Critica Sociale - Anno XXII - n. 23 - 1 dicembre 1912
CR.t'ttCASÒC1ALt: 359 le'gge sull'alcoolismo, approvato· ~al Senato, l'aumento per.c,entuale degli esercizi pubblici, nel quinquennio 1904-1909, comparato a quello d-èlle. popolazione. ' In 68 Comuni capoluogo (escluso Messina) . . Nei Comuni di oltre 10.000 abitanti Nei Comuni di meno èhe 10.000 abitanti Nel Regno Aumento della popola• ztone nel quln· quennlo ---- 1 5,0 - 4,1 2,4 3,2 Aur:;:i,nto Media numero degli abitanti degli per esercizio esercizi pubblloi nel quln• nel 1904 nel 1909 quennto 2 s 4 ~5,8 151 137 14,3 190 173 19,1 175 ]51 17,4 174 153 La ,seconda colonna dimostra come gli spacci si.ano .aumentati da tre a dieci volte di più della popola– zione, e ciò avvenne in più forte proporzione nei grandi centTi urba•ni industriali, e, nei piccoli Comuni rurali, massime <love più intenw. è J'-emigr-azione periodka. · Come poi il fenomeno indigeno del « vinismo » vada inveJ,ene<ndosi coll'alcoolismo da liquori, può desu– mersi daJ.la produzione dell'aloool, sa.lita da Etto-litri 85.284,30 nel 1888-89 a Ettolitri 800.537,18 nel 1908-909; d,ei qu,a-li 174.651, 72 vennero -esportali, 4729,88 vennero i-mpi,egati in industrie ammesse a riduzione di tassa (fabbriche di aceto, ecc.), 91.658,63, vennero denatu– rati. Ne sarebbero rimasti per bevanda Ettolitri 529.496,95. La produzione della birra, nello stesso pe– riodo, salì d-a Etto.litri 137.744,99 .a 547.801,51. Questo- rapido esame dimostra con grande evidenza il •diffondersi d-e-1 peri-colo alcoolista e la necessità di in-digarlo, si-a con provvedimenti 1-egisl.ativi,tra i quali i più congrui -ci sembrano la limitazione degli spacci e dei loro orarii, e il rincaro, mercè provvedimenti fiscali, dei prodotti della vinificazione e delle. distil– lazione o del lo-ro smercio al minuto, sia con la pro– pag.anda della sobrietà da farsi con 1-aparola e più con l'esempio. Propaganda da svolgersi -seg-natamente fra i J,a.voratori, ad opera del Partito sociahsta e, delle organizzazioni economiche, quello e queste più inte– ressati di chiunque .a prevenir-e l'abbrutimento al-coo– li-co. Leggevamo con invidia, ,a tale -proposito, nei Do– cuments du Progrès di ques'to novembre, ,le seguenti righe del deputato socialista_ austriaco Pernerstorfer: « In niun luogo è sentita quanto da noi la neces– « sità di ma-ntener,e alla razza tutto il ,suo vigore, e in <e niun luogo, di conseguenza, ha messo radi-ci così cc profonde il movimento antialcoolistico destinato a << rigenerare fisicamente l'umanità. Ciò, ohe, del re– « sto, più sping-e la classe operaia .austriaca a- com– « battere l'a-lcoolismo, non è la preoccupazione igieni– -<< ca, ma è l'idea, che le sue rivendicazioni mm trion– « fer.anno, se non quando i militanti disporranno di « energie morali e intellettive così vigorose, che per– « mettano loro di abbattere ogni resistenza e di colla– « borare aHa costruzione di un nuovo ordine socia-le ,,. Perfettamente. Quando un simile pensiero troverà eco nel Partito socia-lista italiano? a. s. n dotto e interessante studio del prof. GrNo BANDINI, pubblicato neUa Critica Sociale: LARIFORMA ELETTORALE IHFHAH&IA " ta rappresentanza delleminoranze " venne ora ripi·odotto in elegante opuscolo, al p1'ezzo di cent. 20, a cura della Associazione proporzionalista di Milano (via Mon~e Napoleone, 39), la quale aveva già pubblicato: CJ1e cosa è la rappresentanza propor– zionale ( cent. 10) e L'A.llarg11mento del Snll'raglo e In R11ppreseiitanza proporzionale (cent. 60). Lo studio del Bandini forma così il N. 3° d~ una Sefiè, che si va rapidamente anicchendo. MfllflDHIA f BHJl[[lftff IAIO l f H~MAfiUA VII. taquBstione dellB macchina trBbbiatrici. ( 0onlln11a"ione • fin•) L'opera del Partilo s cialista romaDnolo ed italiano. Coloro i quali ritengono che, anche là dove l'or– ganizzazione operaia abbia raggiunto un sufficiente grado di coscienza e di estensione, il Partito socia– lista possa continuare ad impartirle utili lezioni anche nelle materie sindacali, trovano nella storia dolorosa della questione delle trebbiatrici una amara smentita ad una opinione così poco rispettosa della legge della divisione del lavoro e della specificazione delle funzioni. Abbiamo visto che la Confederazione del Lavoro fin dal principio mostrò di non condividere la tesi orig'fnariamente sostenuta dai braccianti romagnoli e dai loro organizzatori, e che, allorquando venne investita -- con un ritardo ad essa non imputabile - dell'autorità necessaria per risolvere in linea di massima il problema, non mancò di decidere in u11 senso recisamente opposto alla tesi medesima. Invece, tanto i socialisti romagnoli, quanto quelli italiani, per ben due anni, si dichiararono ad essa incondizionatamente favorevoli. La contraddizione è tanto più grave, in quanto gli organizzatori dei braccianti romagnoli vollero porre la questione sul terreno dei principi, e più precisa– .mente dei principi del socialismo, diremo così, eco– nomico-sindacalista. Abbiamo invece dimostrato a suo tempo che i criteri, ai quali essi si ispiravano, costituivano al contrario la negazione di ogni sano– socialismo. E' dunque ben sintomatico il· fatto che i principi veri del socialismo abbiano dovuto essere insegnati ai socialisti romagnoli ed italiani dalla Confederazione Generale del Lavoro, così frequente– mente accusata di corporativismo dai politicanti e dai retori. Che i socialisti romagnoli abbiano macchiata la loro bandiera difendendo come socialista una for– mola che non lo era, e facendo per essa alleanza sin cogli anarchici, è ormai troppo noto, perchè valga la pena di dimostrarlo. Socialisti furono i piì1 focosi oratori del C9ngresso di Bologna dell'l-2 no– vembre 1909; socialisti i presentatori dell'ordine del giorno che vi trionfò; socialisti i dirigenti della Fe– derazione nazionale lavoratori della terra, che in tutti i modi cercarono di farlo trionfare; socialisti i setti– manali che, in quasi tutta la regione romagnola, lo sostennero e lo propagandarono. Ma, per quanto deplo!·evole, la condotta della quasi totalità dei socialisti romagnoli può trovare, se non una giustifi_cazione, una spiegazione nella vivacità delle lotte locali contro i repubblicani. Manca invece anche di una tale difesa la condotta dei socialisti italiani e del Partito ufficiale. Pressata dai socialisti ravennati, la Direzione del Partito socialista credè opportuno pronunciarsi sopra il grave dissidio che era colà scoppiato. Perciò nel– l'estate 1910, essa inviò sul campo della lotta per una inchiesta l'avvocato Modigliani, che è notoria– mente uomo di molto ingegno, ma la cui conoscenza della questione agraria e la cui competenza nelle materie sindacali non può non essere discussa. In seguito alla Relazione del Modigliani, che fu favo– revolissima al principio così detto socialista: " le macchine a chi le fa funzionare ,, , la Direzione ciel Partito socialista votò un ordine del giorno di com– pleta solidarietà colla lotta · ·in cui i braccianti
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy