Critica Sociale - Anno XXII - n. 12 - 16 giugno 1912

190 CRITICA SOCIALE tore ritiene di avere finito il còmpito suo: ed è pro– prio allora che dovrebbe incominciare. Finisce l'odiosa sanzione; l'esecuzione ancora vibrante di vendetta, di astii e di maleficio; ma 0omincia l'opera civile, umani– taria e benefica per restituire alla Società, non il de– lin'luente inasprito e depravato dal reclusorio male– detto, addottorato nelle arti criminose dalla usufruita promiscuità carceraria, ma l'emendato e migliorato cit– tadino, avviato verso la redenzione e il lavoro. Ma l'unico, antico, insuflìcientissimo istituto della riabilitazione viene peggiorato nella sua forma giuri– dica tradizionale; mentre sin'ora, in molti /Jodici ed in molti paesi, ed in Italia in ispecial modo, si facilitava la riabilitazione e l'oblio - cioè la nuov11,vita civile, la possibilità della redenzione, dell'impiego, del lavoro - quando, per alcuni anni dopo la condanna, si era tenuta buona condotta, dimostrando ravvedimento ed 11menda - oggi si guasta l'istituto, con criteri restrittivi e po– lizieschi, collegandolo ancora, non alla nuova vita del cittadino, ma al suo delitto, alle conseguenze di que– sto, ~gli effetti penali e ci vili della condanna. È la palla di piombo che si lega al piede del condannato, per fargliela trascinare il più che sia possibile; avvincen– dolo in modo selvaggio ed inesorabile al mondo dei criminali e sospingendolo a nuove prove della sua vita fatalmente priva di redenzione .e di luce, di pietà e di libertà. Mentre i giudici della sua dimora ora ne giudicavano la condotta, le abitudini ed i metodi di.vita; - sono gli antichi giudici del delitto, che debbono ritornare su questo e sulle sue condizioni, rievocando gli odii e le passioni, sentendo il Pubblico Ministero e le parti in causa ... ; - perchè anche quest'unico, insufficiente ed antichissimo istituto della riabilitazione rimanga privo di contenuto e di efficacia! • Non sarebbe triste e deplorevole che il suffragio uni– versale e la guerra facessero dimenticare del tutto le sorti giuridiche e sociali di 800 mila cittadini, annual– mente colpiti dalla giustizia penale; dopo tre decenni di battagli~ scientifiche e politiche intese alla grande e luminosa riforma della giustizia penale? A. GUARNIERI- VENTIMIGLIA. CINEMATOGRAFIA STATISTICA DELL'ITALIA Il primo volume della nuova serie dell'Annua1·io statistico d'Italia è uscito, a cura della Direzione ge• nerale di Statistica, in adorna veste, in formato agile· e comodo, con tipi nitidi e, ciò che è più interessante, con dati del 1909, del 1910 e persino del 1911; requi– siti che permetteranno non solo agli studiosi, ma a chiunque si interessi delle faccende di casa sua, di se– guire da vicino lo svolgersi dei fenomeni demografici e sociali, e di cogliere gli aspetti della vita economica del paese. Quando la rinnovata ppbblicazione fosse corredata da altra ugualmente periodica, che ci offrisse i con– fronti colle altre nazioni, potremmo emanciparci dall'e– stero e porre in un canto lo Statesman's Yea1·book, o il Bultetin de la statistiqua générale de la France, che fanno testo, oggi, internaziÒnalmente. Frattanto, con una rapida corsa attraverso quest'An• nuario, possiamo proiettare sul~o schermo molti. dati interessanti, o curiosi, o preoccupanti, della presente fase storica italiana. Se ci figuriamo di collocarci sulla cima del Gran Sasso d'Italia e, con un prodigioso telescopio, osser– viamo dai due lati, vediamo che ogni chilometro· qua– drato conta 121 abitanti ; che, su ogni centinaio di mila, 1874 emigrano ogni anno oltr'Alpe ed oltre Oceano in cerca di lavoro e di pane, e 169 muoiono di tuber– colosi. E ne muoiono più o meno, di questo terribile morbo, secondo che abitano nelle città maggiori (195) o nei 69 capoluoghi di Provincia (1~), o nei Comuni minori (107). I piaceri e l'addensamento delle città si scontano amaramente. Sopra 100 inscritti alla leva, solo 61 sono dichiarati abili, gli .altri 39 vengono rimandati a curarsi e a for. tificarsi, o a mestieri più pacifici. Nei manicomi tro• viamo 133 pazzi ogni 100.000 abitanti, cioè 22 di più che or fa un decennio. Alle molte infermità del corpo, oltre i Comuni e le Provincie, che spendono già due lire e 43 centesimi per abitante, cerca di provvedere la beneficenza privata, il cui patrimonio si accrebbe, fra il 1906 e il 1910, di una cifra corrispondente. a L. 3,59 per abitante, ma del quale solo 1'11,67 per cento servirà a preparare una generazione più sana e più forte, mercè sussidi di al• lattamento, asili, ricreatori', ecc. La beneficenza è tut– tora impregnata dello spirito della carità, anzichè_ di quello della previdenza, e preferisce curare le piaghe del passato, anzichè prevenire i malanni delle genera– zioni future. Le piaghe della mente non sono meno gravi di quelle del corpo. Nel 1901 contavamo ancora 52 analfabeti ogni 100 cittadini. Speriamo che il nuovo censimento ci provi che le spese per la istruzione, cresciute, da L. 2,06 per abitante nel 1899, a L. 3,95 nel 1909, hanno frattato, e che il triste primato d'Italia va declinando. Certo è che, intanto, le donne ijU questo terreno ci lasciano addietro, perchè le letterate - nel senso .... letterale della parola - aumentano più rapidamente degli uomini; e se ciò non valse loro il diritto di voto, penetrano nella proporzione di 2 su 100 maschi nelle Università e negli Istituti superiori, forse per compen• sarvi la diminuzione degli uomini, che, da 21.827 in– scritti nel 1906-07, scesero, nel 1910-11, a j!0.425. Anche si osserva che, mentre non aumentano le in– scrizioni in legge e in medicina, e scemano in veteri– naria, agraria, fisica, scienze naturali, aumentano pel notariato, per le scienze economiche, le lettere e la fi– losofia, la matematica e l'ingegneria. Sembra cioè che la nostra gioventù si volga di preferenza alla economia, alle scienze esatte e pratiche e all'insegnamento. Le scuole militari reclutano ancora numerosi allievi, assai meno ne !l.ttira invece la carriera navale. A curare il mal della ignoranza vedono la luce 3022 periodici, si pubblicano circa 4 opere al giorno e nelle Biblioteche si ammucchiano tesori di scienza, ma gli italiani, almeno a giudicare dal lievissimo aumento dei lettori nelle Biblioteche governative, non soffrono di questa sete. Altre piaghe. Quelle domestiche: in mancanza del divorzio, hanno provocato 12,6 separazioni personali per 100.000 coppie di coniugi: quelle degli affari hanno cagionato 261 pro• testi cambiari per 100.000 abitanti, 7,6 vendite giudi– ziarie, 5,7 fallimenti. Le passioni che turbano il cuore e il cervello ha_nnodeterminato, sempre per 100.000 abi-

RkJQdWJsaXNoZXIy