Critica Sociale - XXIII - n. 2-3 - 16 gen.-1 feb. 1913

l CRITiCA SOCIALE 41 ciulli :nelle· industrie, -pur costringendo a uguafo ri– duzione del lavoro· maschile ovunque i due sessi· par– tecipano al lavo,ro, nello stesso. stabilimento, non in– deboli affatto J.e industrie che dovètterÒ · adattarvi,si. Piuttosto le invigeri. Un freno gradua;le e ragionevolé nell-0 .sfruttamento eoces·sivo ·della forza di lavoro è il più' efficacè stimolo al progresso te-cnico e commer– ciale. Il lavoro più breve e meglio compensato si fa, di règola, più. intenso e produttivo. Si semplifioano e perfezionano i metodi della produzio,ne, si pròcac– èiano ,nuovi sbocchi· allo scambio. La possibilità di meno avari riposi, sopratutto se accompagnata dal diffondersi di oper-e di cultura popolare, -consente un migliore sviluppo ·delle superiorr' f.acoltà de!J.e masse, e intensifica la vita di f.amiglia e 1a vita sociale. La tendenza, d'altronde, ,alla riduzione deg,li orarii è manifesta, .:e ìippare ineluttabile in tutti ( cam,pi del lavoro; ·1a società vi sj adatta con vantaggio comune. Persino sul lavoro a domkilio, il meno controlla.bile e il più natur.alµiente. indifeso, si esercita oggi, in più di uno· Stato-, .la vigilanza moderatrice. dei Comitati del lavoro creati d.alla legge. · Queste consid-erazioni indusserQ il vosla'-0Re·la-tore a proporre una formula modificativa dell'articolo 4 dèI disegno di legge, giusta la quale, stabilito in 9 ore · l'orario no,rmale, il lavoro e_ccedente questo tempo dovesse essere .giustificato da esigenze eccezionali, non potesse eccedere le 25 ore mensili e dovesse ve– nire rimunerato a parte in misura superiore di al– meno un terzo a quella pèl lavoro ordinario. In so– stanza, s.i otterrebbe· eosì quello che le migliori or-· ganizzazioni operaie hanno già compre·so nei loro con– cordati <li tariffa. Vero che; non ammettendo-si alcunà · forma di salario minimo legale, una disposizione_ di questo, g-enere. tenderebbe a rimbalzare, in: ,qualche ipisura, sfavore·volmente sugli stipendi e sulle paghe (ciò che nei -coneordati di tariffa è ostacolato dailla simultanea fissazione dei salari), in quànto non pre– valesse l'influenza opposta della -scemata <lisoccilpa- · zione. Comunque, l'obbligo <li conteggiare .a, parte il lavoro straordinario:e <li pagarlo di più --eoadiuvato ·. ' da;gli sforzi difensivi delle -organizzazioni dell'impiego - non potrebbe non esercitare una influenza sensi– bile verso -un certo quale equilibrio e nel se,iìso di porre un ri•p.aro alla condizi<;me do!G,rosa di quegli impiegfllti - anche di istituti importantissimi - la cui giornata è tµtta e sempre in. balìa dei dirigenti, senza akun. limi-te·o freno. La m.aggimanza 'del 'Comitato 'permanent'e; pu'f'non accedendo al nichilismo iegislativo· assoluto in que,sta materia, non c,red-ette matur-e le ,condizioni del paese per una regola legislativa uniforme· in tema di orarii, e opinò che sarebbe ,miglior partito investire, anche su questo tema, dei po-teri op'portun1 le CQmmissi-oni arbitr·ali •loc~li.'L'artfcolo 4 verrebbe soppresso, ag– giungendosi in propositQ· un comma aH'articolo 7 (6 del nuovo testo), ohe ad ,esse si riferisce. E infatti il nuovo art. 6 provvederebbe. in doppio modo: commettendo (comma 1°, lett. e) alle Com-. missioni provinciali di stabilire, quando occorra, in relazione all'indole della azieodà ,e alla natura del~ l'opera prestata dalle varie categorie d'impiegati, i limiti di orario ordinario e le condizioni per là pre– stazione, del lavoro straordinario; autorizzandole (comma, 2°) - giusta un metodo largamente adot- , lato nella. legislazione ·britannica - a omologare gli accordi, che prendesse la maggioranza degli interes- sati di ciascun ramo di commercio e delle due classi, ci-rea l'o,ra di simultanea chiusura dei negozii. La -dupl.ioodisposizione - nella blanda ed elastica forma adottata dal Consiglio Superiore del' Lavoro - è dunque piuttosto tin incoraggiamento alle di– scussioni amichevoli e aUe paçifiche intese, cui da– r-ebbe suggello e sanzione, anzichè misur_a uniforme di coercizion,e. Ed è facile prevedere che essa avreb– be. da principio qualche maggiore applicazione in' riguardo alla chiusura dei negozii, sia meridiana, sia (,e,rale, che già tende a stabilirsi· d'acco,rdo, con· vantaggio dei commessi e senza sensibile danno d,el commercio nè molestia pei consumatori, ,e assai più vi riescirebl:>e, introdotto che fosse il regime delle maggioranz,e, imponentisi alla slealtà dei contrav– ventori - anzichè nell'ambiente così vario diegli Uf– fici, delle Banche, degli impieghi propriamente detti. Nell'un campo, d'altronde, come néll'altro, ogni ri– sultato positivo non potrà essene che direttamente proporzionale alla forza e àlla compattezza delle or– ganizzazioni difensive degli interessati. Non per, questo, noi, che pure proponemmo ,e cal– deggiammo una formula, com,e si è visto, .più recisa– mente imp,erativa; non per questo stimeremmo su– superflua :od illusoria la misura legjslativa, pur nel · suo più tenue dettato. Più tenue, certament,e, chi molto badi al suono delle parole; ma, perchè più tenue e più adattabile ai fatti., anche più saldo e si– curo negli effietti, se per esso la organizzazione degli . impiegati sia stimolata a formarsi ,e ad irrobustirsi, e meno ad attendere: da limosine legislative che dalle sue proprie conquiste. . Perchè è questo - ,e con ciò ne piace chiud,ere, come le aprimmo, queste rapide note - è questo, sopratutto, che è legittimo attendere e pretendere· da provvidienze legislative, sul terreno economico, nelle competizioni delle classi : ch,e la legge agevoli e assecuri gli sforzi e le sudate conquiste dei lavo– ratori; non già che dallo. sforzo e dalla conquista essa li dispiensi, la qual cosa avrebbe del prodigio e porterebbe seco la menzogna e la delusione che son proprie di ogni prodigio. E ciò vale per questo, corrie per gli altri argomenti di cui si occupa il disegno di Legge: disdette, inden– nità, interruzioni rimunerate di servizio, misura delle f,erie e altri Yantaggi somiglianti. Troppo ancora è diffusa la infantile opinione che basti un inciso di un paragva,fo di legge a creare· quelle garanzi.e, che gli interessati sono impotenti a procacciarsi. La realtà per altro smentisce la facile utopia; ,e la na– tura delle cose, il rapporto reaLe delle forze in con– trasto, ristabilisce ben presto, per via di imprevedute reazioni, e _il.icollusioni umilianti ma inevitabili, gli. equilibrii turbati con violenza. Nessun bene è gra– tuito ruella vita: le riforme sociali, come ogni altra . cosa, valgono esattamente quel che s.ono costate. La C. S. Abbiamo pubblicato: ANT 1 ONIO GRAZIADEl La questione agraria in Romagna. (Mezzadria e bracciantato) Lire una. lt volume, di olli·e 150 pagine, è in vendita atta Li– breria dell' .A.vanti! (Milano, S. 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