Critica Sociale - Anno XXII - n.18 - 16 settembre 1912

CflITICA SOCIALE 277 tamenl.e democratica, se ch.iuclerà· il periodo delle pure discussioni, per aprire quello delle opere. Non ch'io mi dolga, come i facili critici fanno, forse a cooncstare la lor proj)ria inerzia, del « per– <lilempo >> dei. cl:ibaltiti. Il problema della piccola proprietà terriera e del proletariato che ne campa, se è antico pei bisogni a cui fu sempre. invano pro– messo un soddisfacimento (cinquant'anni di legisla– zione italiana non la.sciarono cadere una b.r1ciola fra questi lavor:;itori. - disse in Parlamento. Son– nino), è nuovo pei partili avanzati che -finora non s·eppero o non vollero anelarne in fondo. Discutere sarà ancora necessario. · Ma il partito clericale lavora, sebbene alla sor– dina: esso fa, pel proletariato rurale, ciò che, per quello industriale, il partito socialista. Organizza i contadini in Cooperative, in Mutue agrarie, in Casse rurali; avvolgendo il soldino della Banca nel bi– glieli.o pasquale, li assoggetta insieme al confes– sionale e agli interessi delle cricche clerico-mocle– rate di campagna. I «liberali)), pur presentendosi assorbiti, si contentano che ancora il prete loro guarentisca ·un frammento o una larva di potere. I «democratici)), da noi come altrove, •abbondanti teorizzatori, ma inetti a ogni sforzo, di azioné, alla lamentata invadenza clericale oppongono le sante memorie; Flnquisizione, il Sillabo, Giordano Bruno sono per loro come l'aspersorio, che scongiura gli spiriti malefici. Di un'azione positiva per le masse rurali solo :il Partito socialista è virtualmente ca– pace. Di questo, durai fatica a convincere e i la– vorai.ori della terra e molti de' miei stessi. compagni. Ma la larga messe di açlesioni raccolta oggi fra. i socialisbi di tutte le tendenze e nelle masse rurali, - ci affida che oggimai si stia per uscire dalle ambagi. La nostra Associazione è neutra. Essa non chiede, a chi entra, d'onde venga, e con che fede politica o religiosa. Ma. l'esempio degli altri ceti di lavora– tori, che solo nel grande alveo ciel movimento so– cialista trovarono qualche appagamento ai loro bi– sogni morali ed economici, vincerà le riluttanze e le prevenzioni,. che preti e reazionarii congiurano, pei loro fini, ad alimentare. . Ed è il momento çli agire. Le prossime prime ele– zioni a suffragio quasi universale verseranno, temo; una doccia gelata su molte nostre illusioni. Le in– finite pastoie procedurali ber-tolinesche sembrano congegnate apposta per fiaccare la resistenza dei villici e offrire buon gioco alle malizie camorristiche o consortesche del Nord e ciel Sud. Non perciò meno l'avvento alla ribalta politica di nuovi cinque milioni di proletarii, agricoli la massima parte, pone innanzi alle classi dirigenti, quindi ai partiti, i problemi della v~ta e dell'avvenire contadino. Col do1:ipio gioco del nazionalismo e del patriottismo, sbandierati in piazza, e dei diritti• imprescritti!:iili di Pietro, riaffermati in Curia, il partito clericale, se l'accidia democratica e sopratutto socialista con– tinui a lasciargli via libera, farà di ogni centro ru– rale un fortilizio inespugnabile contrÒ il progresso delle idee e del proletariato. A sventargli il_piano, un sol mezzo: operare! II. - Oa1•atte,ri -specifici d13Uanost1•a a~ione. Lo Statuto, che vi proponiamo, sbozza le direttive. Adunatici per concretare le idee acclamate dal Con– gresso di Asti del 1910, ravvisammo unanimi nella o,·ganizzazione di classe l'arme sicura per le più urg.enti rivendicazioni economiche e legislative ciel proletariato piccolo-proprietario rurale. L'organizzazione cattolica del Belgio ci offriva un modello, adattabile al nostro temperamento nazio– nale. Ma volemmo infondervi un'anima schietta– mente proletaria. Niente patronato,· quindi, nè di· nomini, nè cli partiti. L'emancipazione cli classe dei piccoli .coltivatori dee scaturire dal la forza loro propria. Nulla quindi di comune con certa demo– crazia rurale, che fece capolino ·anche tra schiere socialiste, nè con cert'altra spuria democrazia, mos– sa da mire eleltorali, accennante dal Cremonese. Organizzazione, dunque, di classe, che raccolga soltanto. quel proletariato rurale non salariato - piccoli proprietarii,. piccoli fittavoli, mezzadri - che lavora la terra da sè, normalmente non assolda braccianti, anzi loca sovente alla grande proprietà il lavoro che le esubera pel suo fondicciuolo, in contrasto aspro con quella, colla Banca e col fisco dissanguatore. L'organismo, pel quale domandiamo oggi il vo– stro voto, domani -- tornali ai vostri ·paesi - In vostra propaganda, vuol fare del proletariato rur:1le non salariato, stringeridolo in un fascio, una pode– rosa energia economica e politica. Simile nella for– ma alle Federazioni di mestiere; se ne differenzia per questo: che non lotta a difesa contro singoli pa– droni personalmente sfruttatori, ma contro lo stesso sistema capitalistico, impersonalmente, ma non me– no perciò ferocemente, sfruttatore. III. - A~ione politica. I piccoli p1•op1•ieta1•i e i ,pa1•titi. Due strumenti ha questa classe, pel proprio mi– glioramento. L'uno è nella sua stessa forza di vo– lontà·. Con felice siritesi affermava l'on. Canepa, il problema della piccola proprietà essere un proble– ma cli produzione; concezione esatta, se però non se ne induca che lo spremere dalla terra qualche quin– tale di più di olio o di uva o di grano esaurirebbe il problema. • Certo, il sodalizio dovrà aiutare l'associato a pro– durre di più e a vendere meglio, scemandogli il costo delle sementi,. dei concimi, del credito, fornen– dogli i mezzi di perfezionare il prodotto, liberandolo dal bagarinaggio, potenziandone il lavoro con una migliore istruzione generica e tecnica, spingendo le cattedre ambulanti a curare la « intensivizzazione >> non solo delle grandi, Ìna e più delle piccole cul– ture. Ma di ciò gli on. Samoggia e Montemartini vi di– ranno con miglior competenza. A me spetta adom– . brare un programma di immediate riforme legisla– tive. E qui, subito, v'è un pericolo da segnalare. Se l'organo della difesa economica diventasse l'incuba– trice di ambizioni elettorali, sarebbe la bancarotta. L'Associazione dei piccoli proprietarii non vuol es– sere un partito politico, nè avrà proprii candidati politici e amministrativi. Essa è 1 al di là dei partili; i programmi, che formuleranno i suoi Congressi an– nuali, si imporranno, più o. meno, a seconda del numero e del vigore degli aderenti, ai governanti, quali ch'essi siano, alle maggioranze consigliari, quale che ne sia il colore. E sarà per la forza delle cose, se, non potendo essa vivere avulsa dalla vita politica della nazione, troverà - l'ho già detto, ma tengo a ripeterlo - il suo più naturale interprete e il più saldo sostegno nel Partilo socialista, che è il Partito di tutti i lavoratori; che è quello a cui essi tendenzialmente appartengono, anche se dapprima non ne hanno coscienza, anche se lo ignorano o ne diffidano. Posto ciò bene in chiaro, entriamo difilati nel nostro argomento. IV. - Le 1•ifm•me u1•genti,. a) Lo sviluppo della scuola 1•m•ale, La legislazione, che interessa i piccoli proprieta– rii, è bifronte: da un lato riguarda la produzione,

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