Critica Sociale - XXII - n. 21-22 - 1-16 novembre 1912
336. CRITICA SOCIALE del nolo. Quanto all'esercizio materiale delle treb– biatrici, esso avrebbe potuto venire affidato alle sole categorie dei macchinisti, fuochisti e paglierini, e dei braccianti, nell'unico caso in cui i mezzadri non avessero anch'essi partecipato al lavoro della trebbiatura. Sostanzialmente, gli stessi criteri i fondamentali avrebbero dovuto applicarsi anche alle Cooperative di ordine superiore, cioè a quelle cui avessero par– tecipato altre categorie, oltre alle tre più diretta– mente interessate. In fondo, se le macchine fossero state acquistate da preesistenti Federazioni di Coo– perati ve di produzione, o da preesistenti Cooperatjve di consumo - e semprechè questi organismi fossero stati tali da consentirvi l'ingresso anche ai mezzadri - è evidente che il capitale, impiegato nell'acquisto delle trebbiatrici, avrebbe dovuto sempre essere for– nito da tutte le categorie rappresentate nei predetti organismi, e quindi anche - sebbene in minor mi– sura - dai me:r.zadri, dai macchinisti, fuochisti e paglierini, e dai braccianti. L'unica differenza - assai importante dal punto di vista. pratico - sarebbe stata qµesta: che le forme più complesse avrebbero presentato, di fronte alle più semplici, un equilibrio più stabile. Nel caso della cooperazione fra le sole tre cate– gorie più interessate, i rappresentanti nel Consiglio di amministrazione dei macchinisti, fuochisti e pa– glierini, e dei braccianti, avrebbero potuto facilmente mettersi d'accordo per soprilffare i mezzadri. E, al– lora --- nella mancanza di altra autorità che avesse controbilanciata la loro azione - i mezzadri avreb– bero potuto andarsene, mandando all'aria tutto l'or– ganismo. Invece, nelle forme più complesse, il Consiglio di amministrazio11e avrebbe contato fra i suoi compo– nenti anche i rappresentanti delle categorie meno direttamente interessate, e questi - nel caso di un conflitto fra le altre - avrebbero potuto più facil– mente portare la propria autorità ed il proprio voto a favore di soluzioni equitative. Per ripetere però una osservazione che abbiamo già fatta e di cui meglio vedremo il valore in se– guito, questa grande superiorità delle forme più complesse avrebbe corso in pratica il pericolo di non potersi esplicare, in quanto a tali forme sarebbe stato più difficile far accedere - nelle loro attuali condizioni psicologiche e dato il presente stadio della cooperazione romagnola - i mezzadri .. IlCongresso, diB logna dell't-2 novembre 1909. La passionalità delle polemiche e la varietà delle deliherazioui, che furono successivanwnte prese in merito alla vessata questione, hanno finito per ren– dere difficile una esatta comprensione e valutazione delle stesse tesi sostenute dai braccianti "rossi " e dai loro organizzatori. · E' dunque necessario esaminare brevemente le principali decisioni votate in proposito. Co11sidere– remo dapprima quelle delle organizzazioni econo– miche, le quali in ordine di tempo si ebbero: al Congresso di Bologna dei lavoratori della terra 1'1-2no– vembre 1909, al Congresso di Bologna degli stessi lavoratori il 2-5 marzo 1911, e nel Consiglio g·enerale della Confederazione del Lavoro il 2-4 aprile 1912. Considereremo poi l'ordine del giorno votato nel Convegno dei socialisti romagnoli a Cesena il 22 ot– tobre 1911. La Federazione dei lavoratori della terra, per de– cidere la direttiva da tenersi di fronte alla agita– zione' scoppiata prima nel Forlivese, poi nel Raven– uate, convocò a Bologna l'l-2 novembre 1909 il pro– prio Con1:1iglioNazionale. Tale Congresso fu. anzitutto inficiato da gravi er– rori procedurali. Il primo fu la conseguenza necessaria della erronea organizzazione della Federazione nazionale. Ne ab– biamo già parlato trattando della diversa sistema– zione .sindacale che questa dovrebbe avere. Come , allora vedemmo, tale errore consistette- nel credere che un conflitto fra due categorie potesse autorevol– mente r·isolversi con un colpo di maggioranza della categoria che aveva più rappresentauti. Il Congresso inoltre, data specialmente la tesi che vi si voleva far trionfare, giungeva troppo tardi. Secondo un articolo di Nino Mazzoni sull'Avanti! del 1° novembre 1909 (cioè alla soglia del Con– gresso), nel Ravennate, " sopra 82 macchine treb– biatrici, ben 57 erano in mano già alle ·organizza– zioni e, di queste 57, ben 45 erano possedute dai mezzadri "' E' dunque intuitivo che, se sarebbe stato difficile indurre i mezzadri a non acquistare prima le macchine, doveva riuscire ben più difficile indurli poi ad abbandonarle. Ancora. Il Congresso era convocato fra rappre-, sentanti"di tutte le regioni su cui la Federazione esercitava la propria influenza, e quindi anche fra i rappresentanti, ad esempio, del Modenese, del Reg– giano, del Mantovano, della Lomellina. Come pote– vano costoro conoscere e giudicare una questione cosl nuova e complessa, sorta in condizioni e luoghi tanto diversi. dai proprii? E, fra i rappresentanti della stessa Romagna, come potevano gli upmini, venuti da quelle parti in cui lo scambio delle opere non era• stato abolito e i braccianti erano scarsi e deboli, decidere coscienziosamente sulla convenienza per i Ravennati - viventi in una zona così speciale rispetto al resto della Romagna medesii:na - di ini– ziare a quel modo quella battaglia? Evidentemente, i dirigenti della Federazione na– zionale dei lavoratori della terra avrebbero dovuto iRolare l'esperimento alle sole zoné in cui lo si vo– leva fare e lasciarne la responsabilità agli interes– sati in luogo. La incompetente ed irresponsabile so– lidiuietà chiesta ai terzi nocque a questi, senza gio– vare praticamente agli altri. I9fine, si commise l'errore di voler porre la que– stione sul terreno pericoloso dei " principii "' richia– mandosi nientemeno che ai "principii fondamentali" della cooperazione e, peggio ancora, del socialismo. Si dimenticò che la formulazione di principii serii è cosa difficilissima, e certo superiore alla compe– tenza ordinaria della maggioranza degli organizzatori; che poche sono le persone le quali, una volta adot- · tato un principio erroneo, sappiano poi liberarsene; che guai se le lotte del lavoro dovessero farsi, an– zichè per il trionfo di ragionevoli interessi, per il sacro culto dei supremi principii t · Dopo una lunga ,ed appassionata discussione, in cui -- fatto veramente sintomatico! - gli organiz– zatori socialisti dei braccianti si trovarono piena– mente d'accordo collo Zanotti di Forlì, tipo di anar– chico che da anarchico parlò veramente, il Congresso respinse l'ordine del giorno Zoli, sostenuto dai re– pubblic •ni nell'interesse dei mezzadri e fav«revole ad un embrionàle e confuso criterio di Cooperative miste fra mezzadri, macchinisti, fuochisti e paglie– rini, e braccianti, e venne invece approvato, con 82.634 voti contro 16.907, il seguente ordine del giorno, presentato nell'interesse dei braccianti dai socialisti Zirardini, Baldiùi e Bubani: " Il Consiglio della Federazione Nazionale, udita· l'ampia discussione sulle macchine trebbiatrici; afferma il principio che queste debbano eRsere ge– stite dai macchinisti, fuochisti e braccianti, e, laddove i contaà.ini prestano l'opera alla trebbiatura, spettina
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