Critica Sociale - Anno XXIII - n.5-6 - 1-16 marzo 1913

CRITICA SOCIALE 75 UNARIVOLUZIONE SOSPESA Lo sciopero generale era pronto fin nei suoi più piccoli particolari, perfino nei servizi di Croce Rossa. I nostri compagni ungheresi non hanno il culto della ri._voluzione,come i nazionalisti della ,guerra, perchè la " riyoluzione " è bella, perchè nella " ri– voluzione ,, splendono le belle qualità dei "rivo– luzionari ,,, degli eroi; dei martiri, perchè è l'occa– sione in cui si irrigidiscono tutte le energie, e i proletarì cessano di essere umili organizzati, devoti " scarponi n di una quotidiana lotta di classe per diventare " guerrieri ,, pronti ai " grandi sacrifizi ,, ed ai " grandi amori ,, in cui si dimostra l'insolente, eroico " disprezzo della vita ,,. I nostri compagni ungheresi banno anzi " il culto della vita "' E, per– chè )a vita sia più bella, più degna di essere vis– suta, vogliono che ogni uomo sia un cittadino libero, padrone del proprio destino, mediante il suffragio universale, diretto e segreto. E per questa mag– giore bellezza della vita, che essi veggono nel suf– fragio, sono disposti a dare la vi-ta, che pur amano e pregiano assai: ma il sacrifizio dève essere non solo bello, ma utile; anzi non è bello se non è utile, se non avvicina, se non assicura-, cioè, l~ob biettivo del sacrifìzio. Orbene, quando i socialisti ungheresi hanno creduto che il sacrifjzio ·sarebbe stato sterile, che si sarebbe conv:ortito in un inu– tile schiacciamento di vite proletarie sotto il carro trionfale della coppia infame Tizsa-Lukacs, non ostante tutto fosse pronto per la "rivoluzione ,,, le squadre non attendessero che di buttarsi in piazza e perèino le case dei borghesi alleati fossero appa– recchiate a ricettare i figli dei combattenti, secondo le convenzioni corse, i socialisti ungheresi, affron– tando anche con tranquillo eroismo èivile ·i sarca– smi degli avversarì e la collera dei proletari 9-isil– lusi, all'ultima ora hanno proclamato: " Lo scio– pero generale è rinviato a tempo indeterminato. I compagni tuttavia debbono tenersi pronti ,,. Come? ... Perchè? ... 'fradimento? ... La ragione ad– dotta dalla Direzione del partito socialista unghe– rese con la pienissima approvazione di tutto il partito socialista in Austria, è veramente straordi– naria e degna di essere considerata dal sociatismo europeo, .e sopratutto, cla quei compagni che, in nome del " rivoluzionai-ismo "' fatino sfoggio d·i .sarcasmi sul divenire parlamentare del socialismo e sulla lotta per la conquista dei pubblici poteri, mediante la scrheda. La ragione addotta del rinvio dello sciopero generale è stata ei'attamente questa, che, essendo alla lotta per le strade. mancato il contrafforte della lòtta nel Parlamento, la prima diventava uno sterile assassinio di masse. Il ma– nifesto con cui la Direzione del partito socialista proclamò il rinvio dello sciopero dichiàra espres– samente che, data la situazione delle cose politiche, il suffragio universale non sarebbe stato raggiunto che " mediante la rivoluzione nelle strade e me– diante la rivoluzione nel Parlamento,,. Ora,avendo l'Opposizione· parlamentare deliberato di non par– tecipare alla discussione del progetto e di abban– donare l'aula,. tale decisione, per •quanto rispon– <iente a onorevoli ed importanti ragioni, portava che la lotta parlamentare con quella protesta aveva· raggiunto la sua fine. Ma senza la lotta parlamen• tare, la lotta per le strade, per quanto eroica e piena di abnegazione, sarebbe stata senza effetto; essa non avrebbe servito che a liberare il Governo, con una reazione assassina, della più valorosa delle schiere dell'esercito del suffragio universale ed a fare con uno spargimento di sangue arretrare la lotta per il' proletariato. Pertanto la Direzione, con– [icia delle sue resp<;msabilità, è_costrE)tta a misurare la portata dell'applicazione dell'arma dello sciopero generale ed a riconoscere che sarebbe una colpa. morale ed un errore politico trascinare in questo momento il popolo davauti ai fucili ed alle mitra– gliatrici. E però pigliava atto della dichiarazione dell'oratore delle Opposizioni riunite, il conte Ap– pòny, che non avrebbero quelle mai riconosciuto il progetto Tisza come legge, nè mai avrebbero· desistito dall'azione per creare un diritto eletto– rale sinceramente e seriamente democratico. Ora, da queste considerazioni, ampiamente illu– strate in una propria parafrasi dall'organo centrale del partito socialista in Austria, l' A1·beiterzeitimg, che vi si dimostra pienamente consenziente, alcuni fatti. saltano agli occhi: Che lo sciopero generale era concertato con la classe borghese democratica e, quando questa si è ritirata dalla battaglia par– lamentare, il partito socialista si è ritirato dalla -lotta per le strade. Inoltre, il partito non insorge contro l'Opposizione borghese, non l'accusa di tra– dimento, trova, anzi, che i suoi motivi di agire sono onorevoli e importanti, e conchiurle manife– standosi pronto a continuare la propria azione in correlazione a quella dell'Opposizione. In nessun modo il partito accenna a riscattare. la propria in– dipendenza nella lotta per il suffragio universale, per reazione all'atteggiamento clell'Opposizione. Al. contrario, tutto il manifesto ribadisce la catena della solidarietà della piaz1:1a e del Parlamento, senza della quale appare vano ogni conato rivoluzionario. Ora noi dobbiamo confessare che in tutto questo aggroviglio di cose ci sfugge quel non so che di intimo che ne costituisce l'anima & che suol dare la. chiave di spiegazione dell'enimma. Notiamo che mai la concezione proletaria della 1·ivoluzione non si palesò più pa1·lam,entare, come nessuna azione parlamentan del proletariato si manifestò più ?'ivolitzionaria. Ciò ci farebbe esultare come l'e– spressione più compiuta e perfetta della tattica socialista in azione, se la strada e il Parlamento ungherese fossero entrambe tenute ad un modo dai rappresentanti. del proletariato. Invece, mentre la piazza è , tutta proletaria, il Parlamento, e in– tendiamo pure soltanto l'Opposizione, è tutta bor– ghese. E come! Ci istruisce infatti la Wiener Arbeiterzeitung che la capitananza dell'Opposizione è passata dal Justh, amico della riforma elettorale, ammalatosi, ai conti Appony e Andrassy, i cui limiti di incli– nazione verso una riforma democratica sono facil– mente riconoscibili e superati. Del conte Andrassy specialmente si dice essere egli col cuore più vi– cino all'oligarchia che al campo della riforma elet– torale, e di tutti cotesti conti si aggiunge che ci tengono ad essere uomini di Governo e, poichè la loro capacità governativa era danneggiata dalla alleanza con lo sciopero generale, così, il giorno appunto dello scoppio dello sciopero generale, pos– sono bene aver sentito il bisogno di mettersi sulla po1;ta e con gravi e offl.ciose maniere separarsi dalla " strada » • (sich, durch wiirdige, staatsméinnische Manie1·e, van der " St1·asse " zu scheiden). Eppure l'organo centrale del partito austriaco approva e plaude senza riserve al manifesto della Direzione 1iel partito socialista in Ungheria, la quale, sap– piamo, fu unanime nel deliberarlo. Probabilmente quello che per noi, a cotanta distanza, riesce mi– sterioso come un enimma si spiega con uno di quegli " stati di necessità n la cui considerazione si impone a tutte le coscienze, che hanno il senso delle responsabilità, che non si ubbriacano di frasi, che non giuocano sui puntigli dell'amor proprio le sorti di una riforma storica, che pongono costan– temente il vantaggio .riel .proletariato sopra quel lo di qualunque privata prestanza rii gesto.

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