Critica Sociale - XXII - n. 21-22 - 1-16 novembre 1912

324 CRITICA.SOCIALE frasi su .Ja solid:arietà dei popoli e degli sfruttati, J.a vana minaccia - arma spuntata? - di uno sciopero gene1,ale in caso di guerra, qualche tirata sul milita– rismo e su gli ,interessi dinasti.ci e capitalisti-ci, wsti– t.uivano tutto il bagagJio intellettuale (lucus a non lu– cenclo) d,el partito nelle compli-cate questioni inter– nazionali. Il Colucci (dell'Avanti!) creava un comodo alibi all'ignoranza -e :al éHsinteress,amento d•ei s·ocia– listi, inorpellando di una teoria di alta politi-ca il loro svogliato assenteismo., Il partito socialista do– vrebbe dire alla nazione, cioè :alla borghesia: io non so e non voglio saper nulla della tua politica estera. Già; •come quel marito che si (lUgùrava, .se fosse dive– 'lluto becco, almeno di non saperlo. La .classe domi– 'llante faccia, ,a sua posta, i suoi •affari ed affarucci di politi•ca estera. Ma badi il partito soci,alista che, continua,nd,o col suo ... menimpipismo, la nazione non lo faccia becco. Per I.a teoria rivoluzionaria d-el « tanto peggi,o, tanto meglio», -esso, forse, sarebbe anche •contento. Resta a s.apersi se ne sarebbe contento, eterne.mente, a,n:che il proletariato! ' Scherzi a parte - la materia, in verità, non è tale da suscitare il riso, chi pensi alle dolorose ripercus– sioni che la po•litica estera della classe domin,ante può aver-e su I.a pelle del proletariato -, il Co•lucci (dell'Avanti!) sembra considerare le cose sub specie aeterni, ,e, sviato dalle sue fantastiche id-entità e daUe sue secche antitesi - n,azione·, .classe dominante, po– litica ,estera; socialismo, proletariato, po<litica... ne– gativa - p.ar che ravvisi una specie di fatalità sto– rica ne,lla coincidenza dei pretesi interessi nazionali coi positivi interessi borghesi, e .nel peso - schiac– ciante per il proletariato - ,che tal ,coincidenza deve aver.e nella bilancia i.nternazio'llale. . M.a il Colucci della Critica Sociale tempera le ri– gide aspr,ezze, stampate pochi giorni .avanti; abbatte I.a categoria d•ella necessità, vj sostituis·ce quella, più .r-ealistica, della contingenza, e al pro.J.etariato - pò– v,ero Lazaro mo·rtificato dalle men:wgne deHa borghe– sia, annunciante sè, e sè soltanto, come naztone -'– dice .Ja parola di spera'ilza e di vita, lo incuora a far udir,e la sua formidabile voce di redivivo nel concerto deLie nazioni, a far sentire l,e sue aspirazi,oni ·come inter,essi nazion,ali. E ,così è, vivaddio. I bisogni del profotariato sono anche i.nteressi della nazione.; i v-e-ri intere-ssi nazio– nali sono .anche interessi del proletari.ato. Ma, a que– sto mondo, se ·si vuol contare per qualche cosa, bisq– gna fFsi v.aler,e. Finchè il pro.Jetariato, ,era un cofos-s·o muto,, che soffriv,a senza lamentarsi, chi -si occupava di lui? L'Etat c'est moi, p·otev.a dire, e non a torto, Luigi XIV. Da quando l'industrialismo ed il s•o.ciali– smo gli han dato una. voce, le ,co,se s.ono•mutate, nella politica interna: .J.e c,lassi dominanti han,no do,vuto fare· i conti col proletariato, che, di peso morto che er,a, si trasformava in nuova, vibrante, viva energia. Ma quando, come, dove il proletariato - od i,l par– tito•, che n,e ·rappr,esenta gli interessi - ha fatto sen– tir-e v,eramente, efficacemente, la sua volo,ntà nella l)'o,litica internazionale? Anche questa, ,come la poli~ ti,oa inte·rna, è, per cosi dire, un para!J.elograìnmo di forze. Le forze... as,senti ·dal gioco, s-errato e peri– colpso, ,c-;omepossono determinarne le sorti? Come la politica interna si è venuta complican'do., mano ·mano che. nuovi él,ementi si sono fatti avanti a pesare su la bilancia d,ello Stato, la b9rghesia, il proletariato industrial,e, quelilo agricolo, co,sl neJl.a politica ,estera, che prima era fatta solo• dalle Corti e dalle. C:an– celleri,e, ve,cchi fattori sc,ompaiono, nuovi potenti fat– to-ri entrano in cam'po: la forza della Chiesa catto– lica, un dl potentissima, è oggi pressochè nulla; ki. vecchia, podagrosa, imbeUettata. diplomazia è ridotta quasi a r,ecitare una parte decorativa; forze più gi,o– vani ,e più oàgili dispongono· delle so'rti dei popo,Ji : le Bo,rse, le Banche, la stampa - il Terzo Stato, in– somma, vigile, astuto•, procacciante, sollecito dei pro– pri vantaggi, ,e tanto accorto da infiocchettarli con .Je gale nazionali,ste, da far passar-e i propri interes,si per interessi nazionali. Ma itl proletariato, ,che ormai fa sentire il proprio peso su la politica interna, non è pur sempr,e l'eterno assente nella politica internazi-0nale? E di chi la colpa, se non del partito socialista, che liquida l,a politica -estera con quattro luoghi comuni, s.cambio di esaminarne - sia pure so-tto il solo angolo vi– suale dell'interes,se proletario - il complesso e r~a.J.e meocanÌSmO? . I ' Se, nel campo internazionale, la borghesia ha mo– nopo.Jizzato a suo profitto il ,concetto di nazione, non è men vero che questo, nella ,essenza -sua, è un valore democratico; non è men vero che i,l partito socialista nega il concetto di nazione solo nel ~enso hegeliano, cioè superandoio. In altre, e più pover,e parole, il partito sod.a,lista non si può erigere ad avversario d,elle ideali-tà d,emo,cratiche - e delle idealità n.a– zi,onali - ,se nion quando queste -si si-eno realizzate; J.e ,supera, ·è vero, auspicando, con le sue teo-rie e con J.a sua azione, qualche cosa di più di quello ,che è nei programmi democraFci, cioè 1 1.asparizione delle classi, ma non può non sostenere, per intanto, che la nazione non. è, non ha da essere identificata con la borghesia, e che• la politica este~a deve essere una politica veramente nazionale,, cioè di tutta la nazione; e non di una ,sola classe .• In attesa che ii socialismo trionfi nel mondo e cancelli J.e differenze fra le dassi e le bàrriere fra ,gli Stati, il partito socialista, ,espressione degli in– teressi e delle idealità del proletariato, deve dire - non già, come· vorrebbe il Colucci (dell'Avanti!), che la classe· è una realtà proletaria, mentre I.a nazione è una realtà borghes,e - ma bensì, come ii Colucci (della Critica Sociale) par che no~ ,contesti, che an– che la classe ,pro.J,etaria è parte .,.- oè qual parte! - d,eJla nazione. Come il principe di Bismarek, il quale di-ceva: - Anch'io so'ilo popolo, anche Sua Maestà l'Imperatore fa parte d:el popolo - il partito socia– lista deve· aff,ermare: anche il proletariato è nazione; i suo-i bisogni sono bisogni' nazionali; 1-esue aspira– zioni socialist'e supèrano, ma non canoel,la,no le aspi– ra,zi,oni nazionwli. Questo, dev-e dire i.I partito socialista. E deve -es– sere vigiJ.e scolta degli interessi proiE;tàri, oltre che ·'Ilei campo de,!Ja ·politica i,nterna, 1 in quello - finora, da ess·o così poco battuto - della po.Jiti·ca estera. Nel quaJ.e gli interessi del proletariato sono ta– lora antagonisiici a quelli della borghesi.a, ma in mi– . suN1. molto maggiore - i socialisti abbiano i.I éo– raggio di confes.sarlo - solidali con quelli del resto del'la nazione. E; vaiga, il' vero. C:al(mnia il proletariato chi J.o di– pinge ansioso di soddisfare solo i propri bis•ogni ma– teriali, come calunnia il partito sociaHsta chi lo dice soJ.1ecito solo di pkcoili inter,essi ,economici, ma -sordo ad ogni ragione id-enle. Quante vo,lte la storia - miae- . /

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