Critica Sociale - Anno XXII - n.18 - 16 settembre 1912
286 CRITICA SOCIALE che probabilmente l'assorbimento progressivo del la– voro a domicilio nella grande industria di fabbrica, il cui sviluppo sempre maggiore caratterizza il pre– sente periodo della sloi·ia economica. DllMOS ALTOllELLI. I NUOVI ORIZZONTI !ODAllnt Df llA [OOPE RAZIONE NeH'ullimo fascicolo, in nota. alla chiusa dell'ar– ticolo di Alessandro Schiavi su Cooµerazione ~ So– cialismo, promettemmo di .riassumere lo studio - da lui citato - dello Staud1ger (I), appunto su que- - slo argomento cosi interessante e vivido cli attua- lità. . . Lo Staudiger parte dunque d~ll'afferJ?are che_ 11 « materialismo storico>> - ch'egli prefer1rebb_e ehm– mare « concezione tecnico-sociale della storm » - sopravvive inlatlo alle critiche di c~i fu fallo segno. Soltanto, il Marx non ne avrebbe t1rnlo tulle le con- segue1_1ze d_icui è ~apace. , . . . ' Se rnfatl1 - ccrh osserva - l evoluz10ne poht1ca è condizionala es~enzialmenle dai fattori economici; la famosa « conquista dei poteri», preconizzala dal Marx 1 a ben poco condurrebbe, nel senso del so– cialismo, se non si fossero insieme preparate le nuove e meglio adeguate forme economiche. Ma allora non basta concentrare, come fa il Marx, lutto il problema sociale nella lot~a .fra ii;nprend_itori o capitalisti, da un lato, e salariali, dall altro, m~orno al prodotto del lavoro. Ben yero ch_esoll::rnlo.11la– voro crea i valori; ma questi (e qui, anzi, è 11nu– cleo del pensiero marxista), nell'assetto capitalistico, non si- realizzano se non con la vendita. Ond'.è che il ciclo economico non si svolge nel breve giro fra pl'oduttori e venditori, bensì - più largamente - fra produttori e consumatori. Subentrala alla patriarcale p~·oc~uzio1~e per l'uso la prodtJzione per lo scambio (s1 ncord1 la formula marxiana: mcl'cc - lavol'O - merce), sul mercato non si offre più 1.m prodotto _che.accidentalm_enle esuberi al bisogno personale d1 chi lo offre; s1 of– frono merci, ossia prodotti acqui_stati unicamente per rivenderli. Il mercante, che s'mtrude terzo fra produttore e consumatore - e col· quale veramente i I capitalismo fa il suo ~ng~ess? nel mondo - non si preoccupa clclle qualità mtrmseche della merce, della sua oriainc o della sua destinazione,. ma esclu– sivamente cl' quanto essa gli può render~. Egli ".i investe del denaro; questo denaro, per lui, è capi– tale; ossia deve ritornargli in Lasca aumentalo. L~ merce vale, per lui; i11ragione ciel profitto èhe gh darà. li suo scopo è« fa!· denaro ~ol de_nar?_».P-e1:– ciò consacrerà quanto più può de s1101utih a svi– luppare i propri affari, cercherà di battere i con– correnti a col pi di buon mercato, accaparrerà pro– duttori e fornitori; assorbirà sempre più l'artigia- 11ato·indipendente, ecc., ecc, . . In questa fase economica, anche il fabbriccmte, sostanzialmente è un mercante; anclt' egli compra per rivendere, 'e soltanto in ciò si distingue _dal mercante propriamente dello: che quello, prima di rivende1•e, imprime a~ prodotto u~a trasf~rma– zionc (2). Comunque, egli è sempre I a11cllo d1 una (!) L'organtzzazlone del conswnato,·i e la teoria ,nar:vlsta: Kon• smnuenossenscl,.aflllc7ie Rundsc1,au, 29maggio 1911,e Revue soclaUste, lb febbraio 1912. (2) Potremmo soggiungere ohe, sostanzialmente, ·sotto l'aspetto eoonomloo, fabbt'loantl e mercanti, ranno subire egualmente al pro• dotti questa sola trasformazione: avvlolnarll al oonsumo. Non Im– porta ohe II avvlolnlno, ossia li rendano più atti al oonsumo, piut– tosto trasformandoli maierlalmente o spostandoli topografloamente. Jn ambo I oasi essi rendono un servizio, obe, In qualsiasi regime, sarebbe necessario e dovrebbe venire rimunerato. Soltanlo, In re– gime oapltallstlco, Il monopolio lnérente alla proprietà, privata per- mette di convertirlo In. una torma di usura. · (La c. S.). cat.ena, che polrù prolungarsi e complicarsi quanto si voglia, ma che, schematicamente, può rappresen– tarsi come nel seguente prospeLlo : Mor<'ante Mercante Meroanto Mercante raccoglitore fabbricante all'Ingrosso al minuto o mercante di materia prima l'rhiw fon,ito,·e . lii Opera-i lii Operai lii Ope1·<tL . Cliente nnale lii Moltiplicale a vostro grado _gli inter:me~liarii Jella serie superiore: sono semp_re 1mprencl_1tor1, che com– perano per rivendere, ossia merca~ti.. Com~, nella serie inferiore sono sempre salariati, ossia pro– duttori i quali: tutti assieme, ri~evono pe: la _loro produzione un tanto di meno ~1 _quanto 11 cl~ente [inale è costretto a pagare. I pr1m1 lotta_no.Lutti p~l maggior profill?,. ossia p~r ottener~ d~1 secon_d1~l più lavoro poss1b1lc col mmor sal_az:w;1 seco_nd1,vi– ceversa, pel maggior salario possibile, cui mmor la~ voro. Sono le « classi » di fronte; ed è la.« lolla di classe ». Ma e i primi e i secondi sono anche, alla fine, tiaualmenle consumatori, ossia compratori per il cgnsumo personale; e lo s~noi ii:isiem~ a 9uel!e ca– tegorie intermedie (profess101:1 h~erah, p1ccol! col– tivatori artiaiani ecc.), fra I CUI componenti n<'>n è lotta 1 di cla~se 'ma è lotta di concorrenza, nell'in– terno della cla~se, per disput~:si \a .cli_entela. ~ sono tutti insieme, còstoro •- 1 pr1m1, 1 secondi, ali i~termedii - tutti i cittadini, in sostanza - che, ~iascuno per la sua parte, formano il c!ient_e ji~ale, il consumatore; il quale - P?vero ~mch1?1:e. - paga tutto a tutti; il qualti? m altr1 termm_1_,nel p1,ez?-odel prodotto, che egh compra, non pm per rivenderlo, ma per copsuri:arl?,. paga anche alle– rrramente il pro[itlo dei cap1tahst1. ° Ciò che gli ~perai (serie inferiore del prospetto) dànno alla sene mel'cante, che - graficamente e realmente - sta loro sopra, è della merce trasfor– mata, e niente di più; della merce, la q_uale_ - avu~s~. dalla vendita al si.Illodato povero mmchwne, c10e al cliente {inale, che chiude il ~iclo _econom_ico- non contiene, e non potrebbe mar formre a chicches- sia, profitto di so,rta. . . . . • Ora chi è queslo cliente jinale, che pag~ 11pro– fitto, del quale si alin:ienta_il capit'.1lismo? Lo ab– biamo visto: siamo 1101 tutti; è la clientela compra– trice e consumalrice. Ma questa è composta, nella sua enorme m,aggioranza, d~ll'elemei:ito operaio. g dunque, in sostanza, :l'ol?eraio. ch.l si sfrulla_,da se_ medesimo, rendendosi cliente.{male della sene mer– cante (capitalisti) e regalandole il profitto; pagandole cioè, per una merce da lui stesso prodotta, una son:i– ma cli denaro maggiore di. quella che, ~otto specie cli salario ha ricevuto per produrla; ossia - che è diPc il m~desimo - ricevendo, per la cifra del sala– rio, ch'egli consu!na, una quantità di merce, minore di quella che egh slesso ha pr_odotta_per quel sala– rio. E così, col fatto suo p~oprw, egh accres~e s~.ri:– pre più la potenza del capitale, la potenza d1_ cm Il capitale si serve per sfr_ut!,ar!o e per a~serv11-lo .. Oui nel fenomeno, s1 msmuano allr1 elementi, effetti' anch'essi, del resto, d~ cotesta pot~nza, che \ consumatori prestano al capita le, e d1 CUI. que_sto s1 serve per rialzare, in tutti i ri :o.di , i _prezzi.de_1con– sumi: i cartelli i trus!s, la poli tica tributaria, 11pro– tezionismo dog'a!lalc, ccc., ~cc.. O1;de la vita _ogg;idì è resa sempre più cara, ossia più mgrala e d1fficiie, non soltanto acr!i operai - che invano sperano or– mai di rivaler;ene adeguatamente coll'aumento dei . salarii - ma ai piceoli coltivatori, agli artigiani, agli impi~gati, ai modesti reddituarii, a tutta la gente
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