Critica Sociale - XXII - n.10-11 - 16 mag.-1 giu. 1912
15Ò CRITICA SOCIALE dubbio degne di ogni encomio; non v1 si insisterà mai abbastanza. Ma l'un movimento non può nè deve escludere l'altro. Non lo dovrà mai totalmente: nella coltura e per la coltura vi .è posto a tutte le iniziative e ogni concorrenza sarà sempre utilis– sima; ma, sopratutto, non lo dovrà, finchè le ini– ziative per la coltura, guidata su direttive di par– tito, non comincino a potersi effettuare sul serio. Altrimenti non si sostituirebbe, non si corregge– rebbe, non si integrerebbe ciò che intanto esiste e, a prezzo di tanti sforzi, prospera e si diffonde; lo si distruggerebbe semplicemente. Si rifarebbe il de– serto. E i preti, i padroni, i reazionarii, tulli gli avver– sarii nostri, vi danzerebbero sopra, canterebbero cento tedeum! LA CRITICA. UNVERGOGNOSO PARASSITISMO a danno dell'emigrazione Nella Voce del 25 aprHe scorso, si legge: « Nello Stato di S. Paolo, d_ove vivono circa un mi– lione- di italiani, è avvilente, per chi nutra sinceri sentimenti di italianità, assistere allo spettacolo della deficenza e dello squallore delle nostre scuole ele– mentari, le quali, in quelle poche località dove esi– stono, sono per lo più affidate alle cure di maestri improvvisati, privi di ogni capacità pedagogica ed as– sai spesso anche di un 'elementare cultura. « Mentre dura una tale penuria di buone scuole primarie, ad alcuni dirigenti della colonia, uomini di animo buono ma di limitatissima istruzione, è venuto in mente, anche per l'incitamento di Enrico Corradini, che fu qui alcuni anni or sono, di· creare un Istituto di Studi Medii; poichè, secondo il buono ed antico costume italiano, dove manca il più necessario alle comodità della ".ita quotidiana, non deve mancare il mobil-etto di lusso. Tale Istituto, sotto il patronato della « Dante Alighieri», si sta ora organiZ11ando. «I fondi per la nuova e strana scuola, destinata ad essere come un castello d'avorio sopra una squallida landa, sono stati forniti in parte - più di trecento– mila franchi - da ricchi connazionali e da imprese finanziarie e ferroviarie di qui, ed in parte - . tre– centomila franchi giusti giusti - sono stati tolti ai fondi del Commissariato dell'Emigrazione e figurano, nelle azioni della Società dell'Istituto Italo-Brasiliano di Studi Medii, come capitale della « Dante Ali– ghieri». << La cosa, come ognuno vede, è abbastanza scan– dalosa: -se infatti i soldi del Commissariato dell'Emi– grazione si possono e si debbono spendere anche per fini culturali - e prima che all'istruzione dei loro figliuoli si dovette pensare all'assistenza legale ed i~i-enica degli emigranti - dovrebbero anzitutto ser– vire alla creazione di buone scuole elementari mo– dello, gratuite o semi-gratuite; all'istruzione secon– daria si dovrebbe pensare poi ... « Ben pochi difatti dei figli degli emigranti di terza classe, che pagano imbarcandosi o-tto lirette per costruire il fondo dell'emigrazione, ben pochi di quei poveri figliuoli, sparsi per il vastissimo territorio del– lo Stato di S. Paolo, potranno trar beneficio dall'Isti– tuto Italo-Brasiliano di Studi Medii, mentre ne go– d_rann~ tutti i beneficii i figliuoli degli italiani ar– r1cch1ti, che certamente potrebbero esser con più vantaggio educati nei molti collegi-convitti nazionali d'Italia». Il fatto qui denunciato è sintomatico e sta a rive– lare un'altra pericolosa tendenza antidemocratica· a pregiudizio del fenomeno dell'emigrazione, di cui ci si-amo più volte occupati e di cui seguiteremo ad oc– cuparci, nonostante l'infat~azione delle conquiste co– loniali. Una tendenza, dovuta al nazionalismo, è quella di cui parlammo nella Critica del 1° febbraio. Consiste nell'asservire l'emigrazione alla politica estera, per frenarla o incitarla in vista d'interessi che sono di– versi da quelli degli emigntnti. Quella di cui intendiamo discorrere adesso, e alla quale si connette quanto abbiamo sopro riferito, con– siste nello sfruttare, giacchè c'è -e· finchè c'è, l'emi– grazione. E anche qui, come s'è visto, il nazionalismo funge da deus e.--cmac/1ina. Naturalmente, lo sfruttamento prende di" mira, so– pratutto, il fondo per l'emigraz.ione, del qualç sarà bene ricordare l'origine e la natura. II fondo per l'emigrazione, secondo la legge 31 gen– naio 1901, modificata dalla legge 17 lu!l'lio 1910, è for– mato in massima parte dalle tasse di L. 8, L. 4 e L. 2, che i vettori sono tenuti a pagare per ogni posto, ogni mezzo posto e ogni quarto di posto di emigrante da loro imbarcato. Così costituito, il fondo presenta un primo difetto organico, che fu messo bene in ri– li-evo dall'on. Sonnino nella discussione avvenuta alla Camera il 28 novembre 1900. « Ho una certa ripugnanza - diceva l'egregio p-ar- • lamentar-e - per quel po' .d'esperienza che ho di leggi finanzi~ri~, a 9ueste_ t~sse speciali,_ contrapposte ~ spese speciah, poichè c1 mducono facilmente in un altro pericolo (che io vedo anche in questa leg~e): a quello _dei fondi sp_eciali, e delle Casse speciali. A me disprnce anche m questa legge di vedere un nuovo strappo all'unità organica del bilancio, che per me è la sola, la vera garanzia della sincerità del controllo parlamentare. E questo strappo lo ravviso nella co_stituzion_ed~l fondo per l'emigrazione. Quali vantaggi hanno m vrn generale le Casse speciali? Con esse si ottien~ ':Ji facili-tare qua_lu_nquenuova proposta d1 spesa, legittima o no. Il Muustro del Tesoro fini– sce col disinteressarsene, perchè le somme .del bilan– cio gli tornano; la Camera pure: si inscrivono !,ante lire di qua e t-ante di là in entrata e uscita, e nes– suno bada alla gravità dei nuovi impegni che si sono assunti. .. Questo è un bruttissimo andazzo. Noi a poco a poco veniamo a fare tante picco-le cassettine, che per il bilancio dell6 Stato costituiscono un gravissimo pericolo e annullano addirittura il sindacato del Par– lamento. Poichè o il -fondo speciale è troppo ricco di mezzi, perchè gli è stato dato di pLù di quello che gli occorreva, ed allora sono aumenti d'impiegati, di spese, a cui nessuno bada; o è deficiente di mezzi, ed allora sono debiti coperti che si contraggono legger– mente, che non appariscono alla Camera, o che non si possono. frenare, perchè se ne ha conoscenz,a troppo lardi ... lo credo sia molto meglio scrivere nel bilancio generale ta·nto le entrate quanto le spese che ci sem– brano utili o necessarie in relazione all'emigrazione. Allora il Parlamento ha sempre dinanzi ,a sè la sintesi del bilancio. Lo Stato è una grand-e famiglia, è una vasta associazione di mutua assicurazione tontinaria, e non si può contrapporre il dar.e e l'avere per ogni singolo servizio. Questo poteva farsi nelle condizioni primordiali dello Stato ». Il curioso è che, in questo caso, lo Stato, almeno nelle intenzioni, non ha istituito una Cassa speciale per contrapporre il dare e l'avere, percbè i vettori con– corrono a formare il fondo dell'emigrazione per rice– verne in contraccambio limitazioni, restrizioni, inge– renze nell'esercizio della loro industria. Ma la pratica s'è assunta il còmpito di correggere questa incongruenza, ripercotendo sulle spalle degli emigranti gran parte del carico delle t-asse. Lo preve– deva già e lo deplorava nel 1900 quel forcaiolo del– l'on. Sonnino. « Non sono molto favorevole alla nuova tassa di otto lire, che parmi eccessiva - diceva il deputato di San Casciano. - Capirei ancora un diritto minimo,
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