Critica Sociale - Anno XXII - n. 20 - 15 ottobre 1912
310 CRITICASOCIALE colo) 1e- diffi.coltà pratiche, derivanti sopra tu,tt9. da-I fatto che le condizioni eoonomiche deJl.a vita od,ierne tendono ,a prolungar.e sempre più il periodo dell'at- lesa. ,) E vengo ai! dovere del(a pl'oliferazione. Noi saggia– mo il valore morale de!J.e varie persone sopra tutto col criterio- del rapporto, i-n cui stanno nella lor.o con– dotta le preo,ccup.azioni egoistiche e le .altruistiche. Tanto più elevata e nobile ci appare la visione ch-e ognuno ha della vita, quanto più sappia assurger-e, sopra -ed oltre la propria individuale· esistenza, a,lla concezione dell'umanità: una concezione che non si estende soltanto nello spazio, ma anche nel tempo, che non -mira soltanto, al presente, ma anche all'av– v-enire. Giudicheremo per tanto -eticamente inferiore. la pr-eoccupazione della conservazione individuale a quella d·ella coo-s·ervazione .della specie; e come con– danniamo chi ad un -criterio morale inforiore sotto– mette un altro superior-e, cosi -condanne-remo chi, per un suo capriccio p·ersonale e senza giustificazione og– gettiva, operi' contro la conservazione della specie.''· Voi m'i direte: quale importanza può averé per. la conservazione della specie qualche is'OJ~to caso di coppie neomalthusiam-e ad oltranza? E io .vi rispondo che il giudizio morale si pronuncia universalizzando il caso parlicolàre: opera sempre (di,oeva Kant) come se k1 n-orma regolatrice della tua condotta abbia a tra– dursi in principio di legislazione universale; appunto perchè solo tale conversione in legge ·univ,ersale può permetterci di giudicare adeguatan:iente i -criteri de-Ile no~lre azioni. È preoccupazione mistica? Non mi pare. Chè se una pTeoccupazione analoga non fpss,e condivisa anche da voi, non pr-edichereste fa <;l<ottrin.a socialista per il miglioramento dell'urnani_t.àfutura, ma l'astensione dal procreare come soluzione definitiva e compi-eta di ogni questione sociale, Abbi.atemi vostro Stnigaglia, 5 ottobre 1912. R. MONDOLFO. All'ottimo amico e collaboratore prof. R. Monc!olfo, replicheremo brevemente - se altri nel frattempo non interverrà in vece· nostra - nel prossimo numero. La C. S. P.rimi r liBVi dBI CBnsimBnto 1911 Sono già noti i risultati compl,essivi provviso-rii del Ge-nsimento al lQ giugno 1911, e cominciano a pub– blicarsi J.e Relazioni sui risultali analitici d-el Gensi– mento demografico e industri.aie delle grandi città italiane. · Il· quale ag.geltivo « grandi » va inteso in un senso affatto r-elalivo alle minori e aUe minime agglome·ra– zioni urbane italiane, chè, in s-enso .assoluto, e in confronto alle· enormi ·metropoli str-anie·re, quell'ag– g,eltivo è un'iperbole. Infatti, il Censimento 1911 conferma, anzi -ribadisce la constatazione, fatta dieci anni or. so-qo, e cioè che in Italia l'urbanesimo non si pre&enta, per ora, colla stes&a ·intensità che all'estero, e che, più che non Iè grandissime ,città, sono le città medie quelle che va,nno ingrossando-si, mantenendo .cosi -alle regioni quel ca– rattere, •e quella irnpo,rtanza che -esse hanno storica– mente ,ed econo·n;i,i,c;a,i;nen:te, E questo, con ogni p,roba- ' : i bilità, -si deve aUa combinazione di tr~ fattori: econo– mia pr-evalentemente agricola, industrialismo ancora poco sviluppato, emigrazione per l'estero. Che i maggiori centri urbani non tendano a popo– larsi in modo ipertrofico, che il loro .aume~to, anzi, almeno per alc1mi di essi, .abbia, in quest'ultimo de– oenn,io-, avuto ~na sosta, può vedersi dalle cifre che seguono: Popolazione Aumento. popolazione ' Oomuni presente- all' 11 giugno 1911 1882-1901 1901-1911 Napoli. 723.208 69.226 159.668 Milano. 599.200 169.621 105.959 Roma. 538.634 162.446 75.891 , Torino. 427.733 82.008 92.077 Palermo 341.656 64.703 31.962 Genova 272.077 55.195 37.367 Firenze 232.860 36.588 19.872 Catania 211.699 28.735 20.630 • •!. I 172.639 '' 17.030 8.887 Bologba ·Venezia 160.727 48.878 62.404 Livorno 105.322 706 7.001 Questi undici Comuni_ hanno guadagnato complessi– , vamente: nel ventennio 1882-901 N. 735.136 abitanti 1 » deoonnio 1901-911 » 621.718 » ; con un aumento medio aritmetico annuo p-er 1000 abi– tanti che va da 5,85 per Venezia a 41,80 per Cataini-a. ' Ora, si pensi che Berlino, in 5 anni, dal 1905 al 1910, i ebbe queste variazioni: j 1906 1910 Differenza 1 ' Quartieri del centro 419.000 - 39.000 ,Periferia 1.621.000 14,00/o 54,2" aso:ooo \ u,o % 1.600!000 49,3 " ' + 69.000 ·sobborghi 963.000 31,8 " 1.360.000 ' 39,7 " + 407.000 ------ Totale 2.993.000 100,0 3.430.000 100,0 +437.000 Ossia ha guadagnato ci.rea mezzo milione di nuo-vi abitanti, •e comprende nella su'a agglomerazione nove Comuni, -che sono .altre-ttante città, delle quali qùattro contano più di 100.000 abitanti ciascuna., · Londra, in 10 anni, è passata per queste cifre: - 1901 19ll Differenza I I City 27.000 20.000 - 7.000' Periferia . 3.582.000 3.657 000 + 75.000 Sobborghi 2.045.000 2.730.000 + 685.000 Tota~i. 5.664.000 6.407.000 + 753.000 e comprende nella sua oerchia un.a città di 239.000 abitanti (West-Ham), s-ette altre di oltre 100.000 anime, e tren'tun.a di più che 20.000. Parigi ha, in un quinquennio, guadagnato più di 300.000 nuove unità, nonostante I.a lente~za dell'au– mento della popolazi0ne della Francia: lll(l6 1911 Differenza Parigi. 2.763.393 2.888.llQ + 124.717 Banlieue. 1.085.226 1.266.832 + 180.707 Dipartimento d lla Senna 3.848.618 4.164.042 + 305.424 ,I
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