Critica Sociale - Anno XXII - n. 20 - 15 ottobre 1912

3lG CRITICA SOCIALE In realtà, i guadagni dell'esercizio delle macchine interessavano prevalentemente i braccianti, perchè questi, essendo, non consumatori, ma venditori del servizio delle macchine stesse, tanto più avrebbero lucrato, quanto più alto fosse stato il prezzo al quale avessero ceduto il detto servizio. Uno fra i moventi poco confessati dei braccianti si trovava appunto nel desiderio di tali guadagni. li mezzadro invece è anche, e sopratutto, un con– Sllmatore del servizio della trebbiatrice. Perciò, se le macchine appartenessero alla sola collettività dei mezzadri, questi sarebbero ad un tempo venditori e consumatori del servizio medesimo. Cosicchè quanto guadagnerebbero da un lato - per esempio come venditori a se medesimi del loro servizio - perde– rebbero dall'altro come consumatori. Si tratterebbe,· insomma, di una semplice partita di giro. I mezzadri cesserebbe1·0 di essere consumatori, e diverrebbero venditori del loro s~rvizio, solo quando battessero la parte del grano che va ai padroni. l\fa, appunto perchè questa parte è la metà, i guadagni effettivi che potrebhero ricavare dalle macchine ver– rebbero a ridursi in proporzione. D'altronde 11 pro– prietario, se in via di concessione poteva lasciare che il mezzadro si servisse delle proprie macchine, non avrebbe certo tollerato che egli lo colpisse con un rialzo nel prezzo del loro nolo. Non dunque, l'eventuale guad·agno derivante dal– l'esercizio delle trebbiatrici costituiva il fine prin– cipale per i mezzadri. Il loro scopo essenziale era un altro, che facilmente si spiega dopo quanto ab– biamo osservato. Era quello - n~' suoi due aspetti intimamente connessi fra loro - di assicurarsi il servizio delle macchine ad un prezzo non esagerato, e sopratutto in modo continuativo; al riparo da ogni sospensione o rifiuto. _ Dati i conflitti di interessi fra mezzadri e brac– cianti, se i secondi avessero assunto in modo esclu– sivo l'esercizio delle trebbiatrici, inevitabilmente - avrebbero finito per rivolgere contro i primi il loro monopolio. Non solo - essendo venditori, anzicliè consumatori del loro servizio - avrebbero cercato di elevare il prezzo di quest'ultimo (1), diminuendo oosì di altrettanto la parte di ·grano che sarebbe spettata ai mezzadri; ma - quando fosse scoppiata qualche ostilità fra le due categorie - avrebhero ;t,ddirittura rifiutate le macchine ai mezzadri stessi, mettendoli così nella dura condizione, o di dover accettare qualsiasi patto, o cli lasciare in pericolo, per il ritardo di una operazione stagionalmente ur– g-entissima, uno fra i principali prodotti di ,mi consta la remunerazione del loro stesso lavoro: Chiunque studì il movimento dei . mezzadri ,in questi ultimi anni, e non soltanto in _quelle parti della Romagna· in cui si svolse più aspra e chimo– rosa la nota battaglia, ma anche nelle zone restanti;· chiunque conosca la passione, la frenesia addirit– tura, che ciascuno di essi ha di trebbiare il proprio gran() al più presto possibile, potrà facilmente con– statare che la loro tendenza a diventare proprietarì delle trebbiatrici ha obbedito principalmente alle preoccupazioni da noi accennate, ed in modo spe– ciale a quella di mettere il servizio delle macchine stesse al riparo da ogni sospensione o rifiuto per opera altrui. Possiamo dunque concludere che, fra i pericoli che la tesi dei mezzadri presentava per' i braccianti e i pericoli che la tesi dei braccianti presentava per i mezzadri, i secondi erano di gran lunga superiori ai primi. Colla tesi dei meziadri i braccianti si sarebbero ( 1) SI ricordi che li pagamento ciel servizio delle trebblatrlol si fa dnl proprietari e dal mezzadri Insieme, oeclendo una certa parte c;lella c1unntltÌt complessivi\ dl grano che ogni mnoolllna "lintte •· trovati una volta di più a dover lavorare per conto e alle dipendenze dei mezzadri stessi. Questa situa– zione avrebbe certo aumentate le occasioni di con– flitto, ma non avrebbe rappresentato sostanzialmente un fatto nuovo, moltissime essendo le operazioni in cui i mezzadri appaiono come datori di lavoro dei braccianti. Sarebbe semplicemente aumentata quella sfera di rapporti economici fra le due categorie che costituisce purtroppo una delle principali cause del loro antagonismo. 'frionfando invece la tesi dei braccianti, i mezzadri si sarebbero trovati di fronte a un fatto assoluta– mente nuovo e straordinariamente grave: quello di sentirsi minacciati nel più importante fra i prodotti che costituiscono il loro salario in natura. Dai due diversi punti di vista dei mezzadri e dei braccianti dovevano originare due assunti opposti. I mezzadri sostennero che, essendo la trebbiatrice una macchina agricola, avevano pieno diritto di procurarsene, colla cooperazione della loro stessa categoria, la proprietà. Dal loro canto, i braccianti opposero che - lavorando essi soli, in conseguenza dell'abolizione ·'dello scambio delle opere, intorno alle trebbiatrici - essi soli avevano diritto, colla cooperazione della propria categoria, di diventarne proprietari e di gestirle. " Le macchine a chi le fa funzionare ,, fu la formula in cui i braccianti ed i loro organizzatori condensarono la loro tesi. I due opposti interessi di categoria cercavano cosi di nascondersi e di nobilitarsi attraverso a questioni di principio. Nel fatto, i due assunti, rappresentando il tentativo di teorizzare due punti opposti di vista, erano incompatibili fra loro. Le due parti insisten– dovi intransigentemente, il conflitto divenne inevi– tabile. E, poichè era fra lavoratori e lavoratori, non solo di due diverse categ()rie (mezzadri e braccianti) ma di una stessa categoria (u~a minoranza di mez– zaclri e di braccianti dissentendo, per ragioni poli– tiche, dalla maggioranza della rit>pettiva categoria); e, poichè alle ragioni economiche si unirono e si confusero ragioni politiche e passioni personali, esso segnò una delle pagine più dolorose nella i;itoria civile della Romagna. Ai bra1cianti non conveniva porre laquestione, especialmente inqu l modo. Prima di esaminare più minutamente quali rap– porti passino fra la tesi dei braccianti ed i' principii della cooperazione e del socialismo dietro· cui essa tendeva a trincerar:;i, è opport.uno domandarsi se conveniva ai braccianti stessi porre la questione e particolarmente porla in -quel modo. Come era stato da noi· previsto, la battaglia· non fu vinta. Questa semplice constatazione di fatto è sufficiente a legittimai·e. il sospetto che la piatta– forma su cui la si volle impegnare sia stata male sc.elta. Ma anche a prescindere da tale aspetto, che con– sidereremo in seguito, ci si può chiedere se, ammet– tendo che l'unico m,>do di prospettare la questione fosse quello - era allora opportuno per i braccianti sollevarla. A provare il contrario, sta anche qui l'esperienza. Poic:ihè le forze che si impegnano in una battaglia che si perde rappresentano /in massima parte - specialmente se la battaglia si svolge sul terreno economico - uno sperpero di energie, è certo che gli stessi braccianti e i loro organizzatori non avreb– bero_ impegnata la lotta, se non avessero fermamente creduto di uscirne trionfa tori. Le loro previsioni risultarono errate pe1·vari motivi. Credettero che anche i braccianti che seguivano la bandiera_ repubblicana sarebbero rimasti d'accordo cogli altri, e che perciò ai mezzadri sarebbe venuta I '

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