Critica Sociale - Anno XXII - n. 20 - 15 ottobre 1912
308 CRITICASQCIALE realisticamente alla poJ.iUca estera, e prend-esse e conservasse· il proprio posto .fra le forze vive delle competizioni mondiali, suscite!'ebbe - se è vero che gli interessi proletari sono da per tutto id•entici - un'Internazionale molto più vera e molto più bene~ fìca, di quella che non .abbiano creata la dottrina, la fede e l'aspettànte inerzia. Sarebbe l'Internazionale sorgenLe dalle nazioni, " rion - assurdo dialettico e sto·rico - dalle classi. Sarebbe l'lnte.rnazional-e costruita dal proletariato, non quella imàginata dai fìloso.fì. L'lnternazionale della storia, non quellfl del mito. TULLIO COLUCCI. IL CflSO HILDEBRflNt) Un socialist~-.nazionalista. L'organizzazione di Solingen, in prima istanz:;i, 'da/ parecchi mesi; il r-ecente Congresso di Chemnitz, defi- · nitivainente,, con 250 voti contro 100, han:no deliberntn l'espulsione di Gerhard Hildebrand dal p.artito so- cialista g-ermani,co. . Gerhard Hildebra-ndi uno studioso çii cose econo-– miche, rappresentava l'ala estrema del revisionismo tedesco•; ne era~!'ultima espressione, la più. a,udace, la più spinta, tanto da get.tµre dei ponti d'i passaggio ver– so il nazionalismo. H fermento destato, entro e fuori il partito, dalla su.a espulsione non s'è ancora chetato. Per la questione in sè e per J.eanalogie co'n ,casi e per– ,,one dell'Italia nazipnalista e socialista, conviene par– larne. Qua,J fu intanto l'opera di pensiero di cotesto « moderno Giordano Bruno>> - -come J.ochiama Carlo Kautsky? .. Circa un anno fa Hildebrand pubblicava a Jena (edi– tore Eugenio Diederi,ch) un opuscolo su la « Politica cstel'a socialista; Consid'erazioni sulla situazione poli– tica in occasione della contesa marocchina». La Cri- ' fica Sociale ne accennò a suo te:mpo. Condensiamo il -contertuto di quelle 63' pagine. L'Hildebra,n.d premette: -=- pe,r il sano, progr-essivo sviluppo dei paesi fortemente industri.ali, o tend,enti a divenirlo, è fondamentale condizione il possess,o di . colonie. Ne sentono più urgente la necessità Germa– nia ed Italia (s'era ancora prima d,i Tripoli). E poi– chè' •ciò ormai non si otti,ene che a sp-ese di altre potenze, l'Hi.Jdebrand a•ddita la vittima d•e•signata ..... . nella Repubbli-ca portoghese,. le cui -colonie dovreb– bero spartirsi fra Germani.a e Italia. È semplice? I nazionalisti germanici -e itali,ani non vi troverebbero a ridire. Forse opporrebbero obiezioni Francia e In– ghi·lterra. Come ·difendersene? A ciò dovrebbe pen– sar-e la Germania, a,Heandosi la Russia coJ.l'abbando– mule I.a P-ersia. Insomma., violentare il Portogallo, violentare -la Persia, mostrare il pugno- armato, .a Francia ed Inghilterra, divid,ersi il bottino fra Ger– mania, Italia è Russia. Ma l'aiuto russo .affida? Fino .a un certo punto. So– pratutto conviene contar-e su se sLessi, e quin<li ar– marsi fino ai denti. Hildebrand p•erò non vorrebbe. Se bastasse un pacifico accordo con Francia ed In– ghilte·rra! ... Purèhè sia - sottint,eso - pace su un piede di uguagli,anza. La pace ha un v::tlorre inesti– mabile, ma le colonie sono necessità vitale p-er l'av- ' venire nostro e- dei nostri figli. L'Africa ci deve vi– veri, metalli, materie prime. La G-ermania non vi ha· ancora q,uanto le sp-etta. Non pensino Francia e In– ghillerrr-a di •esclu<lerla dai paesi cli grande• .avv-enire, se no.... Questo opusoulo apparve a processo già iniziato. 11 primo -corpo cli ~·-eatoera stato un .libro, del 1910: L-1 scossa c1el dominio industriale, eme, ribadendo concetti già svolti •prima in una serie di ,articoli e cor– red,andoli di un ricco materiale statisti1co, .additava neno sviluppo dei popoli extraeuropei una grave mi– naccia all'importazione di materie prime -e all'esporta– zione cli prodotti de·ll'E1nopa, onde immancabile crisi industriale ,e miseria spaventosa, e consigl.iava ,a di- fesa una Confederazione doga~ale ,e mi-lit.are degli Stalti occidentali d'Europa, che sar-ebbe uno stadio di passaggio a forme superiori nella direttiva socia– lista. Si aggiunga una conf.erenza, 4 agosto 1911, su la dipendenza della Germania dal mercato mondiale, nella -quale, in omaggio alla r;iècessità di una Real– politik, di· una politica positiva, ca.J.deggiava, oltre le colonie· al·I'•estero, la colonizzazione interna sulla base della privata proprietà, i clazii protettivi .agri-coli, e non giudicava tecnicamente attuabil•e 'la nazione ar– mata. Chem~nitz sentenziò tali concezioni aberranti dalla dottrina e dalla pratica del partito. Hildebrancl si difende in nome della libertà d-elle. idee, cui invano si vorrebbe imporre la disciplina, propria dell'azione. Le teorie si discutono, non si sopprimono a -colpi di votazione. Il so,le non si de– cise• a girare attorno alla terra quando glie lo ordinò un Collegio cli cardinal-i. Un partito, che pretende a ,icientifìoo, non può fossi,lizzare il propriio credo economico. Quante altr,e dottrine, già munite del tim– br.o ufficiale, non ripudiò il partito socialista? Non proclamò Lassa.Ile che la sçienza dev·e esser libera fino- all'abuso? E le glosse irriv-erenti di Marx al pro– gramma di .Geli.ha?La critica è l'eterna gii-ovinézw, la forza perennemente rinnova-ntesi dei pa,rtiti d'avve– nire. I più indignati sono i libera·li. - Un partito d'a– vangua!'di.a, in questo seco.Jo, chiudersi nei dogmi! Diffidare, come Giulio Cesare, degli uomini che pen– sano troppo; metterli all'indice, come fanno .J.eChiese! Perfino la giustizia borghese ha. superato questo sta– dio infantile -e non lascerebbe condannare un uomo di studi da un'assemblea di semi-illetterati. - E ad– dosso alla tirannide della massa, nemica d,ella ,libertà de Ho sp~rito, ,ecc. ecc.! Questi sdegni fanno un po' sorridere. E il pensiero corre .a SombaTt, economi-sta un tempo assai p.regiato dai fogli liberali, che diventò un perfettamente « igno– rato » dopo un certo suo libro sugli Ebrei; corre al colonne.Jlo Gadke, coHabòratore militare del Berli– ner Tageblatt (uno dei gioma•}i più scanclo.Jezzati), che, non appena sorpassò quel tanto di democrazia che consentiva il giornale, venne brov,amente, ripu– diato; corre a Friedeberg, socialista beuemerito del partito durante le leggi eocezionali di :J3ismark, che il partito espulse per le sue vedute antiparlamentari, •e.nè egli se ne dolse, nè i liberali ebbero l'aria di avvedersene. Ma Fried,eberg era anche un antimilita– rista, ]a,ddove Hildebrand era un eocellente trait-d'u– nion ·per le intese che convenivano ai liberali; ed ora (dicono questi) lo si o-lire in olocausto ai socialisti- . radi-cali - leggi: intransigenti - battuti suUe que- - stioni de.J.losmorzamento elettorale -e d-el nuovo Bun– clesrat socialista di 32 membri, più in-cline. ad ascol– tare 1-evoci del Sud revisionista ... La delibe,r,azione di Chemnitz incontra inveoe la sod– disfaz,i0ne degli, agrarii. La Deutsche Tageszejtung non · ha dubbi: ogni organizzazione che ha interessi co– muni da dif.end,ere non potrebbe· agire altrimenti. E onche un autor-e·vo.Je -ex-socialista, il Calver, nella Conjunktm:, non ragiona diversamente. « Come con– ci-liare - egli scri,v-e - I.a libera indagine sci-entifica oo!J.e -esigenze d-eUa lotta, quando ne va di mezzo la . tatti.ca adottata? Il novatòre cQnvinto f.a propa– ganda, -oerca proseliti, gitta lo scomp'iglio nelle file, mentl'e J.a battaglia ferve. Le masse non sono una élite che discuta, valuti, distingua; i•l dubbio stronca. l'azione, ra!J.enta la compattezza. 1:1 pioniere è un per– turbato-I'e. Ma, se l'ide.a ch'egli pI'opugna è buona, non tem.a dell'isolamento; alt.ri gli si string,eranno at– torno; ,e il tempo gli darà ragione>>. Ma, Kaut.sky, spa!J.eggiato dal Wo,-wèiT'fs, port.1 nel dibattito una _1rntadiversa. Altra cosa un partito, al– tra lo Stato. L0, Stato, dee gua,rentire libertà a,l pen– s'i,ero. Il Partito è l'tmione -libera di quanti, cogli stessi mezzi, si propong0no identici scopi. Lotta,re contro ·le opinioni contrarie è la stessa sua ragion d'essere. La. Chiesa un tempo bruci,ava gli -eretici, ora li sforza .a rinnega,re se stessi. Il paq-tito non brucia e non :sforza. nessuno; proolama libertà di ogni pro– paganda; solo- nom tollera che una propaganda anti– social'ista batta ba.indi-era socialistà. E, se, col prete– sto cl~•!rispetto ,a.Jlateori-0a pura, i,] p.artit@ socialista
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