Critica Sociale - XXII - n.10-11 - 16 mag.-1 giu. 1912

CRITICA SOCIA.~E 173 terminato. Il proletariato è la forza virtualmente ri– vo·luzionaria dei rapporti capitalistici; questa virtua– lità può divenire ef{ettività solo quan9-o il proleta- riato, come massa, acquisti coscienza degli antago– nismi di classe e agisca solidariamente per abolire gli sfruttamenti cui è sottoposto. ·Per la prassi rivoluzionaria del proletariato, oc– corrono quindi la_volontà solidale e l'azione di classe dialetticamente determinate dalle ,condizioni storiche esistenti. In questo vicendevole condizionamento dia– lettico, ' pel quale l'elemento subiettivo (volontà di classe) si trova in mutua· dipendenza da quello obiet– tivo (rapporti economico.-sociali), non c'è posto nè pel fatalìsmo catastrofico, nè per l'arbitrio del volere indipendente dalle condizioni reali. Tanto !;utopismo, quanto il catastrofismo meccani– cistico esulano dalla concezione critico-·protica del sb– cialismo. Se Engels diede un'espressione catastro– fica alla teoria del materialismo storico·,· ciò dipese dal suo amore per lo schematismo dialettico, che lo trasse ad· accentrare in un unico punto critico t&afastrore) tutta la trasforma:zìòne, la qu'ale poteva · anche -essere conoepit;;i. come avverantesi in una. s-e– rie _di crisi. Le s~sse teorie dell'immiserimento cre– scente e d-ell'accentramento progressivo. non sono con– cepite dall'Engels (e dal ·Marx) come leggi fatalmente inerenti al capitalismo, bensì coine semplici tendenze, contro le quali può efficaoemente operare (ed opera effettivamente) l'azione volontaria della classe lavo– ratrice. Le tendenze del capitalismo s·ono catastro– fiche, ma vengono corrette ed annullate dalla vo- · , lontà di una classe, che piega ai suoi fini il proce 7 dimento economico. L'espressione catastr_ofica del materialismo storico, più che corrispondere a un processo obiettivo nel tempo e nello spazio, serve, da un lato, a dare netto rilievo al passaggio dal presente stato sociale al fu– turoi dall'~ltro, desta più viva nel proletariato la reazione volontaria contro il r-egime, borghese e lo spinge ad accelerare · il ritmo dell'evoluzione socia-• , listicà. Come bene ha suggerito il Sorel, .questa teo– ria è uno strumento vivificatore di fede e d'azione; è un mezzo di propaganda, volto a destare, con la visione delle conseguenze, · cui le condizioni attuali tenderebbero, senza la reazione della classe oppressa, la coscienzà della necessità di reagire ad esse e di , superarle. La necessità, dunque, che· è intrinseca ai processi storici secondo questa teoria, ha due aspetti: l'uno oggettivo, dato dalle condizioni preesistenti (che sono però nulla più che il prodotto dell'attività umana precorsa), l'altro soggettivo, dato dal bisogno, che spinge a superare le condizioni attuali. La realtà storr.ca risulta dalla confluenza dei due momenti. Gli uomini sono essi stessi autori ·della loro storia, ma in circostanze che li condizionano. Ecco il concetto pieno della necessità storica, quale può darci soltanto una concezione critico-pratica del éomunismo. · Ogni forma di attività, sia pratica, sia teoretica, non è che il superamento delle condizioni dalle quali è sorta; e questa attività nei suoi risultati si cambia in condizione e limite della successiva, che, nel su– perarla, si traduce a sua volta in condizione e limite della futura. Questo processo. indefinito della attività umana nella storia si chiama rovesciamento de-lla prassi, phe è, come ben nota il Mondolfo, l'essenza e •il nerbo del materialismo storico. *** Il concetto del rovesciamento della prassi merita qualche chiarimento. Questo conèletto è un perfezion·amento della no– zione feuerbacchiana del bisogno. L'attività pratico– teoretica si esercita in quanto il bisogno (sentimento di una mancanza) la determina. In tale senso deve intendersi l'affermazione del Feuerbach che, senza· limiti od ostacoli, il divenire mancherebbe di. conte– nuto. · Senonchè, mentre il Feuerbach, che si colloca ad un angolo visuale naturalistico, pone un rapporto tra l'uomo e il mondo esterno, il Marx e l'Engels, che si mettono ad un angolo visuale storico; pongono il rapporto dell'attività successiva· di fronte· ai risul– tati dell'attività precedente: il rapporto della prassi . che si rovescia. L'èffetto che si trasforma •in causa. il fatto storico che s·i tramuta in fattore di storia, è l'essenza del processo. La prassi che si rovescia è, · dunque, il bisogno, trasformato da fatto naturalistico in fatto storico. Però del concetto feuerbacchiano conserva due carat– teristiche: l'una, che, anche quando si parli di di– pendenza, si deve intenderla nel significato, di con– 'dizionamento dialettico e non causale; l'altra, che, come il bisogno,. nel Feuerbach, ben lungi dal ri– dursi ai puri bisogni fisici del mangiare e del ber-e, comprendeva in sè tutte le asp·irazioni onde scatu– riscono le molteplici forme dell'attività umana, così, in Marx e in Engels, la prassi dialetticamente gene– ratrice di storia non si restring-e atla sola attività eco– nomie-a, ma si estende a tutta quanta l'attività teorico– pratica dell'uomo. A questo punto possiamo comprendere la differenza caratteristica ·intercedente tra materialismo storico e determinismo economico, che da molti si sogliono -erroneamente -identificare .. Il determinismo economico astrae un po' semplici– sticamente dal condizionamento dialettico e suppone: 1° che la genesi e lo sviluppo delle cosidette sopra– strutture ed ideologie (Stato, diritto, morale, scienza, filosofia, religione, etc.) derivino. esclusivamente e causabnente dall'economia; 2° che i fattori derivati non reagiscano mai sulla causa produttrice, il cui. sviluppo sarebbe autogenetico. Il materialismo storico, invece, la cui spina dor– sale è il processo dialettico e il rovesciamento della prassi, pur proclamando il predominio (non tempo– rale) dei rapporti economici• su tutti gli altri, am– mette la mutua dipendenza di tutte le svariate forme dell'attività, e afferma che queste si influenzano a vi,cen<la, reagiscono tra loro e rimbalzano i loro ef– fetti sul fondo economico. Non si tratta di semplice ~ipendenz.a causale, sibbene di reazione dialettica la quale non permette di derivare ·sic et simplicile'r le ideologie e le soprastrutture dall'economia. L'ideo: logia non è mero riflesso; ha pure una sua vita au– tonoma e diventa causa operante nelle vicende sto– riche. Per questa unità e reciprocità d'azione, ·l'effetto si trasforma in causa, la. prassi si rovescia e reagisce coi suoi risultati sul proprio sviluppo successivo. Il materialismo storico, quindi, mentre non esclude che, nella comune inter<lipendenza, i rapporti econo– mici costituiscano quasi il filo rosso, che attraversa tutta la storia e ne guida l'intendimento, riconosce l'efficacia rinnovatrice e rivoluzionaria delle ideolo– gi-e, sopratutto dell'ideologia etico-giuridica, e, impli-

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