Critica Sociale - Anno XXIII - n. 4 - 16 febbraio 1913

CRITICA SOCIALE 53 la soyrapposizione di tutte queste revisioni e di questi giudizi, chi può trovare e, punire il vero reo -degli errori commessi? Non è giusto colpire solo in basso; perchè, ·allora, tap.to varrebbe confessare ,che gli organi superiori son o una superfetazione; non è dat? colp~re sdlo in a!to, perchè,_ a dispetto -delle leggi e dei regolamenti, ·al super10re manca la possibilità materiale di rivedere t~tto quello che fanno gli inferiori. Sicchè la responsabilità è di .tutta la complicata scala gerarchica, cioè di nes~ .suno. Se si vuol dunque una riforma fondamentale, è nell'ordine della responsabilità che bisogna chie– .derla. Occorre semplificare gli ingranaggi, abolire i controlli inutili e costosi,· che snervano e rimbe– .cilliscono la burocrazia, e creare ad ogni funzio– nario una sfera di libertà, entro la quale sia real– mente padrone dei. suoi atti. Una simile riforma, ·-creda l'amico Turati e lo creda il Mondolfo, sarebbe miRliore di qualsiasi Sipda_cato ~i, quella cosidet9 opm'i'one pubblica~ che, tirate b~ne le somme, fini– .scc sempre per essere l'opiniòne di qualche privato. PETER A UGEN. A,bbiamo dato subito il passo allo scritto di Peter Auge11, per-chè conosciamo troppo bene l'autore e, .se le sue parole (basterebbero le due ultime righe) tradiscono il punto di vista <li chi guarda le cose tro– vandosi già discretamente in alto sulla scala a piuoli -della gerarchia, esse tuttavia rispecchiano il -convin- -cimento di una -cosci-enza·onesta e -sicura, i-lluminat;1 .per giunta da 'un;a non breve esperi-enza delle cose. Può esse-re_ che il fatto sµbiettivo di -cotesta sicu– .rezza di coscienza s-ping,a Peter Augen a generaliz– zare un po' troppo nel certificato di buona condotta, ~h 'ei vorrebbe rilasciare, in massima, ali-a ,burocra– ,zia àlta e bassa; pur troppo - e non lo rileviamo dav– vero -con compiacimento - fatta pure una parte lar– .ghissima ai -casi <li « vendita di fumo » (IJ.e cono– .sciamo noi. pure dei veramente -classici), è impres– .,;;ione ormai generale, in -chi vive sopratutto la vita .della capitale, che l'antico hpo dell'impiegato ita– liano, magari « piemontese >>;-povero ·(e ancihe corto ,e pigro sovente) ma onesto quasi sempre,· non· costi– tuisca più, ,come un tempo, la regola - -che l·a uni– ficazione o il livellamento delle v,arie regioni ·del paese, nei rapporti del costume amministrativo, ·sia .avvenuto nel -senso del ,costume peggiore - e che il· rifo.ssam·ento morale sia a dismisura •aumentato cOIJ'avvento d~i GoVern{ cosidetti' pi'ù.(( dem-ocratici ;: coi quali la tradizione di decorosa rigidezza, -che, a malgrado <li taluni episodii di consorterie denunziate, -dominava i Governi :-della vecchia ed ispida Destro, venne definitivamente rinnegata e sepolta. La qual cosa non -diciamo che debba suonare -con– -danna per lo spirito (se esistesse) -di una vera e sana -democrazia, sia perchè questa, sopratutto nella vita -degli Uffici, non sappiamo quanto sia penetrata, sia perohè aUa spiegazione del fatto lamentato mo-lte ca– _gioni -concorrono; quali sono il rapido -e tumultuario svjluppo di tanti pubblici servizii, l'immigrazione nei pubblici impieghi di una folla -d~gente nova, venuta dàllo sgretolarsi della piccola corrotta borghesia del– le regioni meno industrialmente progredite, il rinc,aro -<lella vita, troppo lentamente seguìto dai migliora– menti <lella carriera, ecc. ecc. Certo è che giammai -0ome oggi fu comune il lamento e la -constatazione deH'opera di corruzione esercitata - sia pure non, il più 'sovente, per -calcolo turpe o fine di lucro - .da ingerenze parlamentari, e di uomini pubblici -e di affaristi .di alto bordo, e sinanco di Ministri -e di Sottosegretari"i -di Stato, nel senso di agevolare fa– voritismi, di ~eprecai:e doverose misure di rigore, e insomma di esautorare chi dovrebbe avere la res.pon– sabilità concreta <lella direzione dei servizii, con sov– vertimento profondo della giustizia e della .cli&ciplina. H -con-cetto, ad esempio, che nulla possa ottenersi dal Governo, e d-ai suoi numerosi organismi esecti, tivi, senza autor-evoli raccomandazioni, ·e che tutto possa _ottenersi mercè di queste - sia pure concetto esagera~o dalla -credulità degli ignoranti e dalla spe– culazione dei ~iarl-atani - si è andato, anzichè affie– volendo, anzi avvalorando, e ciò non può -essere senza cagione; ,e pone i parlamentari, anche i più onesti e i più 1:igidi, in una condizione prati,camente diffi– cilissima, -<lacchè, per -effetto di esso, il diniego di so!J.e-citare cosa anche legittima in sè nell'interesse privato assume s-empre apparenza, ·spesso sostanza, ài vero "din\égo di- giustizia, 'quando la raccoman– dazione è implorata sopratutto come dif.esa, tendente a ricondurre l'equilibrio delle influenze. D'altro canto, non è chi non intenda -come la più onesta •e misurata dell-e raccomandazioni, nell'inten– zione di colui clìe la fa, non dipende affatto da lui ·che non vada oltre il segno della giustizia, dato un ambiente morale 1 ·pel quale l'Amministrazione coglie a volo ogni occasione cli tentar di guadagnare ed avvin– cere ai padroni del momento l'uomo politico o l'uomo influente- che ad essa si rivolge, -e tanto più quanto ne è maggiore il valore e meno sospettata la probità. Noi potremmo, a .questo ,proposito, -citare, dalla no– stra -personale esperienza, aneddoti straordinariamen– te eloquenti e sintomatici, come indice dell'atmosfera morale dei Ministeri, Anche quando avvenga a un deputato, poniamo, non sospetto di facile -coscienza, .di reclamar.e al Governo contro cosa che gli sembri un abuso o una scorr-ettezw., o di fare ad esso pre- .·sente la eventuale ,convenienza di un -provv-edimento, subord\natamente alla verificata sussistenz•a di deter– minate circosta!Tze delle quali lo scrivente ebbe noti– zia -dagli interessati e che egli, come si affretta a premettere, non può controllare; la risposta del Mi– nistero, o si,a per concedere o sia per negare, ha sempre il medesimo tono, -che non è <li chi abbia esaminato se un abuso e$istev,a -da correggere, o se quelle date circostanze sussistevano o no che avreb– be1;<;> gjustificato il provvedi~ento; ma -è sempre e soltanto espressione di compiacimento, oppure di -ram– marico, per avere o non avere •potuto -corrispondere, con un atto di favore speciale, alle uiuc premure del ri-chiedente; un frasario decisamente offensivo per co– lui al quale è diretto, e tale da giustificare una vivace reazione, s-e per lo più non si preferisse- ,attribuirlo, meglio che ,a un -pensiero speci(ìco e calcolai.o, al mec– canicismo di un gergo stereQtipato, che per altro non è perciò meno la rivelazione di una vera· amoralità amministrativa, tanto più grave e profonda, quanto più inavvertita. Certo, non sarebbe gi.usto ascrivere· a colpa dei sin– goli impiegati il radicarsi di metodi come gli accen– nati, dei quali essi sono sopratutto gli strumenti pas– sivi; metodi i qu,ali, per altro, mentre si presentano come -causa ed effetto insieme del tralignamento ·del regime parlamentare, e abbassano la dignità e la fun– zione del rappresentante politico e dello stesso Go– verno, discreditano inoltre e compromettono sempre più non solo l'avvenire di un sano reggimento demo– ,cratico sotto l'-a!'.petto politico. ma sopratutto compro-

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