Critica Sociale - Anno XXII - n. 20 - 15 ottobre 1912
CRITICA SOCIALE 319 poi, nel• campo politico, anche qui come movimento di classe, agitante, intorno al 1830, per il Reform– Bill, e organizzato nell'« Unione nazional,e della classe operaia», e i,I cui organo centrale era il Poor Ma'n's Guardian, -e i cui leaders si chiamarono Lovett, Hetherington, Cleare, Benbow, ecc. Mentre il movimento economico di classe si propo– neva fini prossimi - divieto della riduzione del sa– lario, riduzione dell'orario di lavoro, protezione le– gale del .lavoro - il movimento politi,co ,era animato da idee più vaste. cc Il primo passo, diceva Hethe– rington, è la ,conquista di una libera stampa, per di– strugg,ere l'ignoranza; segue la conquista del potere politico, per la abolizione della proprietà privata e per fond•are il benessere di tutte !,e olassi soci,ali ». E questo oarattere nettamente di classe del mo·vi– mento tr-ova la sua espressione negli articoli del Poor Man's Guarclian, che afferma essere runa dan– nosa illusione supporre che combacino mai gli inte– ressi <:!elleclassi medi,e e di quelle operaie. Se, nella critica delle condizioni sociali, nel postu– lato della abolizione del)a proprietà privata e nella garanzi,a dell'intero pr0d-0tto del lavoro all'operaio– produttore, co!,Jimano i so>Cialisti-cooperatori e quelli <;1,eJ]a lotta .di ,ç:Ja&se;li ..d~vide .inft,i,perabi!mep_te la quéstione del metodo; e il p,eriodo 1820-1830 è carat– terizzato, appunto, dalla lotta di questi due indirizzi nel movimento operaio inglese. , La cooperazione - osserva Pumpiansky - er,a, i d,eo-• logicamente e praticamente, estranea -ed osti.le alla lotta di classe; il suo motto era: pace s ociale e la– voro sodale costruttivo. Lo attestano gli scritti di Owen e Thomp,son, e i discorsi. dei socialisti coope– ratori ai Congressi cooperativi. Per i socialisti coo– peratori, la J.otta era senza scopo, pei,chè, partendo dall'idea deHa inevitabile catastrofe dei piccoli pro– duttori per opera dell'evoluzione economica, i coo– peratori non potevano trovare nessun senso negli scioperi •degli operai di fabbrica. Quel ·che -Occorreva era,, anzichè tentare vanamente di ,aumentare i sa– lari, eliminare, colla cooperazione sociale, i profondi antagonismi economici, dannosi alla generalità, quin- · di anche ai padroni. Perciò, i pratici del movimento cooperativo agivano contro le organizzazioni di resi– stenza, ,che cc non poggi;tvano su sani principi». Introdurre nelle Tracie Unions corretti principi, era il còmpito che si proponevano i sociali-!:!ticoo-pe– ratori. « Il litigare coi padroni - cosi- i,J « Coope– ra/or>> aHe organizzazioni di class,_e- non vi darà mai capitale, dal quale soltanto dipende la vostra emancipazione; commercia11e e lavorare per voi stessi vi darà invece profitti e capitale, perciò anche indi– pendenza». Questa propaganda non fu sterile. Dal 1829 al 1834 rinasce nel mo·vrmento sindacale un vivo interesse per la cooperazione di produzione e, dopo parecchi scioperi, per consiglio dei cooperatori, si tenta di organizzare gli scioperanti in Cooperative di produ– zione. Dal 1833 al 1834, sotto l'influenza dei soci-a– listi-cooperatori, 'muta mi•che prof,ondamente la psi– cologia delle organizzazioni di r-esistenza. Dal 1830 al 1833, il movimento politico di 'classe aveva dominato il campo del movimento operaio, e le ·organizwzioni di resistenza av,ev,ano combattuto sotto ·la bandi,era del radicalismo po,litico-soci,ale, che aveva ,assunto, nel 1832, un atteggiamento aperta– mente ,aggressivo contro i-I socialismo coop,erativo, disposto, con· Owen, ad appoggiare piuttosto i ri– formatori borghesi, aµzichè i democratici operai. « Finchè il proletariato non sarà emancipato politica– mente, tentare di tradurre in ,atto i piani filantropici di Owen è pone il oarro avanti ai buoi e prepararsi ad un sicuro insuccesso». L'esito negativo pel prole– tariato del movimento di riforma elettor.ale del 1832, la decisa diserzione della borghesia dalle file dei ri– formatori politi-ci e l'apatia politica delle g11andi masse popolari di,;armarono il movimento operaio politico, propri-0 nel momento in cui l'azione economica e la lotta sindacale cominciavano a prendere slancio. In questo periodo di massima tensione d,el movi– mento sociale, quando gli elementi operai più dispa– rati -concentravano le forze per difendere i loro in– teressi contro l'arbitrio dei nuovi dominatori del si– stema economico che si affermava, fu il socialismo I cooperativo che prese la direzione delle masse. L'or– gano che. dirigeva il movimento, The Pioneer, il ten– tato •coordinamento a un . organismo centrale delle molte Unioni e Federazioni operaie di resistenz,a e la « Unione nazi,onale consolidata» sono tutti pene– trati -dello spirito del socialismo cooperativo, mentre l'o·rgano centrale del movimento politico di classe,· The Poor Man's Guardian, perde a poco a pooo i lettori. Il socialismo coope11ativo dal 1833 al 1834 non è più, però, nè .in teoria, nè in pratica, il socialismo, comu– nista di Owen o il so-cialismo -cooperativo di pr-0du– zi,one di Thompson. f: passato attTaverso all'esperien– za del movimento operaio, ha tenuto conto dell'opera organizzatrice degli operai di fabbrica; di più, ha sa– f)'uto animare del suo spirito gli sforzi del proletariato, senza assumere il tono di aspra ostilità oontro il mo– vimento di ,classe, proprio ai cooperatori d 1 ei periodi precedenti. Pumpiansky riassume questa nu-0va dot– trin,a, sostenuta da Senex nel Pioneer, e correlativa a quel movimento -sindacale, caratterizzato da.Jla ten– denza ac,centratrice e daUa costituzi-one di grandi e sempre più attive Federazioni di lavoratori indu– striali. Il Pioneer non parte dal concetto dell'operaio singolo, associato·• cooperativamente a compagni coo– perati visti; bensì dalla Federazione pro.fessionale o industriale, pensata comé base d-el nuo-vo sistema so– ciale. Nella integrale attuazione dell'organizzazione sindacail,e, nell'educazi,one sindacale delle masse, Se– nex, uno dei più forti •collabo·ratori del Pioneer, scor– ge la via dell'emancipazione proletaria. Le F,ederazioni industriali, coll'aiuto delle Coope– rative di produzione, dovevano, gradatamente, im– possessand,osi della maggior parte della produzione naz·ionale, dar vita ad un nuovo sistema economico soci,ide, basato sul prin,cipi-0 del lavoro « libero, as– sociato». Il Pioneu si rappresenta questo nuovo or– dinamento, the generai trade-unity, nella forma di un sistema collettivista, che organizzerebbe fa vita eco-· nomi-ca coll'aiuto delle Federazioni operaie industriali accuratamente differenziate, le quali, per mezzo del ParJ.a,menlo, di Comitati, ecc., dirigerebbero l'ordina– mento economico. Sono le idee collettiviste del «si– stema sociale» di Gray, accolte neUe idee sociali dei pratici. Il Senex vede nel collettivismo una neces.sità storica, ,che, presto o tardi, affermerà il suo diritto alla vita. La oonquista del potere politico è, perciò, inutile e ingiustifi.cata, finchè il proletariato, per opera della mutualità e della cooperazi-one, non avrà saputo con– trastare realmente alla borghesi·a la sua posizione. E la lotta di classe è inutile, perchè il dominio eco,no- . mico-sociale è f,ond,ato nelle condizioni della classe lavorutri,ce. Il Pioneer e la Crisis, gli organi più in– fluenti di questa correnlie, mentre la lotta t11a capi– talisti e operai raggiunge, nel 1833-34, la sua massima asprezza, scrivono contro gli scioperi, invitano i « ser- 11ati» ,a creare Cooperative di produzione e propa: gano idee di pace sociale. ' .,.L'insucèesso dell'organizzazione sindacale nelle lot– te di quel biennio, la vittoria delle « serrate » padro– na,li; lo sfasciamento del promettente movimento sin– dacale scemano negli operai i.a fiducia nella lotta di classe, a vantaggio delle idee propugnate, senza rile– vante -successo pratico, dai •collettivisti cooperatori. Dopo il 1834, Jorti gruppi .di. organizzati accettano la dottrina socialista cooperativa, che cercano inne– stai,e nell'azione sindacale; la co·operazione, a sua volta, accenna a tendenze riformiste più prutiche. Il movimento politico di classe riprende notevole slan– cio nel « Chartismo »; ma non domina più, come al p.rinrcipio del 1880, tutto il movimento operaio, di cui non costituisce che una corrente e, se acquista grande influenza tra gli operai di fabbrica, la propaganda e l'azione riformista e coopeN1tiva gli tarpano ben tosto le ali rivoluzionari-e. L'insuccesso del « Chartismo » distruggendo l'ultimo nucleo del movimento di cla.s– •se, dà il trionfo alla teorica e alla prnxis socialista– cooperativa. Il socialismo cristi,an-0, il movimento sin– dacale riformista, le Cooperative di produzione dal 1850 al '60, non sono che il socia,lismo cooperativo del 1820-30, completamente sviluppato. N-0n è, del resto, puro caso che i cooperatori più autorevo,Ji, del 1827-32. come Th. Hirst o Carson, si chiamassero « socialisti ·
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