Critica Sociale - Anno XXII - n. 12 - 16 giugno 1912
CRITICA SOCIALE 185 all'estero dàll'on. Cabrini e dal prof. Vincenzo Giuffrida, Commissario dell'emigrazione. Con esso si fa voti: 1° ·u che lo Stato dia attiva opera per regolare i rap– porti, con gli altri paesi, dipendenti dal movimento emi– gratorio, e che, contemporaneamente e simultaneamente alla ~tipulazione dei. trattati di commercio, siano stipu– lati trattati di emigrazione e di lavoro ,,; 2° " che, con accordi speciali, sia assicurata la rapida, economica e sicura trasmissione delle rimesse e dei risparmi degli emigranti, mediante la posta o istituti che abbiano l'op– portuno •riconoscimento e le facilitazioni del caso ,, ; 3°" che, mediante accordi .fra gli Uffici dei diver,ii paesi, siano, per quant'è p·ossibile, eliminate le discor– danze che oggi si lamentano tra le statistiche dell'immi– grazione e quelle dell'emigrazione, e che sia comple– tato. ed arricchito il materiale statistico oggi disponi– bile ,, , ecc., ecc. Altre provvidenze dichiarava necessarie, or non è molto, il Commissario generale dell'emigrazione com– mendatore Pasquale Di Fratta, inaugurando il Corso magistrale romano dell'emigrazione, (discorso pubbli– cato nella Rivista Coloniale del 25 febbraio 1912). Egli poneva tra i doveri urgenti dello Stato: 1° rafforzare e intensificare la tutela intrinseca ed estrinseca dell'e– migrante, sia migliorando la coltura popolare e trasfor– mando l'emigrante da automa in uomo capace di prov– vedere a se stessò (tutela intrinseca); sia diffondendo' e rinvigorendo le associazioni private di patronati) (tu– tela estrinseca), e slargandone ì'azione dall'emigrazione c9ntinentale a quella transoceanica, dagli emigranti ai rimpatrianti; 2° migliorare l'assistenza all'estero colla riforma del servizio consolare; 3° istituire un completo servi.zio d'informa.zioni. " Noi manchiamo d'un Bollettino d'informazìoni sul mercato del lavoro all'estero, ed intanto esso è neces– sario com'è necessaria ai naviganti la iltumina.zione delle coste. Ora le nostre informazioni - quelle che ri• ceviamo e quelle- che diamo - sono eventuali e fram mentarie; ed invece questo servizio dovrebbe essere or– ganizzato sistematicamente. Non occorre che il Bollet– tino contenga molte noti.zie: anche poche notizie, ma esatte, ma periodicamente fo;-nite, ma di fresca data e rapidamente diffuse, potrebbero bastare. It Commis– sariato ha il proposito di farlo, persuaso com'e che la cosa sai·ebbe di grandissimo vantaggio pe1• gli emi- granti,,. · Il proposito è rimasto tale; il comm. Di Fratta, che era forse l'unico a nutrirlo, se n'è andato; e intanto, non solo non si pubblica il Bollettino delle infoi·ma– zioni, ma non si pubhlica più niente: nè Relazione an– nuale (da due anni soppressa), nè il solito Bollettino ,ufficiale, di cui è grazia drmai se compa're un par di numeri all'anno. Ma seguitiamo nell'enumerazione di quel programma, che l'amico Turati attende dà me. Ecco un altro egre– gio funzionario del Commissariato, il prof. Bernardo Attolico, che ha studiato l'emigrazione non soltanto alla Capitale, da via Torino, ma in America, lunghi anni, de visu. Egli, nella Rivista Coloniale del lù aprile scorso, tratta della tutela giuridica degli emigranti, e mette in luce la grave lacuna che esiste negli attuali provvedimenti a favore di quella benemerita classe di cittadini. " La legge del 1901 - osserva l' Attolico - si è preoc– cu p<:1ta specialmente della tutela dell'emigrante nell'in– tern9 del Regno e nei viaggi di andata, trascurando completamente, o quasi, la tutela ,qiuridica dell' emi– grante aU'estero e durante i viag,qi di ritorno, e ciò anche nei ri,quardi più avvii, cioè in quanto si attiene ai rapporti fra emigrante e vettore •· E l'Atto,lico dimostra tutti i gravi inconvenienti che derivano da tale lacuna. Ne citiamo qualcheduno. "Se i rappresentanti di vettore all'interno - scrive l'Attolico - sono quello che sono, tanto che la legge ha voluto, e ginstamente, garantire in ogni possibile forma e maniera l'emigrante contro le male arti loro, all'estero codesti rappresentanti o sub-agenti non sono niente di meglio. Anzi, all'estero, la rappresentanza delle Compagnie di navigazione è affidata a quei tali banchisti, le cui gesta sono troppo note perchè valga la pena di parlarne nuovamente: Codesti sub-agenti all'estero, date le condizioni dei luoghi, agiscono spesso indipendentemente dagli agenti generali, che sçmo i diretti rappresentanti locali del vettore, e in ogni modo nessuna garanzia v'è per le azioni loro, commesse all'in– fuori o contro il mandato ricevuto. Ma, intanto, codest.i banchisti senza banchi, ristretto in molti casi il loro business alla sola vendita di biglietti di navigazione, abusano degli emigranti, e non possono quasi farne a meno, data la decrescente clientela e la necessità di vivere. Se il sub-agente all'estero esige compensi non dovuti oltre il nolo; se, pur rimettendo al proprio ·agente generale il nolo etfettivamente fissato, esige un prezzo superiore al dovuto; se magari, contrariamente alle istruzioni ricevute, rilascia un numero di biglietti superiore alla capacità del piroscafo; se inganna sul 'computo dei posti, sulla durata del viaggio, ·sul prezzo del biglietto ferroviario fino al posto d'imbarco, sul trasporto del bagaglio, ecc,, che cosa può fare l'emi– grante? E quale arma ha l'emigrante residente all'estero e che, _dopo aver comprato un biglietto prepagato a favore di un suo congiu-nto che poi non potè valersene, voglia ottenere il rimborso senza la ritenuta delle spese di commissione (che salgono, ad esempio, a 30 lire) e senza quella del 10 °lo sull'intero prezzo del biglietto per le cosi dette spese di cancellazione? ,,. A questi e ad altri mali, che non sono mc no grn Yi solo pel fatto che si verificano in territorio estero an– zichè in patria, e a danno degli emigrati e dei rimpa– trianti anzichè degli emigranti, l'Attolico propone di rimediare con un ritocco al disegno di legge sulla tu– tela giuridica degli emigranti, ora in discussione di– nanzi al Parlamento. Rimandiamo il lettore, che desi– deri più precise notizie, all"articolo citato. Per conto nostro, mentre non tralasceremo di tornare sull'argo– mento, ci limitiamo per ora ad osservare che, anche tenendo conto soltanto di quanto abbiamo sin qui espo– sto, ce n'è abbastanza perchè i fondi dell'emigrazione possano trovare un impi~go migliore -di quello che se ne fa attualmente. Certo, per alcuni dei provvedimenti invocati non è sufficiente l'opera del Commissariato; occorre il concorso dei poteri esecutivo e legislativo. Ma noi, nel criticare il mal uso dei denari ricavati . dalla tassa sui cenci che emigra1to, intendemmo rivol– gerci, più che al Commissariato (povero organo, di cui l non si sa ormai chi tenga le fila), al Governo, che quel . mal uso provoca o impone, al Parlamento che lo tol– lera, ai partiti democratici che non ~e ne curano, di– stratti, per la politica coloniale, dal Rempre gravissimo .problema dell'emigrazione. PETER AUGEN; LAPRArrICA DELRIFORMISMO Il riformismo è il socialismo d'oggi. Sopravvissuto al sindacalismo, a questo j)rodi– gioso sprazzo di metafisica sociale, assorbe m sè, nella. massima parte, l'eredità marxistica, in tulle le sue varietà sostanziali e ne' suoi più contrastanti riflessi esteriori. È un superstite; ma ha un avvenire : perchè reca, racchius(;) in sè, le intuizioni più sicure tramanda– ·tegli dal recente passato, e, forse, i promettenti ger– mi d'una nuova e più solida concezione socialistica, d'un nuovo sviluppo di energie morali e di pratiche
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy