Critica Sociale - Anno XXIII - n. 4 - 16 febbraio 1913

CI\ITIC,\ SOCIALE 55 quali s1 mtesse la trama dell'esistenza, sono amo– rali; sono la natura, cioò •l'opposto della morale, eh(' è l'arte... · - . Di front.e a simili asserzi.oni, Cl:'l'toad Emanuele ·Kant non può esser concesso rli,·iU-0cli ciUaclinanza sulle colonne della Critica Socia.le. Ma contro quelle ass erzioni io insorgo,· più decisamente che non ab– bia fat.to lo Zibordi; con la convimionc cli essere più coerente con me stesso, che non sia stato il Turati , postillai.ore della lettera cli Ziborcli col 'forati della re]Jlica a mr. li secondo T11r:iti non rifiuta più la morale: anzi dalla. considerazione che o$·ni oppressione eh classe si riassuma nel disconosc1me1\1.0 dell'assiomà mo• raie di rispctt.arc l'uomo- nell'uomo, è tratto alla con– cli'.1sionc, giuslissima, che il _socialismo non solo ha, rrÌa i; una morale. ]~cl l~manuele Kant, ]}rima repu~ · diat.o. tornH in onore quasi cli n11rne tutelare, còme colui che ha formulato l'imperativo categorico c,on queste parole: « Opera in modo, che l'umanità, nel– laHtm· persono,•eorne in qu•ella cli -ogni a!tre, sia con-' siderak1 come fine in se ·stessa e non mai· come semplice mezzo». H,ispcllare l'uomo nell'uomo: non risorge forse in queste parole quella umanità cl1e il Turati, ve– dendola opposta a!l'animalilà, aveva rinnegato co– me i-esiduo ciel vecchio spirit.ualismo? Qui va dun– que ricercala la spiegazione delle sue prime affer– mazioni: nella paura (come dice lo Ziborcli) di es– ser creduto un chierico. - Vogl-iamo oombatt.ere il vecchio spi1·ilualìsmo? dunque ci occorre affermarci mat.ériahsti. Lo spil'ilualismo vecchio aveva una mo– rnlr, fosse pure da seminrtrio? dunque asseriamo la nostra amoralitù. Ebbene, questo easo parl.icolarr, occorso a(l"amico Turali, è per mc ·quanto mai tipico ed istruttivo. La cr: i.si odierna del socialismo potrebbe in parte trovarsi spiegala in una consimile rinne gazione cli se stesso, fatta per aecenluare la pl'Opria cliffercn.za dagli av, ers:1rT. Il socialismo non solo ha, ma 1; una morale. Un alto é potente soffio di idealità eli~a gJi ha infuso la prima· vita; ccl è rimasto, in fondo, la sua anima. In fondo: ho clet.t.o; ed avrei forse dovuto dire: mo-lto in fondo. Perchè, opponendo una sua visione della vit,1 e del mondo alle a!Lre, il social.ism-0, che nella clo.tl.rina marxistica moveva da una filosofia tutt'altro che malerialislica, ha sentito il bisogno- cli proc'lamarsi materi_alista; e, combattendo •~- conce~ · zioui morali inferiori alla sua e gli. sclilin'ìuimenti cli coloro che predicavano l'evangelo dcll'am'ore co– me soluzione· della questione•sociale, ha cre(luto ne– cessario più di una volta di dover i rridere alla mo– rale e di dichiarare le idealità etiche affat.t o estranee a sè. E questo al teggiamcnto nou ha avuto soltanto l'effet.t.o (del resto non del tutto trascurabile) cli svia– re .dal socialismo la gioventù nuova che non crede di., potervi soddisfare b sua· setc di ideale; ma ha avuto più gr:1\'e risultaLo, di offuscare nella stessa - classe lavoratl'ice quell'alto sentimento di umm:1.ità che nclb sua universale estensione costituiva la c o– sc.ienz,\ çlclla solidm'.ictà p11olet:aria; e di frazionarla in gruppi, inl.cnti ciascuno al pr?P:io utile econo– mico e per ~,ò spesso. lll antag,omsmo fra loro.· . E se la crisi si vorrà superare, sarà soltanto m un ~itorn-0 ·alle' -ori gi1ù,. a · quella esigenza clel\a. Me11.schlichlreil, ché cònt.ro l'oppressione del regime di classe il proletariato, c ome scrivevano Marx ed Ena-els fin dal .l8filt, affei:ma ndl'at.t.o -stesso della sm; ribellione. . · La nivcndicaz·ione proletaria c1iscen:cledun_que d~l– lo stesso impcratiYo kantiano: voi.ere· che l_-umamtà siu srmprc rispettata, nella pcrso!1a propria e nel– l'altrui. Non srnza fondamento· \'orlander e Bern– $ll'in hanno predicato il ritorno a Kant come supe- ramcnto della crisi ciel socialismo. Ma non è forse qucsla unw.nilèt, anche nel socialismo, contrapposi.a alla .aniinalilà? Da Marx in poi, tuth i socialisti han sempre, all'ammirazione per. il proletariato consa– pevole e rivoluzionario, opposto il disr,>rezzo per il Lumpen1~rolelarial: uomini i primi, bestie i secondi. Nella ribellione alla Unmenschlich!..:eit, alla disu– manità del proprio stato è_ ...L scriYeva l'Engels nel 18'15 - la prova della coscienza umana dei prolt;c. tarì: coloro che non si ribellano non si curano del– l'uma11·it.i1; morti nello spirito si lasciano maltrattare dalla sorte e s"ubriacano hcstialment,c d'acquavite e di. piaceri scss11ali. Gli operai s-0no uomini,fin chè senl.0110la collera contro la classe dominante, sono bcslie. quando acceU.ano 'una vita da schiavi cer– cando solo di renderla gradevole. ()11i, amico Turati, saremmo dunque in pieno spii·itual-ismo? C'è una umanilèt opposta all'anima– lità, e'<_• la morlc dello spirito c i brutali pi•a~e·ridel corpo che convPrtono l'uomo in bestia, c'è, ih som- , m<'t, il dm1lismo del corpo e rlrll'anima, della carne · e rlello spirito. della sàntità e (lei peccato? No, c'è, soltanto il riconoscimento di u11a scala• dei valori. ncU.a ciuale le esigenze della umanità, la consapc– v-olezza della dignità clii uomo, i bisogni. della co– scienza, lo sviluppo della personalità intellettuale e morale occupano un posto più alto che i godirnenti fisiai. Vuol ·forsr l'Engels condannai:c· la sessualità? Mai più; ma y110loche non si s~vrapponga alla vita clella coscienza. che non l'offuschi e non la clistrui;i;c ga: da sola, in oppos·iziouc alle esigenze pjù eie·– vate, la scssualitù diventa bestialità, appunto perché è impedimento alla umanità. Anche q11i dunque nna idea morale contrasta acl un impulso fisiologico: si ha una forma di quel cont.ra.slo contro il quale insorge il Turati (1). Egli non sembra ammettere ehe un « precett.o morale » abbia mai a comprimere un bisogno fisiologico; ma, applicando qnest;:i sua regola ai casi , singoli, si viene anche ·a giustificare lo stup1'0 violento, che può essere per l"app11nto sfogo cli un bisogno fisio– lo-gico non raltenuto ria precett,i morali .. 'se non chr. qui il Turati sembra obiettare: il valore morale. che nell'uomo fa l'uomo, non si sminuzza li Pi •Sill\!Oliatti; la vita non si j)IIÙ ridurre a frammenti, che abbiano ad essere ognuno spec– chio del tutto. E st.a bene. Ma non mi sta il Turati gr.idan<lo la croce addosso perchè, ho consentito che la consapevolezza della norma l:'ti ca non esclude la imperfezione della nostra condot.ta, ma esige lo sfor– zo operoso n volonlàoso cie l perfezionamento? Che era come dire: il valore morale dell'uomo si mi– sura dall'i1ilnnsità del suo sforzo di tradurre ]',ideale nella realtà, ma non è distrutto da qualche singolo at.t.o·che non sia conforme all'idealità etica? No, non ogni atto .è specchio di lutto l'uomo; ma non csagrriamo la portata di qur~la conccs~wne. Se non rispecchia t11ttol'uomo. ogm alto n<: nspec– chi-a una pa1fo; se non può distruggerne 11 valore morale, può diminuirlo; e la diminuzione sarà. pro~ porzionale alla gravità e. all_a frequenza deg~ att~ (s'intende c_hc non 1111r1f_er1sco_ soltanto agh_ att~ •cstcr,:iii;,..maanche a ~p1cllimterm d~l v?lere: d1tem1 qnlindi. ''amico Tnrall, che dal semmal."lo passo an- • che al i:,:ibunale dcll'inq11isizione) che contrastino al- ' la norma ·rtica. Cl) lnRorgi:,; ma l'lr.ndoìidool lui 1rnrP. i: Forsechè nel piacere sen– suale 'oondlvlso t}l:rn traluco p\lr sempre - 'J!tff chhtnque t,on sia bruto - qualche lfunpo111,<\ll'etto .... quaiéh<) raggio <l'amore .... qualche cosn 1nsomma·d1 più ,,m'tt1,o ... ? ,,. Cònìe?-titfonm,o e dunque nel sentimento. nella bontà, nelln poesia~ nell'lde11ilÌà-,..che tra1uce1 e il br11,lale t! nel• l'esolushttà del godimento flstcO? Ma ,l non è questo esattamente i1 •gèrgo del vecch10 eplrlto,'1-tsmo :i -ecc. ecc.? E come et co_nclUa con . qu• ne , ltre p11role: ~ qu11nto vtù 1r, aglonevc le: f antfl pli1 puro "?

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