle rivolte incoscienti degli schiavi, alle insur– rezioni dei contadini, alla Com·une. Più che in ogni altro paese, è difficile in Francia reagire contro la con– cezione individualista o eroka della Rivoluzione, fon– data nell'as.~ioma che la società attuale è iniqua, as– surda, criminosa, che è interesse di tutti trasformarla, che, perciò, la rivoluzione è possibile sol che si com– prenda e si voglia; si proclami dunque su pei tetti la verità dell'assioma, per suscitare le buone volontà che non domandano di meglio che di " marciare ". Su co– testo principio si è persino cercato di formulare una teoria della ribellione in permanenza, nota sotto il nome di " ginnastica rivoluzionaria", trasformando cosi la · lotta "rivoluzionaria,, quotidiana in un mezzo di pre– parazione per conflitti sociali più vasti. Ma la, storia smentisce questa concezione eroica della rivoluzione, che parte dalla erronea premessa che sia la minoranza a fare la rivoluzione quando le piaccia; al contrario è la maggioranza, in qualunque regime politico e sociale, che, in condizioni normali, finisce per · far prevalere la propria volo:ntà. Se la minoranza fa una rivoluzione, la maggioranza la disfà. Certo, e la ~toria ci presenta fatti ed episodi in questo senso, un pugnò di eroi può, temporaneamente, impa– dronirsi del Governo di un popolo, come un despota può imporgli, con ·un atto di brutale violenza, la sua volontà di ferro; ma le sorprese e le violenze non du– rano, perchè la maggioranza delle forze sociali ha sempre l'ultima parola.· A cotesta concezione individualista della storia, pro– dotto del regime sociale individualista in cui l'individuo, padrone e possessore dei mezzi di produzione, ·si attri– buisce tutto il merito nella produzione della ricchezza come nella creazione storica, si contrappone la conce– zione materialista della storia, essenzialmente democra– tica e collett1.vista, per la quale le invenzioni e le creazioni individuali non diventano realtà storiche se non quando le maggioranze vi trovano il loro interesse e vi dànno la loro adesione. La mag~ioranza si muove sempre lentamente; di qui la lentezza del progresso storico. Solo quando gli in– teressi e i bisogni della maggioranza si trovano in contrasto coi poteri costituiti, si crea• da questo squi• librio una situazione rivoluzionaria. La rivoluziòné in. fatti non è altro che la rottura di un equilibrio o, come dice Marx, una " contraddizione tra i rapporti politici e sociali e le forze della produzione dominante, che, come tale, assorbe la vita della maggioranza ,,. Ma non basta la contraddizione tra le nuove forze produttive e l'antico regime politico e soci~le per ef- ·' fettuare una rivoluzione·; conviene siano già pronti gli elementi necessari alla vita della nuova società, perchè la vita dee rifiorire dalla morte. Questi elementi sono le nuove forze- produttive, utensili, macchine, grandi offi– cine, vie di comunicazione, mezzi di scambio possenti, grandi Banche, ecc., ecc., tutta ima rete di nuove isti– tuzioni, che sostituiscono l'azione collettiva all'azione individuale, la solidarietà all'isolamento, la mutualità alla concorrenza, la collaborazione creatrice alla lotta distruttrice. Solo a queste condizioni la rivoluzione è possibile poichè u·na società non si pone se non i probleini eh; è capace di risolvere e non muore se non porti nei
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