Critica Sociale - Anno XXIII - n. 4 - 16 febbraio 1913

60 CRITICA SOCIALE sua impotenza in questo campo. La sua indubbia retti– tune e prE>parazione tecnica e alacrità, tutte le doti per '1e quali fu accolta con tanta simpatia e tanto cordiale -aspettazione la sua nomina a Ministro nella primavera ·del 1910 e per le qÙali ci è cagione di amarezza il par- lare della ·sua opera come facciamo, furono, a cosi dire, annichilate e rese sterili di qualsiasi salutevole effetto <la cosiffatta sua preoccupazione di parsimonia. E questa ,anche fu - forse senza che egli se n'avvede~se - a fargli concepire e tentare così timidi e inadeguati di– -segni di riforma didattica. E per un'altra ragione gli insegnanti medi sono ve– nuti a poco a poco, e non Renza rammarico, dimettendo le fidndose speranze che prima riponevano nell'on. Cre– <laro: .perchè la sua amministrazione è stata ed è verso di essi, anche nelle piccole cose - in quelle "piccole eose ,, che son tanto moleste e spiacenti per coloro a cui appartengono o si riferiscono! -, informata a uno spirito e a una pratici< di sospettosa diffidenza anzichè di simpatica cordialità, di fiscale avarizia anzichè di ragionevole e umana liberalità. Creda !'on. Credaro che, non meno delle intollerabili angustie e dell'iniqua infe– riorità del loro stato, hanno esacerbato gli insE>gnanti, e anche i più docili fra essi, misure come quella, as– surda e crudele, per cui viene a cessare il compenso delle classi aggiunte dopo il terzo giorno di assenza continuativa o dopo il sesto di assenza, pur disconti– nua, annua.le ; misure che feriscono e avviliscono e che, nella loro cattiva meschinità, sono un segno eloquente la loro impazienza, a costo di esHere fatti passare es~i pei soperch'iatòri e non più per le vittime! E ricordi l'arguta e sovversiva osservazione che, a quel punto, fa il Manzoni!... E si vendichi, a dispetto di tali lividi consiglieri, si– gnorilmente. La legge, che è per presentare alla Camera, la conduca in porto prima della fine di questa legisla– tura; e sia una le!\"ge larga e tale da dare veramente e per lunga serie di anni un po' di serenità e di vita men tribolata ai professori, alle loro famiglie, alla scuola: Non ripeta l'errore, a cui, comunque, orà'gli inse_gnanti non si acconcerebbero, del 1906: di dar loro un au-. mento irrisorio. Ma dia invece un aumento, che li sol– levi veramente dalle angustie della semi-miseria in cui ora languono e rialzi la dignità della loro vita e del loro ufficio. ' Egli compirà ·così un'opera di giustizia e renderà un grande e civile servizio al Paese. E la classe degli i!]– sègnan1ti medi, e la loro l<'ederàzione, ·ord più fortè'e fervida che mai, 11arà ben lieta, nonostante le nubi pas– sate, di dovere a Luigi Credaro la liberazione delÌa scuola secondaria dal malore che ora la paralizza e la dissolve. so gennaio. xy. CRISIDI RINASCITA? del conto che il Ministero fa della classe per cui le hli " Dai principi a.Ile cose ,, intitola Zibo'rdi il suo arti– escogitate e le applica. E anche è stato ed è motivo di colo, proprio come io in un periodico settima_nale inti– cruccio e di malcontento tra i professori medi il fatto tolai uno scritto,_nel quale sostenevo idee opposte alle che, in questi ultimi due anni, a poco per volta, per sue. Accordo dunque nel titolo, non nelle cose. In ·questo via di disposizioni frammentarie inscritte in l1>ggi spe- sparire delle divisioni fra partito e partito, è, Pecondo ciali aventi altro titolo e oggetto, alcune delle princi- Zibordi, la causa della crisi dei partiti; e, per Coluc~i, pali e più preziose guarentigie del loro stato giuridico esso è il sintomo, la causa, l'essenza della crisi stessa .. sono state soppres~e o ridotte entro confini quanto mai Io non sono abbastanza profondo· in metafisica per se.' angusti ed elastici: e chE>,nel pensiero e nella pratica guire in tutti i suoi 'avvolgimenti la disquisizione filo– della Minerva, sembra ornai essere pacifico che la pa- sofica di Tullio Colucci, ma una conclusione appare dal tante di maestro elementare o il diploma semiuniver- suo scritto: alla crisi non c'è rimedio. Questa è perchè sitario di direttore didattico valgano assai più, agli ef- è, e la sua ragione d'es8ere è nella sua stessa esii ;iten.za . (etti delta ca1·1•ie1·a secondaria, della laurea, dei meriti Pare che egli se ne scoraggisca, ma io ....!. pure accet– lettera, i o scientifici, dell'anzianità - com'usa dirsi - tando la sua tesi - mi mantengo ottimista. Il mondo , di servizio. O non !;lisono visti l'anno passato dei mae- non può stare a servizio dei filosofi come Colucci o stri - in sèguito, natt1ralmente, a un legalissimo con- degli ambiziosi, come quei tanti che il 'lettote puo· citàre corso! -- di vantare di bòtto professori di pedagogia e da sè, prende~doli da qualunque parte . .direttori dei cosiddetti Ginna•i magistrali i. e non sono 1. I principi·? Mli'.essi valgono, caro ZiHcirdi, in qùa~to essi ora - poichè tali Ginnasi saranno trasformati in ' si attuano giorno per giorno. Sòltanto i monaci dellà Scuole normali - per diventare direttori di tale ordine 'febaide potevano pensare che la perfezione· e la sai.;. di istituti? E ciò, mentre, per fare altrettanta strada, vazione dell'uomo stessero nell'attesa· della morte. I i professori medi, che abbiano il peccato d'origine di principi possono dare la direttiva del moto, ma non possedere una laurea e d( non essere maestri elemen- sono .il moto: Tornare ai principi può significare sol– tari, devono eccellere fra i loro colleghi ed essere " in- tanto tornare a studiare le regole direttive e può gio– .grigiati ,, sulla cattedra? vara soltanto quando tali direttive siano dimenticate. Non a'adonti quindi l'on. Credaro se gli insegnanti Ma allora dovremmo confossare che finora si è sbagliato, secondari non si sono mostrati e non si m9strano paghi che il movimento cooperativo, parlamentare, ammini– della sua opera passata; e non gli dolga che, pur col strativo e sindacale è fuori d'ogni direttiva socialista, 'rispetto deferente dovuto al suo ingegno e alla sua illi- chè bisogna distruggere ogni cosa e ricominciare', È la batezza, anche da queste colonne, che non gli furon certo tesi degli anarchici, dei sinrlacalisti; degli stanchi, degli mai nemiche, gli sia stato detto con sincerità rude .il' annoiati. Invece noi dobbiamo e vogliamo correggere, vero. E non si lasci prendere nella ragna dei consigli rafforzare, migliorare, avanzare. ' frodolenti che gli vengono da quelle gazzette - non I~ fatto_.che la crisi•investe tutti i partiti e non sol– importa se anche vadano per la maggiore! - che si tanto il partito socialista non dimostra forse che· essà · adopra.no di inacidirgli l'animo contro gli insegnanti è al di sopra e al di fuori delle volontà individuali? medi, rei di.... aver fatto - molto compostamente, del C'è una crisi di morte e una crisi di-rinascita. Eviden- resto - come Renzo in casa di don Abbondio: di avere temente la crisi attuale non può essere di mor~e. L'as-. -eioè dimessa la loro docilità rassegnata e gridata forte sopimento, che prende gli organismi in un momento

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