Critica Sociale - XXIII - n. 2-3 - 16 gen.-1 feb. 1913
2G CRITICA SOCIALE l'argomentazione è evidente, e non giova ridimo– strarla. Non creatore, ma creatura, è il cc dittatore», della situazi·one. La potenza è nell'impotenza altrui. E il regime personale italiano - lamentato ora anche dai conservatori - è appunto nella disgregazione, nella viltà dei partiti. Ci son violenze che si abbattono;· ci son predomini che si fronteggiano e si respingono; ci può esser dunque, ed efficace, una reazione -0ontro il prolungato e prevalente potere d'un uomo. Ma gli è che, nell'ora presente, non solo manca cotesta rea– zione, 'bensl esistono condizioni favorev-0.Jia quel po– tere: sioohè, tutto ,computato - il bene che non può esserci, il male che c'è, e il peggio che ci sarebbe - dève apparire, non pure fatale, ma addirittura prov– vida, la mano vigorosa e ferma, che sia seguace d'un sicuro intuito. È accettata, è deside·rata,, è domanda·ta. Rappresenta un.a provvisoria soluzione; la condizione, e lo ,strumento unioo dell'azione. Essa - si noti - non strozza un'esistenza, ·sostituisce un'as,senza; nqn demolisce, ra,ccogli,e detriti; non acceca i veggenti, confonde i confusi. Placa e domina la ridda, e copre con la propria resp-0nsabilità l'irrespons,abilità co– mune. - Comanda perchè è obbedita, ed è obbedita .per-chè comanda: questa reciprocità la salva dalla colpa, e non ne ·fa una vittima. AI potere personale l'Italia deve per avventura il suffragio quasi-universale: motivo di gioia per gli uni, di .tristezza per gli altri, che pur dissero « si ». Ciò attesta, comunque, l'efficacia di quel poterè, in certi momenti, nei quali ni,ente si vuole, e niente si conquista. E, dopo tutto, non esso è reo di aver voluto la riforma, quand-o il valo-re, per l'assenza degli inte– ressati, doveva esserne più piccolo. La sfiducia m;l pa1•lam.enta1•ismo. li pathos s'allarga, investe il p aTlamenta:r.ismo. E :rnche qui un ciroo.Jo vizioso: la crisi de-i partiti n'è causa o effetto? O non è forse l'una cosa e l'altra in- sieme? · Il parlamentarismo soffre un po' da per tutto, e pe-r motivi div,ersi. In Inghilterra, per l'organizzazione dualisti-oa dei partiti, che tende, secondo. l'Ostrogor– sky, a quella forma violenta e d-ominatri-oe ch'è il cat'.cus americano. In Franci,a e in Italia, per la plu– ralità fluttuante dei partiti, che g-enera l'instabilità della vita parlamentar-e o, ultimo eff.etto, la stasi del .potere personale. \ Nel periodo, che seguì immediatamente l'unificazio– ne ~a_zionale, e che segnò, specie per la c-ompatta tradmone del partito liberale, una superiore coordi– nazione d'energ-ie politiche, il Parlamento rappre– sentò l'espre~sione ·più sintetica e più progressiva della nuova vita, e, col chiamare a sè la miglior linfa del paese, suscitò un fiducioso e largo interessamento d1 ~tte_sa. Ma, ben presto, lo svilupparsi di tutte le ant'.tes1 :-- eco~omiche, politiche, intellettuali, morali, regionali,_ locali - implicite e sopite nella improvvi-. s~ta coes1?n~, doveva, alla politica sostenuta dai prin– cipi, sosti~u1~e quella sospinta dagli interessi, non se°:1pre, chiari, non del tutto onesti. Cosi nacque _ scrive I Arcoleo :-- « mala pianta in terreno palustre per decadenza d1 ideali e di costume nel 1883 ·1 1' dtt . , ,ICOS e o tr~sf~r~1smo'. eh~ d~formò i partiti, sostituendo, ad un mdmzzo d1 prmc1pi, maggioranze artifi ·a1· te I t . . Cl I, m se a . pa rocm10 di interessi regionali e locali. AI trasformismo segui la decomposizione O il fraziona- mento in gruppi, che ebbero smania di potere, me– todo di fazioni ». Le clientele e le consorterie si ab– barbicarono al non vecchio ·tronco parlamentare; e neppure il sorgere d'un nuovo partito, i-1 socialista - 'ohe- l,a· valorizzazione di vasti e vergini interessi abbelliva di un'aureola di .calda ideali-la-.:_ valse a· sradicarle: la sua funzione, del resto, si svolse prin– cipalmente fuori, almeno sino a quando, scisso, di– minuito, sviato, esso non venne a mancare 'd'ogni virtù epuratrioe. La m&cchina d,el parlamentarismo ha così agito per decennt; ma la sua materi-a prima fu inadatta, il suo funzionamento imperfetto, la sua produzione, se abbondante iri quantità, povera in contenu'to. Il ra– pido progresso deU'Italia ne.J •campo -e•cono,mioo,sem– pre più ,ape•rto e proficuo all'impiego di forti energie; lo sviluppo delle molteplici-, forme di attività intellet– .tu-a).e - artistica·, letteraria, scientifica - di fronte alle quali l'attività politica parve, e fu, infe.riore, e certo meno nobile; il logorarsi medesimo dell'istituto ''parlamentare, diventhto preda di bassi· appetiti, covo di maggioranze asservite, terreno di agguati, d,i ade– scamenti, di oblique manovre, di dedizìoni e di viltà, ,epperò riservato ai postulanti, •ai ~oddfafatti o agli eroi, e dunque quasi tagliato fuori ed isolato dalle correnti sane del paese; l'insufficienza o Io svigori– mento dei partiti più oombattivi; l'intuizione - sol– l•ecitata dal socialismo marxista, s-in-0 a. che tale ri– mase - che la superstruttura politica non è che un riflesso del substrato economico, nel qu_ale quindi, e ne' suoi fermenti, ne' suoi conflitti, ne' suoi assidui e impercettibili rivolgimenJi, è come la « vera vita >>; !',entrata in iscena deUe 0Tganizzazi-0ni operaie, forti, sull'inizio, della sola azione diretta, e origine, per contraocolpo, di forme di reazione .e di lotta del tutto -extraparlamentari: questo, e molto, altro an-cora, con– tribuì a deprimere ognora più l'organo e la sua fun– zione, la rappresentanza e !,a lègislazione, D'onde, quell'atmosfera greve- di m-onotoni-a, che involge tutto ciò che trapassa inonoratamente; e di p-0~l'indifferenza, la sfiducia, la diffiden:z,a; l'intima. e diffusa sensazione come di ciò ch'è superfluo, di cui, anzi, si fa volentieri a meno: cose tutte, a cresoer ·le quali il temperamento italiano - essenzialmente apo– litico - potentemente cooperò. Ed ora, chi ha fede che le forze politiche diano =– tenuto e virtù evoluliva alle forme pol'itiche, ha ra– gion~ di attendere dal suffragio quasi universale, e dall/; 'energie che potrà risvegliare e porre in rpoto, un principi-O di salute. Lo spi1•ito an_tidemom•atieo. M.a ciò non è ·tutto. Co,J degenerare del parlamen– tarism-o, un'altra cosa ancòra converge allo sconvolgi~ mento dei p-artiti, del quale, d'aftronde, è anche un effetto: lo spirito antidemocratico. · f: figlio -- il più vero - della democrazia. Quand-o ~r~ai questa è nella costituzione e nell'atmosfera po– hbca del paese, quando, per esser tutti democratici avviene che non l-0 sia più nessuno, è allora che ess~ acquista ragione di vita, e ardire. Facile lusso, dun– .que. Ma, reazione sentita o semplice m-oda di stile I}arigino, è certo un atteggfamento sul quale bisogna contare, quando ,si guarda alla crisi dei partiti. Indiscrezioni sul famoso a prooosso alla ·demoora– zia » - certamente fatto a porte chiuse - furono slamp•ate - saporosa primizia - su tutti i ·gi-ornali
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