Critica Sociale - Anno XXII - n.18 - 16 settembre 1912

CRITICA SOCIALE . 283 progetto, da essi detto. di tra1_1s_azi?ne, in virt~ del quale, in tutt,e quelle c1rcoscr_1z10mnelle ql!ah una .lista avesse raccolto la magg10ranza assol~rta, ess~ . avrebbe do;vuto senz'altro ottenere tutti i Seggi, senza che entrasse iri funzione il sistema del quo– ziente·. Si voleva cioè una legge elettorale, la qual~ comprendesse due sistemi diversi e~I ?PP_osti, d1 scrutinio cli lista rigidamente mags10r1tano nelle circoscrizioni dove. un partito raccoglte~se anc)1~ sol: tanto la metà più uno dei votanti, e c]1scrut1f!10 di lista, se non proporzionale, proporz10naleggiante, in tutte le altre circoscrizioni.· Anche qui non ci si preoccupava se non del_van– taggi~ immediato che il partito radicale e radicale– sociahsta ne avrebbe· risentito: perché esso avrebbe racmiunto l'eftetto di sopprimere senz'altro qualsiasi pu"/' modesta ra1:ipresentanza, per tutti gli altri par– titi, in quei Dipartimenti, nei quali poteva presu– mere cli essere in maggioranza assoluta. Non oc– corre spendere parofo.·per porre in rilievo la_ ~ru– lalità e la ingiustizia cler sistema, la contraclmone loo-ica della coesistenza dei due sistemi, la confu– siine' che ne sarebbe derivata alla condotta 'dei par– titi, i quali, 'fi'no a dopo "avvenuta' l'eleziohe, nòi1 avrebbero saputo quale dei··due sistemi sareb_be sta~~ appli~ato; e tutti intendono,_ in~ne_, come.~ J?ar:t1t1 cli mmoranza sarebbero stati spmti alle pm 1bnde coalizioni, ai più repugnanti patteggiamenti, pur. cli sfuggire al pericolo clell? ':'iolent~ ~or? soppressio– ne in un gran numero <Ìl c1rcoscriz10m. Ed, anche i·n questo caso, non si pensava che il sistema iniquo poteva, a un dato momento, v~l– tarsi a danno di chi lo voleva instaurare a proprio beneficio, e che, mentre era ·ispirato alla idolatria del principio maggioritario, esso avrebbe potuto, nella totalità dei resultati, in caso di elezioni gene– rali,• portare alla sorpresa del trionfo _comples·si'"o cli una minoranza. Osservava acutamente nella· discussione il Poin– caré,, quanto fosse ingiusto tale ?istema, pel_ 9uale poteva aversi un resultato come 11seguente: m un Dipartimento con 100.000 elettori, la lista reaziona– ria ha 51.000 voti e quella repubblicana 49.000. La prima ottiene tutti i Seggi. In un altro })ipart\mento, invece, parimente con 1~0.000 eleLL0~1, la. !tsta re– pubblicana ha 49.000 voti, quella reaz1onar1a 45.000 e una terza lista dissidente 6000 voti. In questo se– condo caso, nessuna delle tre ·liste avendo la mag– gioranza ' assoluta, viene applicato il sistema del quoziente, e i Seggi so~o ripartiti tra rep~bblicani e reazionarì. Ma, pegg10 ancora: due mmoranze, « impa!'entandosi », avrebbero potuto escludere completament~ la lista, che avesse ràccolto una vo: tazio'ne molto superiore alla loro. - l'!: questa che voi chiamate giustizia? - chie_cleva _il~o_incaré; e_co_ncl~1- deva affermando che o 11 prrnc1p10 maggioritano senza limitazioni doveva applicarsi dovunque, o che, se si riconosceva la bontà e la equità della rappre– sentanza delle minoranze, si doveva ad esse· fare lealmente posto in tutte le circoscrizioni. I radicali e radicali-socialisti avevano scelto a. campione del loro contr(!)-progelto l' Augagneur, Mi– nistro dei Lavori Pubblici nel Gabinetto Caillaux, il quale lo sostenne con grande irru_enz~, ma i pr?.– porzionalisti ottennero una nu_ovav1tto1na, r~s? pLU facile e più grande dall'atteggiamento del Mm1stero , che, sulla reiezione del contro-progetto Augagncur,' pose la questione di fiducia. E. la Camera lo re– spinse con 346 voti c011tro·197: fatto lo spoglio del– l'appello nominale, il Ministero potè con!ltatare. ch_e quelli, che gli avevano votato con~ro, non cost1tu~– vano la metà più uno della niagg10ranza repubbh-. cana, e perciò rimase al suo posto proseguendo nell::i cliscussion,e. 6) L'approva~e del testo definitivo. Anche la questione dell'« im_parentam_ento». e del premio alla maggioranza fu d1 nuovo mvesl!ta _nel suo complesso; 11.6 di luglio, il principio dell'« 1m– parentamento » fu approvato e, guanto alla sua com– binazione col premio alla magg10ranza, la proposta ministeriale finì col prevalere contro due tendenze opposte che volevano l'« imparentamento » senza alcun p 1 remio ;illa maggioranza, o l'« imparenta: mento» con l'attribuzione di tutti i Seggi restanti alla maggioranza relativa. Anch_e in questa occa– sione, il Poincaré tornò alla carica con la sua an– tica proposta di concedere la totalità dei SeB"gi_ aHa maggioranza assoluta. Sorvoleremo su quest10n\ m1- nor1, come sarebbero la proposta sostenuta di r~– spingere il diritto cli pana?hage, e l'altra d~l. Rei: nach di rinunziare al quoziente per lo scrut1mo d1 lista a voto limitato, secondo il nolo tipo che fu in vigore in alcune circoscrizioni italiane dal 1882 al 1891. Cosl, dunque, la Camera giunse alla fine ~el di– battito, approvando, il 10 luglio, con 339 voti co1_1- tnq. 217, .il testo, def).njtjvo, cl!')lq.uale. abbiaIT)o già esaminato le disposizi_oni e il .funzionamento. IV. Previ5ioni e Conclu5i·oni. Il còmpito, che mi ero proposto ne)l'accingermi a: studiare questa riforma e la s~a storia parlamen– tare, è così giunto al suo termme. Non voglio_ n~ debbo fare il profeta e non m1 oc~uperò qumd1 eh arrischiare previsioni sulla accoglienza, che 11 Se– nato sta per riserbare alla legge t1<stèv?µita dal)a Camera Mi limiterò a constatare ..che 11:J. Francia prevale ·l'opinione che la riforma,. Sia 1:itirii con qual– che parziale rito-eco, andrà in vig.ore cbsì come è stata ora approvala. Supponendo che possa veramente essere c~sì, con– siderando cioè il testo, vç>tato fino ad oggi da un solo ramo del Parlamento, come. se già fosse legge perfetta, quale giudizio complessivo è lecito darne? Si intende che un tale giudizio è intimamente con– nesso co_n l'apprezzamento del modo, ool quale si crede il sistema capace di funzionare nella sua pra– tica attuazione. E, a questo punto, .occorre fare ~na constata: zione, che include una riserva. Il funzionamento d1 qualsia~i sistema, parzialmente o integralmente pro– porzionale, dipende in non piccola parte dalla am– piezza delle circoscrizioni elettorali. La R. P. pre– suppone circoscrizioni ampie; le circoscrizioni, !1elle quali vi sono da ripartire meno' di cinque Seggi, at– tenuano "odeliminano i pregi del sistema, mentre ne aggravano fortemente i difetti. E, dicendo « cinqu_e Seggi», credo di a:'e.r det\o. Hn_aci_fraverame~le mi– nima, perchè le c1rcoscriz10m più vaste, d1 oltre sette Seggi, ad esempio, sono infinitamente prefe- ribili. . Ora, .nella nuova legge francese, oltre a dodici circoscrizioni ad uno o due deputati, nelle quali il sistema rimarrà inefficace, vi sono dieci circoscri– zioni a 3 deputati, ventidue a 4 deputati, diciassette a 5, dodici a 6. Soltanto ventiquattro circoscrizioni eleggeranno sette o più deputati: · èiò, a parer mio, costituisce un difetto organico sensibilissimo, che. comprometterebbe il felice fun– zionamento di un sistema anche di gran ·lunga più perfetto. · · Se poi si tien conto della particolare disposizione, eminentemente antiproporzionale, per la quale alla lista, od al raggruppamento di_liste,· che_abbia ~ac·– colto anche appena la metà -più uno dei votanti è,

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