Critica Sociale - XXII - n. 21-22 - 1-16 novembre 1912

350 CRITICA SOCIALE pagare al padrone; un mod·erno sistema d'imposte so– stituì la deeima in natura. Nessuna meraviglia, dun– que, ,che i contadini ma_cedoni \nvochino gli. eserciti bulgaro ,e •serbo come liberatori! .La Turehia non può abolire il diritto feudale: to– glierebbe la base di e-sistenza alla classe che sola rappresenta in Ma,cedonia il suo dominio. Non può espropriare maomettani e turchi, f}er liberare cri– stiani e slavi. Sostituire l'ordinamento borghese alla feudalità, presuppone, in Macedonia, l'abolizione del clominio turco. Per J,a Ma,ced-0nia, la conquista bul– gara-serba sarebbe la rivoluzione borghese; il •suo 1789 o il suo 1848. I.l feudalismo, tollerabile colla eco– nomia naturale, è diventato incompatibile eolla mo– netaria. Se questa trasformazione fu, in tutta Europa, la causa ultima di tutte le rivoluzioni agrarie dal 1525 al 1848, oggi essa g-enera il tracollo del dominio tur,co. La ,conquista della Ma,cedonia da parte· degli Stati balcanici costituirebbe un grande progresso: eman– ciperebbe il contadino macedone dallo sfruttamento del signore feudale turco, allargherebbe i confini, troppo angusti e soffocanti, di quegli Stati, libere– rebbe lo stesso contadino turco dell'Anatolio: dagli enormi pesi militari e fiscali, che sopporta per difen– dere il dominio di 15.000 padroni fondiari turchi sulla Maoodonia. Questo progresso storico sarebbe già oom– piuto da tempo-, se non l'ostacolavano, da un lato, le lotte nazionali dei popoli cristiani balcanici tra di loro, dall'altro, le grandi potenze, che prolungano· la vita della Turchia, perchè discordi sulla divisione della sua eredità. Tra i signori fondiari turchi e il' contadino slavo .stanno la borghesia greca -e il •clero greco. Mentre la conquista turca annientò .J,an-0biltà sJ.ava, che non si fece maomettana, facendo degli Slavi un popolo• di poveri contadini, rozzo ed oppresso, i Greci resta– rono la classe dominante cristiana nella Penisola Bal– canica, anche sotto il Turco; i mercanti, gli appalta– tori di imposte, i cambiavalute, il dero• superiore, i maestri, i medici erano ovunque greei. Alla testa della società greca stava la nobi.Jtà del · « Panar », il quar– tier-e greco di Costantinopoli; una classe privilegiata di mercanti ricchi, di padroni di navi, di banchieri. Ad essa erano riservate tutte le alte e lucrose dignità della chiesa greca e non pochi dei suoi membri rag– giunsero grande influenza al servizio del Sultano. An– che i principi cristiani, che, nella Moldavia, in Va– lacchia, a Samos, dominavano, co'me vassa.Jli del Sul– tano, erano tolti dalla aristocrazia « fanariota >>. Il più potente mezzo di dominio della classe d·ominante greca era ,la chiesa greca, la chiesa cristi,ana di Stato dell'Imf}ero turco. Tutti i -cristiani ortodossi della Turchia - non ·solo i Greci, ma anche Rumeni, Serbi, Bulgari, Albanesi - eran-0 soggetti al dominio del Patriarcato -ecumenico di Costantinopoli. Le loro par– rocchie ,erano la sola organizzazione dei rajah cri– stiani; le loro scuole, gli unici organi di diffusione del sapere cristiano; ,la loro confluenza, l'unica difesa della popolazione cristiana contrò l'arbitrio tm,co. Ma que– sta •chiesa cristiana era assolutamente greca; .Ja lingua greca era la lingua della chiesa, della -scuola, della parrocchia. , Il predominio economko; religioso e intellettuale dei Greci sottomise gli strati superiori di tutti i po– poli cristiani della Turchia alla forza d'attrazione della lingua e cultura greoa. Ellenismo e cristianesimo di-· ventarono sinonimi. I contadini slavi, che il Patriar– ca/o domin0,va, eran detti cc greci slavofoni ». La bufera rivoluzionaria francese e .Ja spedizi-one di Napoleone in Egitto ac,cesero la fantasia dei Greci, i quali sognarono la ca·cciata dei Turchi dal-l'Europa e la ricostituzione di un Impero greco, •ohe abbrac– ciasse tutti i paesi dominati daHa chiesa e dalla bor– ghesia greca; cioè la Turehia europea d'allora, com– presa la Rumenia, la Serbia e ,l,a Bulgaria. La rivolta greca cominciò nella Va.Ja.cchia; ma solo al Sud della Penisol'.1 Balcanica, ove la borghesia gr-eca si p•oteva app~ggia_re a una classe ~-i contadini greci, -la •riv-0lta fu v1ttor1osa. Nel Nord, 11 neo-ellenismo ebbe un ri– s~ltato inatteso e non desiderato: i popoli cristiani s1 sollevar<?no anche lassù; ma per emanciparsi, tanto dal feudalismo turco, quanto dal predominio della chiesa g'!eca e della borghesia greca., La chiesa greca ha adempiuto, soitto i-I dominio turco, a un grande -còmpito sociale, ,as~icuràndo ai cristiani una larga autonomia, ben oltre 11eampo re– ligioso. Ma i popoli soggetti al Patriarcato hanno pa– g,ato oaramente questo servizio della chie·&a gre,ca. Rumeni, Serbi, Bulgari si •sentivano sfruttati dal com– merciante, dall'usuraio, dall'appaltatore delle impo– ste greco, non meno che dal signore feudale turco. Ma ancor più oppr.essiva era la chiesa greca, colle sue gravi imposte ecclesiastiche, talvolta prelevate ·per mezzo di soldati turchi; e, al rajah l'alto clero greco 0,ppariva l'alleato dell'odiato signore turco. Tal: chè, quando i Greci •cominciarono la I-Oro ,lotta d1 emancipazione contro i Turchi, si videro alle spalle i contadini rumeni e slavi, armati, non soltanto con– tro i Tur-chi, ma anche contro di loro. In un period-o rivoluzionario di 70 anni, cominciato coJ.l,asollevazione serba del 1804 e chiuso colla guerra tureo-russa del 1878, Rumenia, Serbia, Bulgaria fu– rono ,liberate dal dominio turco. Caduto questo, cadde anche in quei paesi, ·u dominio del «Panar». I « fa– narioti >> v-ennero cacciati dalle sedi episcopali, la lin– gua greca fu sostituita, nella chiesa e nella scuola, dalla lingua nazionale, le classi benestanti e eolte - Bojari e borghesi - prima grecizzati, ritornarono alla lingua nazionale. Le giovani nazioni si crearono una lingua, e una •letteratura nazionale. Nella Macedonia, rimasta sotto il Turco, il domi– nio della chiesa greca durò più a lungo. Ma anche qui, •col 1878, si iniziò il movimento slavo. Nel 1870, la chiesa bulgara, l'Esarcato, si staccò dal Patriar– cato, e tentò di staccarne ugualmente e di attrarne a sè .J.eparrocchie macedoni. Aiutavano questa propa– ganda il notevole movimento migratorio, tra Mace– donia e Bulgaria, di professionisti, artigiani e spe– cialmente contadini, e l'azione del Governo bulgaro, mirante, col diffondervi la sua chiesa e la sua scuo.Ja, ad aprirsi la via all'annessione de.finitiva della Ma– cedonia. Le ehiese macedoni passarono, mano mano, all'Esarcato, reluttanti invano la borghesia e lo Stato greco, che vedevano tramontare la « grande idea » dell'elJ.enismo. Nella lotta fra Patriarcafu ed Esar– cato, hanno gran parte le bande brigantes,che, uscite dal « Lumpenproletariat » macedone, a,rmate in parte da Comitati macedoni di Bulgaria con denaro dello Stato. bulgaro, in parte con denaro greco, per due opposte rapine. In questa guerriglia p-revalgono i Bulgari; anche in Ma-cedonia, a poco a poco, la chiesa greca è soppian– Lata; una vasta rete di comunità aderenti all'Esarcato copre il paese. Salvo nél Sud e in poche città, la chi-esa e la scuola bulgara sostitui·s·cono J,a greca. H cc pane1lenismo » è morto. , . Anche in §erbia la chiesa e la lingua bulgara so– stituiscono ,la greca. A impedire che, in rina cata– strofe della Turchia, tutta la Macedonia pas,sasse così alla Bulgaria, la Serbia, fallitole il tentativo di una chiesa ·serba nazionale, iniziò, anch'essa, una agitazione in l\.facedonia, per indurre le pa1:rocchie slave a tener fede al Patriarcato, servendosi, però, de-lJ.a•lingua serba. Si opposero i Bulgari, e anche i Serbi ricors·ero allora al sistema delle bande. Ad ac– crescere .Ja confusione, intervenne la Rumenia, che app?ggi_ò i « valac<:ofoni >> greci di Macedonia per la sost1tuz1one della lmgua rumena alla greca nelle -chie– se ,e nelle scuole, generando altre sanguinose guerre d·i bande! . · Così le nazionalità ma,cedoili guerreggi,avano selvag– giamente l'una contro .J'altra: Bulgari contro Greci' e Serbi, Serbi contro Bulgari, Va.Jaochi contro Greci, Greci contro Bulgari e Valacchi. Le bande ,si• molti– plicavano, gareggiavano di violenza, o soltanto l'una c?ntro \'altra, o. ~evasta:ndo ed_ inc~ndi?-nd? i yillaggi donde I confadm1 fuggivano f}er r1fugiars1 nei monti las-ciando marcire i raccolti. Il Governo turco, çui dapprima non spk1,ceva la lotta tra cristiani, quando vide mina•ociata ,la riscossione d-elle _impost~,_,colpiti ,dalle bande anche i propri,etar! t1;1rch1,poss1b1l-e un mtervento delle potenze, si de– cise ad, usare del suo pugno di ferro contro le bande ma ottenne H so,Jo risultato· di aHea,rle tutte quan~ ,contro di sè e contro gli odiati ,signori feudali pro– curando ad ,esse l'appoggio dei contadini eh~ cr('– cJ.ettero· prossima la fine dello sf,ruttamento feudale e d-e-1 dominio ottomano. Così, la guerra delle bande

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