Critica Sociale - Anno XXII - n.18 - 16 settembre 1912

278 CRITICA . .iOCIALE dall'altro il tenore di vita dei produttori. Problema dunque di produzione - come bene avvertiv_a il Ca– nepa - ma anche di civiltà. Il ritmo della vita si accelera: la stampa polit.ica, saturato il mercato cittadino, dilaga nei campi. L'i– dea che non si è nati per produrre soltanto i beni per gli altri, ma anche per goderne, ha penetrato il coltivatore. Primo effetto, il bisogno - se non per sè, almeno per i figlioli - di una istruzione meno avara che la scuola obbligatoria non dia. Il conta- · clino intuisce, forse più dell'operaio, che istruzione e benessere economico fanno una cosa; che i suoi figli tanto meglio coltiveranno il campicello e la vi– gna, e, lavoratori di fabbrica, o emigrati, o comun– que li balestri il destino, tanto meno sudala e pitocca avranno la mercede, quanto meglio avran munito e sveltito il cervello. Ora, i piccoli Comuni non han modo di rispondere a questo fondamentale bisogno. Di 28 Comuni che ' ho studiati del!' Alessandrino, 14 sopra i tremila e 14 sotto i mille abitanti, uno solo (Cuquello) spende per la scuola L. 4,50 per abitante, ma ha 370 abi- · tanti soltanto, e ciò spiega_ la percentuaJe meno mj– sera; 4 lire spendono Rosingo e Vargo, con 200 e 300 abitanti. Gli altri variano fra un minimo di L. 1,90 (Castelletto d'Erba) e un massimo di L. 3,10 (Sordagliano, Volpagliano, Castelnuovo d'Asti). La media: L. 2,81. Chi rifletta come Alessandria, spendendo L. 7,70, non può dare a tutti i sobborghi la quinta e la sesta, anzi, in talune frazioni, neppure la quarta maschile e femminile, desumerà dal confronto che cosa poss::i essere la istruzione nei Comuni rurali. E il dato della nostra provincia è probabilmente dei più elevati. La legge Danco-Credaro è un nobile avviamento, ma, pei Comuni rurali, non ancora una soluzione. Se Carlo Zanzi, competenza indi– scussa, come direttore didattico e come studioso, ci preparerà, come me ne ha dato lusinga, uno studiio e un progetto sull'argomento - e vorrei che il Congresso ve lo impegnasse - ecco la piatta– forma a una nostra prima e santa battaglia: la scuola pel contadino. V. - b) L'O'l'gani~za~ione llel m•edito. Un'altra riforma si rapporta più direttamente alla vostra peculiare azione economica. La fitta rete di Cooperative e Mutue agrarie, di Cantine sociali, di Casse di credito, che verrete creando, rnira ad aumentarvi il profitto del lavoro. In un dato Comune, trenta o quaranta ortolani, che coltivano il pomodoro, sono alla mercè dei grossi produttori e negozianti di conserva, che impongono prezzi scannati, ed essi debbono subirli, perchè il pomodoro, se attende, si guasta. Una piccola Coo– perativa per la produzione della conserva baste– rebbe a salvarli - e a salvare altri produttori di vicine borgate - eia cotesta forma di usura. Altrove, una Stalla cooperativa, che permetta il razionale ingrassamento dei vitelli, la vendita del latte in comune, l'impiego dei residui, aumente– rebbe i profitli dell'allevamento del bestiame. L'allevamento del baco da sela, largamente pra– ticato in Italia, ognun sa quanto sia estenuante, e quanto il guadagno ne sia taglieggiato dal grosso . incettatore o filandiere. Bacoliere cooperative, mu– nite di forno, dando agio ai piccoli produttori di negozi::irc, al sicuro dai deperimenti, strozzereb– bero lo strozzo. - E gli esempi si possono moltipli– care. Come può la legislazione secondare tali iniziative? Niente sussiclii in denaro o in macchim,rio, niente graziosi favori e larvate elemosine, che diventano strumenti elellorali; ma integrazione razion::ile dallo Stato agli sforzi dei singoli. Un Banco sia auto– rizzalo a esercitare questo credito, o si crei, finan– ziandolo, uno speciale Ist.ituto di credito agricolo. Nel contempo, un- corpo di Ispettori cont.:ibili e tecnici determini, con assidua vigilanza, qùali Coo– perabive sono e si mantengono solide, ben dirette, degne del fido. Delegati clct.t.ivi municipali - uno per la maggioranza, uno per la minornnza - gartHh tiscano la imparzialità delle operazioni, <li guisa che il sindacato del pubblico trovi la via di eserci– tarsi traverso gli scanni consigliari. Siano prescritte dalla legge Federazioni nazionnli per ogni ramo di cooperazione, e disciplinalo il reciproco conlrollo fra gli Enti federati. Ed ecco, senza rischio di parassitismi, nè di sac– cheggi all'Erario, col solo agevolare ·cautamente, ul lavoratore alacre e scrupoloso, quella possibilitù di sconti onesti, .che il benestante e il grosso in– dustriale o proprietario trovano sempre alle Banche a saggi di favore, eccovi liberali da uno strozzi– naggio doppiamente rapinatore: perchè, con l'inte– resse dei quattrini, la Cassa confessionale vi trat– tiene in ostaggio la coscienza. Ecco infranto il nodo scorsoio, a cui tanti fra voi debbono concedere il collo; ecco un'opera cli giustizia inslanrat.a, e vinln una ballaglia, che è economica e democratica in– sieme. VI. - e) La 1-ijm•ma t1-ibitta1•ia. I.l p·1•oblema lle.lla finanza locale. Viene terza la riforma tributaria; antica e sempre tradita promessa, e assillante bisogno per la vostra classe, sui cui omeri gravano tutt.i - salvo, in mi– nima parte, pel grano - i dazii protei.tori, e le im– poste che si disperdono in fumo di vanagloria e in fumo di cannonate. Questa, per quanto vi riguarda personalmcnlc, è materia a voi troppo nota, troppo dolorosamcn1c nota, perch'io mi vi indugi. Una riflessione di pas– saggio. Salvo il terno al lotto di qualche emigra– zinne eccezionalmente fortunata, il piccolo p1·oprie– tario - a differenza dal medio, cui riesce, qualche volta, di arrampicarsi nella borghesia - muore, a furia di stenti, novantanove volte su cento, piccolo proprietario, seppure i[ pignoramento de' suoi beni non lo ha prima travolto nell'indigenza. Quanto dire che il reddito del suo lavoro non supera, di regola, lo stretto necessario alla vita. · Perchè allora non godrà, come il salariato vero e proprio, come lo stipendiato al disotto delle 800 lire, la immunità fiscale, che è l'unico magro van– taggio del nullatenente? Beninteso, immunità limitala alle sole i1nposte di– rette. Quanto alle indirette, alle imposte sul consu– mo, il nullatenente le paga, in proporzione, più del- l'abbiente. · Ma vi è, della questione, un aspetto più vasto, che qui oggi si può appena accennare, che a suo tempo dovrà essere risolutamente affrontato: alludo alla finanza dei piccoli· Comuni rurali in rapporto a quella dello Stato. Quelle medie, che accennavo, di spese per l'islru– zione, così misere come le udiste, tuttavia sono sciali sardanapaleschi, a confronto delle medie per gli altri pubblici servizii. La leva dell'alfabeto ha que– sto - questo solo! - di comune con In Jreva mili– tare; per essa .:.._nei limiti, s'intende, <lei material– mente possibile - non si osa più lesinare. Di qui la corsa nella sovrimposta, t.·rnto maggiore quanto più è scarsa la popolazione, e le cliecine di Comuni, nell'Alessandrino, che superano le L. 2, e 2,50 di sovrimposta. Che resta per le spese facoltative? Eppure è ben la pelle di quest'orso, che i partiti si disputano per

RkJQdWJsaXNoZXIy