Critica Sociale - Anno XXII - n. 17 - 1 settembre 1912

CRITICASOCIALE detto premio alla maggioranza bastava a travisare il principio proporzionalista della legge, poiché ren– deva il sistema, in moltissimi casi, meno equo di uno scrutinio di lista maggioritario, sol che questo fosse, ad esempio, temperato col voto limitato come vigeva in Italia dal 1882 al 1891. Ma, pur ren– dendosene conto, la Commissione si acconciò a tale transazione, che, come abbiamo visto, ha resistito alle critiche della lunga discussione ed è rimasta poi nel testo definitivo, approvato finalmente dalla Ca– mera nel luglio cli quest'anno. 5) Vimpa'l'entamento, li progetto della Commissione era anche note– vole per due provvedimenti, interamente nuovi, dei quali non era traccia nel progetto ministeriale, e cioè l' apparenlemenl e il voto cumulativo. Lo « imparentamento » era stato ideato dal de– putalo Painlevé, cd era un istituto nuovo, di cui non si ha esempio nemmeno nelle altre legislazioni comprendenti la R. P.; sebbene in Belgio i libe– rali e i socialisti, per fronlegginrc i clericali, ab– biano più volte concluso alleanze le quali, per quanto non riconosciute ufficialmente dalla legge, avevano in pratica effetti assai simili a quelli del- 1'« imparentameHtO ». Questo, nel pl'ogetto france– se, consisteva nel concedere ai presentatori di una lista, di dichiarare, all'atto della presentazione, con quale o con quali altre liste intendessero di met– tcl'e in comune i voti, rimasti inutilizzati nella pri– ma ripartizione dei Seggi, per avvantaggiarsene nella ripartizione successiva. L'apparenlemenl, vivamente contrastato in seno alla Commissione, e poi con pari fervore combat– tuto e difeso nel lung-o dibattilo parlamentare, ha finito col Ll'ionfn l'e, e costituisce una delle dispo– sizioni carallc1·istichc dell'ult.imo progetto votato dalla Camera. Esso è stato desideralo sopratutto dai partiti democratici, perchè si è giudicato, e non a torlo, che l'Opposizione conservatl'ice avrebbe molto più facilmente trovato, nel suo prog1·amma negativo, un terreno d'intesa comune, così da po– ter coalizzarsi in un blocco compatto presentandosi agli elettori con una lista mista, la quale, nella ri– partizione dei Seggi, si sarebbe assai avvantag-' giata di fronte alle forze democratiche, suddivise in maggior numero di partiti e di gradazioni che, pur avendo affinità di idee e d'interessi, difficilmente avrebbero potuto o saputo rinunciare alla loro in– dividualità. Questo « imparentamenlo », anche prima che nel– la Camera, ha dato luogo ad ardenti dibattiti nei periodici politici e scientifici. A me esso sembra una felice innovazione, la quale, quando non sia combinata, come putroppo è avvenuto in Francia, con c1uella bastarda disposizione che è il. premio alla maggioranza, non altera in alcun modo l'eco– nomia di un sistema proporzionale, ma lo rende anzi più duttile nel suo funzionamento, inspiran– dosi ad una grande lealtà nelle relazioni tra i par– titi di fronte al corpo elettorale, e consentendo an– che alle minoranze, sia pure esigue, di affermarsi con distinta fisonomia e di fare propaganda per la diffusione delle proprie idee, senza il timore di danneggiare gli affini a beneficio degli avversari. Si è specialmente obiettalo, contro l'« imparen– tamenlo », che esso deforma la volontà dell'elet– tore, perchè questi ha creduto di votare per una lista, mentre il suo voto può servire ad avvantag– giare una lista diversa. A parer nostro, questo po– trebbe essere un validissimo argomento se la di– chiarazione d'« imparentamento » fosse fatta dopo la votazione; ma, poichè il patto di alleanza si stringe preventivamente, alla luce del sole, dieci giorni pri- ma dello scrutm10, ci pare che l'elettore sia posto in grado di valutare tutti gli effetti, immediati e mediati, del suo voto. D'altra parte, risponde ad un concetto di educazione politica che il voto dato ad uomini rappresentanti un certo ordine d'idee, 11011 potendo determinare l'elezione di essi, piuttosto che andare disperso e favorire indirettamente gli avversari decisi, serva alla riuscita .:li uomini chr rappresentino idee riconosciute affini. E mi sembra anche. giusto notare che l'« imparenlamento » si ri– collega, in certo modo, allo spirito informatore che ha presieduto alla ideazione dei primi sistemi pro– porzionali, 'poichè il voto singolo trasferibile, pro– posto dall'Hare e che suscitò tanto frrvore di con– senso e l'approvazione entusiastica di uom.ini ro– me lo Stuart Mili, si fondava appunto sul prin– cipio che l'elettore, non potendo col suo voi.o gio– vare al candidato preferito, concorresse, almeno, alla elezione di qualche altro dei candidati da lui indicati, in ordine decrescente di preferenza. Si è anche detto che un partii.o sostanzialmente unico, presentando liste alleate incamanti ciascuna una diversa sfumatura della stessa idea, potrà esten– dere la propria base elettorale, raccogliendo voli in campi vicini: ma, a dire il vero, questo, per la sincerità dei risultati elettorali, dato che i partiti non sono mai divisi con una linea ben nella, ma sono invece congiunti da zone grigie intermedie, costituite da sfumature successive spesso imponde– rabili, mi sembra piuttosto un vantnggio che un di- fetto del sistema. - Dirò anzi che io sarei stato favo1·evole anche alla J)l'Oposta del relatore Groussier, il quale avrebbe voluto che l'« imparent.amento » avrsse effetto, non soltanto per l'attribuzione dei Seggi resf.auti, ma anche addirillura per la prima ripartizione. Noll bisogna infatti dimenticare che, con qualsiasi siste– rna proporzionale, le lisi.e, le quali raccolgono le votazioni più considerevoli, si trnvano sempre io _11na posizione di vantaggio, di fronte a parecchie liste che abbiano votazioni piì1 esigue, anche se, nel complesso, superino la votazione dell'altra lista. Supponiamo, per esempio, che, in una circoscri– zione che deve eleggere cinque deputati, vi siano quattro ·liste, le quali si siano ripartite i voti cosi: lista cle'l"'ico-mode1·ata 45.000 lista socialista 21-.000 lista radicale 20.000 lista repubblicana 14.000 . Orbene, anchç· applicando il ·sistema D'Hondt, 1 che io continuo a reputare il migliore tra lutti i metodi di ripartizione, le liste· socialista e radicale otterrebbero un Seggio ciascuna, la lista repubbli– cana nessuno, e la lista clerico-moderata avrebbe I re Seggi e cioè, pur rappresentando la minoranza dei volanti, avrebbe la maggioranza dei Seggi. Supponete invece che-sia consentito l'« imparen– tamento » agli effetti della prima ripartizione (unica ripartizione, s'intende, col metodo O'Hondt), e che le tre liste, repubblicana, radicale e socialista, ab– biano preventivamente dichiarato d'« imparentarsi». In tal caso, la lista clerico-moderata, coi suoi 45.000 voti, non avrà che due Seggi, le liste imparentate, coi loro 55.000 voti complessivi, ne avranno invece lre. Apelicando poi di nuovo il metodo D'Hondt per la distribuzione mterna dei tre Seggi fra le liste im– parentate, esse ne otterranno uno per ciascuna. e vero che, contro tale sistema, taluno potrebbe risollevare l'obiezione, che già si fa genericamente contro la R. P., di rendere difficile il governo dello Stato, costituendo un'Assemblea nella quale pos– sano prevalere coalizioni di Gruppi di minoranza contro la maggioranza relativa. Ma discutere Ol"J

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