Critica Sociale - Anno XXIII - n.5-6 - 1-16 marzo 1913
76 CRITICA SOCIALE Il nostro Avanti! che aveva giustamente esal– tato l'impegno rivoluzionario dello sciopero gene– rale, pur avendo il torto di rimpicciolirlo per l'op– portunità di scoccare qualche strale contro i rifor– misti, non sentì, non comprese, non tentò di com– prendere il mutamento di soena, nel quale pure forse si spiegò un eroismo che, per essere di natùra diversa da quello " guerriero ,, che si attendeva, non era meno reale; si spiegò, cioè, l'eroismo del sacrifizio di ogni _individualistico pathos per sal– vare da ogni nocumento la causa proletaria, poi– chè lo spirito rivoluzionario di un partito che vuole la " classe ,, protagonista della storia, non le brillanti individualità, gli Impazienti generosi, ecc., richiede che nessun gruppo idealisticamente privi– legiato usurpi - come scrivevamo alcun tempo fa in queste pagine a proposito dei fatti tragici di Roccagorga - alla collettività, alla classe il diritto dell'iniziativa. Infatti un partito che sogna il sociali– smo, dl fondare, cioè, una società senza classi, ide:,t senza padroni, non puo lasciare che la storia nuova cominci colla ripresa del culto degli eroi, e delle dinastie degli eroi, della rivoluzione liberatrice, vale a dire con la rifondazione delle nuove schiatte destinate al regno. Di qui la responsabilità morale, politica e sociale dei depositari del potere del partito di non tradire il partito e le masse, trascinandoli a cimenti cl1e non rechino in sè, per cagione dell'imponenza vit– toriosa del vasto sforzo di liberazione e di realiz– zazione della classe proletaria, la certezza morale .del raggiungimento dell'obbiettivo proposto. Una classe che compie ogni giorno una parcella della rivoluzione sociale, che il -destino le ha affidato, non si manda, per amor di letteratura, per fascino di estetiche compiacenze belligere, per elegauza di concetti neo-ideai istici, al: macello per il pathos di una " giornata eroica "' La riluttanza che altri può sentire a questa no– stra proposizione, se ben g·uardi, scorgerà che non nasce tanto dalla nuova educazione rivoluzionaria, quanto dal vecchio istinto di violenza, restato in noi dal secolare abito mentale ca.ttolico-militarì– stico, che regge e governa ancora le nostre anime e mette in movimento le voglie ostentati ve e le.· vanità del valore individuale,· le quali - esso se– colare abito mentale - aristocraticamente, sia pure senza avvedersene, colloca al disopra dei bisogni e delle volontà del "gregge ,,, idest della massa. Ed ecco perchè la nuova coscienza veramente rivoluzionaria, in antitesi al vecchio istinto, chiede alle masse il quotidiano sacrificio necessario per ammassare a furia di organizzazione tal quantità di forza di classe, da sfuggire agli adescamenti depa morbosa violenza cui. propendono gli, ideali– sticamente privilegiati. Ed ecco come gli uomini che hanno responsabilità di direzione non debbono, per educarle alla g,innastica del sacrificio, eonsi– rlerarsi dei " re ,, che mandino le· plebi al macello,· ma debbono essere essi stessi così " massa », così " popolo ,, da non lasciarsi andare al "regno della guerra guerreggiata all'infuori della sicurezza che Ja " massa ,,, il " popolo ,,, raggiunga il prezzo della vittoria per cui soltanto si assolve quella cosa " atroce,, che è - sempre - la rivoluzione. In tale stato di coscienza dovettero essere i no– stri forti compagni ungheresi allorchè ordinarono la SO!;!pensione dello ·sciopero ,generale. Noi non siamo in grado di giudicare se l'apprezzamento delle circostanze sia stato - obbiettivamente par• lando - il più giusto. Ma, ammesso che sia - ed anche, in ipotesi, che non sia - lo spirito che li animò, prima e poi, si palesa come il più puro, generoso ed altruistico. spirito di classe· che abbia animato mai combattenti della causa proletaria. Giova credere sia stato _an0he Io spirito più accoi:to, quello che meno, nelle difficoltà presenti, li ha s'co– stati dalla mèta, il suffragio universale, diretto e segreto ; quello che, anzi, ve li ha di· più avvici– nati. In cotesta mirabile lotta, tanto per stanciarsi come per contenersi, il proletariato ungherese da parecchi anni giostra instancabile, o~tinato, eroico llel senso più augusto della parola. Quando scoc– cherà l'ora, tutte le energie proletarie, essendo state messe in movimento - e sia pure, anzi tanto meglio se senza cruenti scontri di rivolta - mo– bilizzate cioè nella pacifica consapevolezza della vo-lontà òella riforma liberatrice - vibreranno nella esultanza della conquista, perocehè questa non cascherà - infido dono gioii ttiano - dall'alto, prima che il proletariato si sia famigliarizzato alla sua idea e si sia, psicologicamente, preparato . a farne· sicuro uso a esclusivo vantaggio della pro– pria classe. Ed allora - quando l'ora scoccherà - nessuno discuterà se la conquista sia stata rifor- . mista o rivoluzionaria; essa a tutti apparirà - quale sarà: - semplicemente, una conquista .... so– cialista! CI,,AUD!O TREVES, L'"ENCICLOPEDIA SOCIALISTA." (I) Il culto dellct viol~n1ta, Non è un dizionario e non è una storia del socia– lismo; è una " nuova arme di propaganda ,, in dodici volumi, stampati, illuRtrati, rilegati con cura, che l'edi– tore Quillet ha .cominciato ,a pubblicare sotto la dire– zione tecnica, di Compère-Morel e con la collaborazione di rappresentanti auto1;izzati del socialismo, che hanno un ·passato ed un nome nel Partito. È pubblicata in Francia, compilata e scritta da Fran– cesi; quanto dire che non ha l'inquadratura, la solen– nità, e- la meticolosa erudizione tedesca, ma, nel suo motto "· tutto il pensiero socialista, tutta ZÌ'azioneope- 1·aia ,,, vuol essere ad un tempo compendio .storico, fotografia, apologia di tutte le manifestazioni del pen– siero umano, che, da· !'latone in pof, o come aspira~ zione utopistic!L, o come formulazione di una idealità concretata nella realtà dei fatti storici, .teserò e tendono alla liberazione della maggioranza della .umanità dal– l'asservimento. eoonomi00. E, pur nella. esposizione della fredda dottrina, nella critica degli argomenti avversari, nella citazione di cifre e documenti, è tutta pervasa da un fervore, da una passione vibrante per la causa, che, se po8sono sce– marne il V!J.loree il prestigio come opera di s_cienza,le dànno un senso di calore e di vita, che spinge il let– tore all'entusiasmo dell'azione e munisce chi sia già militante di Ìln vasto corredo di armi intellettuali. Finora, quattro volumi _sonoapparsi. Il primo, di Com– père Morel e Rappoport; intitolato " Un po' di storia ,,, esponendo le origini, le dottrine e i metodi socialisti, vivifica la ·rigidità del pensiero marxista con l'ardore della tradizione rivoluzionaria francese. , Dopo una introduzione in cui si pongono alcuni in– terrogativi sul Socialismo, e se ne presentano assionia– ticaménte i principi, vengono tratteggiate, con larghi (Il Encvciopéd·lesoclal'lste, syndtcale et coopérat·lvede.l'Internatto- 11aie, 011vrtè,'e; pu,bl!ée sous la. dlreotlon teohnlque de Compère More!. - Edlteur Aristide Qulllet, 278, Boureva.rd· SS.l!lt Oerma.ln, Parla •. - Sa.rii completa. In 12 volumi di olroa 6000 pa.glne. Esoe un volume ogni due mesi. In l!'rnuoia si ranno abbonamenti a s lire al mese. Prezzo totale L. 06.
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