Critica Sociale - Anno XXII - n. 16 - 16 agosto 1912
• CRITICA SOCIALE nia, ravvjs,andovi la prova - egli scrive - di un teni, peramento politico, che ci• consente d·i passare, s·enza contraddirci, o a.Jmeno .senza contraddjzioni grosso– lane, per una estesiss-ill'.lagamma di toni differentis– simi: « intransigente; ·rivoluzionario, catastrofico e, · subito dopo, transigentissimo, arciriformista ed •evo– luzionista rigorosiss-imo ». Lo preghiamo di inarcare le ciglia ancora un ,po' più. All'infuori del catastrofico - che non sapremmo in quale taschino collo.care del nostro panciotto - tutto il ·resto, t~tti gli, altri ,aggettivi, li acceltiàmo come squisiti-ssimo ,elogio. E vorremmo meritarli tutti dayvero. · Pèrocchè ci r-e,puteremmo pessimi riformisti ed evo– luzfon,isti, se, appunto, non sapessimo distinguere do– ve e quando, ,e in quali momenti e circostanz-e div,erse, convièn essere transigenti -ed intransig-enti. - coli~~ boraziqnisti •ed.anticoHabÒr~zionisti. Se l'angustia ciel cerv•ello o il fanatismo dello spirito ci vi,etassero di ri-conosc-ere che. una buona legge è una legge buona e,_ adop'.erata co;1 vigore e. saviezza dagli interes~ati - può giov,are alla oausa proletaria, anche se non· porta il nome, il Umbro, l'impronta di un soci,alista... di sinistra. Se, infine, non p-ensassimo -:-- age.ndo di . conseguenza - che, se la pol-itica ci divide, se il con– fusi·onismo politico ed elettoral,e, d-ifronte ai probl~mi str-ettainente di ci,asse, di fronte a oerti indiri.zzi · cli Gover.no e a certe idealit4 e ne·cessità di partito, può essere - e oggidì, per ,esempio, in ltaha, sarebbe - e per ciò, ,e per mantenere l'unità· e !'•efficacia-dell'a– zione riformista, ci separammo dai destri - estrema– mente funesto alla caus-a che propugnamo; viceversa, vi è un'infinità di oampi, e di problemi,. e di lavoro, ·in cui le ooÌJ.aborazioni sono possibili, utili, neoessarie, imprescindibili ... purchè, si trovino i -buoni collabo- ratori. · Ma noi si-amo un po' tutti - per inerzia mentale, o per specializzazione di lavoro abituale -. dei mo– nisti e dei nominalisti. In questo senso: che siamo tratti a g-eneraHzz,are la logica clegl'i'atteggiamenti, a etichettare le persone a seconda di un g-esto, e a con– siderare come coerenza J.arigidezzn, l'anchilosi, l'uni– formità, l'immobilità, la rriancànza del senso del rela– tivo, 1,ac~moda tendenza .ad appliç,are una stess-a pa– nacea a malanni e a malati diversi. Transig•enza ed -in– transigenza sono mezzi e non fini. i:,; v'è una sola coe– r-enza, non formale, ma vera e profonda: quella che, tro i fini diversi che uno si propone, cerca la conso– nanza·,e converg-enia obiettiva, e ·1aconvergenza e oon~ sonanza tra ciascuh fine ,ed i mezz·i, o metodi, o atteg- gi,amenti, che vi conducano. · P.erc;iò, per ogni battaglia, !'arme .appropriata, l'e– sercito e !'.ordinamento e la strateg.in che meglio con– viene. E questo, al collega Capitano, dovrebbe p-arer,e - se anche non ci pone nel manipolo, con cui pare più simpatizzi, dei soci.alisti di destra - un pensiero accettabile come pensi•ero· civile .e come pensiero mi- lìtare, . P,erchè mira, in ogni campo; a ciò che p·iù preme: a domare e a conquistare la vittoria. Nor. Presso la Libt·eria Editrice Socialista " Avanti! ,, 1 Mi· lano, via S. Damiano, 16: , Chi voterà e come si vbterà ? · tommanto .esplicativo allanuova legga elettorale testè votata dalParlamento. Pag. 32. Cent. 10 (Per almeno 50 copie, sconto 30 °lo), COOPERAZIONE E. SOCIALISMO Antonio Vergnanini, succedendo ad Antonio Maffi nel Sagreta;riato della " Lega nazionale delle Cooperative 11 e nella direzione della Coope1·azione ' italiana, ha presentato un programma di azione cosi ampio - "avvicinando la cooperazione, (e no.a solo quella di consumo o puramente commerciale) ai problemi urgenti dell'ora, quali le crisi delle indù.– strie, la minaccia incalzante dei trusts ed iun più au– dace protezionismo, la disoccupazione e l'emigra– zione, il· rialzo dei çosti ,, - che ha fatto inarcare le ciglia a un cooperatore ortodosso come Luigi Buf– foli, al quale tutte coteste 'non sembrano altro che " parole " ; ma. ha altresì, e non inutilmente, ria– perto -il dibattito sul tema della cc;ioperazione, che, nei suoi vari aspetti, appassiona oggi la stampa socialista in Francia, in Belgio, in Germania. Come certe meteore che, fatta un'apparizione più o meno lunga, sembrano declinare, impallidire e sparire, per poi, dopo qualche tempo, rispuntare all'orfzzonte; ancih'e le idee 'hanno i loto cicli di fortuna e di oblio, di splendore e di tenebra. Sem- · bravano tramontate ed eccole brillare di nuovo ed esercitare un nuovo influsso sulle azioni degli uomini, sulle direttive dei partiti, sulla politica delle. nazioni. Chi non ricorda gli entusiasmi per le accoman– clite operaie? Eppure esse decarid,ero; non ave– vano dato quei risultati che se ne speravano ; per un pezzo si cessò di parlarne. Ora ritornano in · .considerazione e se ne scrive come di " una form·a di produzìone che meglio risponda 'ai fini ,folla economia e della responsabilità sociale, ma che soltanto suppone, per aver successo, un grado di educ.azione e di organizzazione sindacale che 'è lungi dall'essere raggiunto ,, (1). E la pm·tecipazione agli idili, . ch'era uscita di moda, ecco che anch'essa si ripigtia: Briand se ne fa patrocinatore, e la borghesia inglese - sotto l'urto di- quelle formidal;>ili agita~ioni operaie - la vagheggia come un diversivo. od un rivulsivo contro le temute soluzioni socialiste. Il medesimo avviene della cooperazione. La quale passa, via via, per le fasi della simpatia, dell'en– tusiasmo, della delusione, della freddezza, dell'in– differenza, dell'ostilità, per tornare poi a suscitare l'interessamento~ a inspirare la fiducia, a animare la discussione. E poichè oggimai l'idea si è tra– dotta in un fatto, anzi in una miriade di fatti, la discussione cala dai nimbi dell'astratto per cimen– \tarsi con .tutta una serie dL problemi concreti. , Accenniàmone. alcuni. . De~e la cooperazione essere esclusivamente ope– raia o socialista, non avere che azionisti è azione di classe, o ·può essere neutra ed agnostica? Le due forme possono federarsi per fini comuni? -. La questione non sembra impo1:tante che laddove il proletariato non riesce da solo a creare Coopera– tive vitali. Dove invece, come in Germania, le Coo– perative di classe esistono e si sviluppano per forza propria, esse; una volta diyentate formida– bili, non temono di federarsi, ad esempio, per gli acquisti all'ingrosso, con ogni altr.o genere di Coo– perative, siano pure le. cattoliche. · Le Cooperative - altro problema - debbono essere chiuse od aperte.?. - Problema che, per altro, sembra ormai risoluto nel senso di dare all'im– presa il maggiore sviluppo, e accaparrarle la più (I} c. MUTSCHLER, nel Mouvement Socia/.lste, aprile 1911, pag. 260,
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