Critica Sociale - XXII - n.10-11 - 16 mag.-1 giu. 1912

CRITICA SOCIALE 147 d'un Congresso o dal successo d'un' elezione. Esso vive quando serba i suoi caratteri, quando mantiene intatto un patrimonio,, un nucieo di idee capaci di concretarsi in aziòne, e di raccogliere intorno -a sè, oggi o domani, le f;ìchiere, per diventare forze ope- ranti, cioè fatti. · · E, tra il 1906 e il 1908, a Roma e a Firenze, il · Socialismo ,-- ormai ridotto a chiamarsi Riformi– smo per distinguersi dagli altri ismi che signifi– cavano le degenerazioni o le mascherature della nostra dottrina - andava lentamente prendendo le sue rivincite, andava riassorbendo dalle altre fra!.. zioni gli elementi men guasti e deviati, accostan– dosi (o accostandolo a sè?) all'Integralismo, in quel che aveva di vero: ·in quanto cioè significasse un apprezzamento contemperato e poliedrico di tutte le forme della nostra azione; non in quanto, con velleità intransigenti, tehd-esse ad escluderne alcune, o in quanto, con utopia conciliatorista, mirasse a tenere strette insieme anche le incompatibili e eone traddittorie. Così il nucleo Socialista-Riformista, via via ag– gregandosi più numerosi elementi, era riuscito a pred9minare nel Partito e anche nelle organizza– zion.i operaie, eliminando da un lato le· punte estre– me e più aberranti, assorbendo Q almeno concilian– dosi· gli elementi che chiameremo centraJi. Indice saliente di questo fenomeno era l'atteggiamento del– l'Integralismo, del quale può dirsi che andasse mo– rendo lieto di morire, poichè dichiarava di veder accettate dal Riformismo d'un tempo, a fatti se non a parole, le sue dottrine : affermava cli vedersi rivivere in noi. . La frazione rivoluzionaria, forte di alcuni vecchi e di parecchi giovani (caratteristico connubio _di età lontane all'ànagrafe e spesso vicine di psicolo– gia), continu_ava la sua azione, di critica e di prose– Ìitismo, con una crescente fortuna, cui contribuivano una sua rinnovata attività e gli errori di una parte dei Riformisti. · Già. Perchè,. in questo nucleo di Socialisti-rifor- . misti, che pareva dovesse esser così compatto, per ·le eliminazioni e selezioni spontanee che l'avevano epurato, per le esperienze che l'avevano temprato, per i vincoli stessi personali che legavano d'affetto · fraterno i suoi capi, andava maturando (oh legge e ritmo inesorabile della vita!) una differenziazione. Bisognava già parlare di parti. Il dissidio, di pen– siero e più d'azione, durava da tempo. La guerra lo Ira « rivelato » : ma esso covav.a da anni ·sotto la cenere. Divampò nel calore ardente di Marte. Il grande affetto recipl'OCOdei principali uomini del Socialismo riformista italiano fu una delle cause non ultime per cui l'equivoco e, quasi direi, il vicen– devole inganno durò così a lungo. Ci si teneva scam– bievolmente nel buio di una ilhJ.sione, finchè i ba– gliori della guerra rivelarono la verità. Alla vigilia d'un Congresso, nel quale questo di– ,·orzio di coniugi, che si amarono tanto e che ser– bano, certo, il rispetto del loro amore, sarà il te– ma principale; alla vigilia d'un Congresso, in cui il fatto della guerra campeggerà sovrano, e appa– rirà come elemento principalis;;imo e quasi unico del dissidio, è bene dir forte che già da tempo la concezione e l'azione erano in progressivo dissenso, e che_una serie ~i attegg~a~enti e di. fatti ave~ se– gnato come le pietre miliari d'una via, che diver– geva dalla nostra. · . , . Fu un fenomeno di stanchezza e di baldanza, di senilità precocè dissimul 9 ta dai guizzi d'una secon– da giovmezza? Fu deviazione soggettiva, psicolo– gica, di alcuni uomini, trascinanti seco altri seguaci, per l'ascendente personale e per l'allettamento delle loro dottrine? . Difficile e poco feconda indagine. Il fallo è ·che destri e sinistri (parlo di sinistri puri, Turatiani) si rimproverano a vicenda cli aver tralignato dal Hiformismo, si arrogano di avei:ne la genuina rap– presentanza. I sinistri accusano i destri di averlo snaturafo e deformalo; i destri accusano i sinistri di non avere .avuto il .cor.aggio ·di accettarlo e di 'seguirlo fino alle sue logiche ed estreme conse- guenze. . Reciprocamente si lancia la diagnosi di ,involu– zione. Per i Bissolatiani, quel ch'essi chiamano il neo-rivoluzionarismo di Turati - e ch'egli chiama, pertinacemente, la riaffermazione del Riformismo - è un fenomeno di vecchiaia ... politica se non fi– sica e cerebrale: è un ritorno alle origi_ni, una nostalgia messianica, un insorgere ·di sentimenti e di impulsi ridestati, nel suo « temperamento lirico», dalla guerra. . Per i sinistri, l'atteggiamento dei Bissolatiani è un vero ritorno ai metodi della democrazia sociale, ai metodi (diciamo più recisamente) dei vecchi par– titi, delle fazioni che immiseriscono. e abbassano la nostra· vita politica italiana. Chi ha ragione? Chi ha torto? Neghiamo intanto che la « resipiscenza» di Turati, il « controvapore al Riformismo », sia nato in lui con la guerra, e per la guerra. La cronologia non è un'opinione po– litica. E$li, come noi, reagiva da tempo alla in– terpretazione eccessiva, unilaterale,. aberrante dal Riformismo, dei destri. Il 'dissidio maturava in si– lenzio. Ouando Giolitti invitò Bissolati al Governo (e non v'era guerra in alto nè in•vista), il compagno Turati esclamava che « si parlava di socialisti al potere, proprio quand·o era il momento di ritornar nel paese! ». Sia lecito a chi scrive, ricordare come da Reg– gio, -assai prima del caso Bissolati, si fosse iniziata una benevola ma ferma campagna pel ritorno del Socialismo a maggior semplicità e veritd, ciqè a maggior equilibrio fra le sue parti, fra le varie forme della sua attività. E,· poichè, da parte dei de– stri (e un po' ancl-\e da parte dei rivoluzionari) si parlò, non senza ironie, di una quasi improvvisa e poco coerente virata di bordo dei Socialisti reg– giani a Sinistra, non sarà inutile rievocare breve– mente le prove della costante e maturata riaffer– mazione del nostro antico Socialismo contro le de– viazioni dei Socialisti Bissolatiani. GrnvANNI Zrno1;tm. PERLACOLTURA SOCIALIS1'A (In v;sta del Congresso imminente) 11 Times (16 aprile), all'indomani dello sciopEro dei· winatori, cercando spiegare le origini e la diffusione dd sindacalismo in Inghilterra, l'attribuiva all'influenza ili varie forze che hanno operato simultaneamente e ~ndualmente negli ultimi anni. " Innanzitutto, l'avvento di una generazìone più gio– rnne di uomini, cresciuti in mezzo ai grandi conflitti industriali che condussero a quel :florido periodo degli accordi arbitrali il quale segnò lo zenith del contratto collettivo. Questi giovani hanno l'inesperienza, l'irre• s.µonsabilità, e lo spirito combattivo proprio della gio- · veritù, hanno anche più istruzione, più ambizione e una somma· di bisogni più alta degli uomini della vecchia geperazione. Alcuni tra i più intelligenti e i più ambi– ;dosi hanno fatto uno speciale tirocinio intellettuale al lluskin College, che sembra essere stato fatto apposta per. c,reare degli agitatori. Il suo rampollo, il Central Labor· Cullegr, che è il risultato di unari volta contro l'autorità

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