Critica Sociale - XXII - n.10-11 - 16 mag.-1 giu. 1912
172 CRITICA SOCIALE teleologica, atta a porsi delle mète da raggiungere e a scegliere le vie, che ad esse possano condurre. In tal modo si compie la traiettoria dalla soggezione al dominio dell'ambiente fisico, si effettua il famoso passaggio dal regno della necessità a q.uello della li– bertà, che sarà poi il regno dell'umanità consociata e del socialismo. Quale profonda differenza tra questa concezione engelsiana, per cui l'uomo è una forza attiva di trasformaziÒne dell'ambiente, e il sensismo materialistico o l'empirismo lockiano, per cui l'uomo non è che passivo rispecchiamento del mondo este– riore! L'Engels, pertanto, non può essere annoverato tra i filosofi materialistici; e l'aver posto in luce ciò, come l'aver dimostrato la stretta connessione che esiste tra la filosofia di Feuerbach e il comunismo critico, è uno dei precipui meriti del Saggio del Mondolfo. *** Discusso, brevemente ma lucidamente, il problema gnoseologico e mostrato come, per Engels, conoscenza e attività pratica (prassi) si compenetrino, si sup– pongano reciprocamente, di guisa che noi conosciamo operando, ·e, conoscendo, agiamo; il Mondolfo affronta l'ardua questione che cosa sia la dialettica -e in che rapporti stia col· divenire della storia. La dialettica, in Marx e Engels (.Io notava acuta– mente anche Antonio Labriola), è ben diversa dalla teoria formale del pensiero astratto, da quella, che di solito si designa col nome di logica concettuale e formalistica; la dialettica è, per una ·parte, la legge universale dello sviluppo storico; per l'altra, la scienza di questa legge di sviluppo, il metodo, che solo ci con– sente di cogliere la realtà nella sua concretezza. Il materialismo -storico non si comprende rettamente se non allorquando si è capito che cosa sia la dialet– tica. La dialettica è il ritmo del pensiero e della realtà, che diviene, mediante opposizione. Essa è la condi– zione s,ine -qua non della stessa comprensibilità del– l'esperienza interna ,ed esterna, dei fatti naturali e dei procedimenti del pensiero. Per la dialettica, il processo di sviluppo ci risulta come uno spiegamento progressivo di opposizioni, il divenire come sintesi dell'essere e del non essere, di determinazioni e ne– gazioni, che non distruggono l'antecedente, in cui si • inseriscono, ma inverano ciò çhe negano. La sintesi di queste déterminazioni e negazioni dialettiche è la r•ealtà storica. Così intesa, la dialettica ha carattere intimamente· rivoluzionario e dinamico; nella storia ogni momento è una fase transitoria, per quanto necessaria. Ma, per condurre coerentemente al radicalismo rivoluzio– nario, essa deve -essere trasportata dal campo dell'idea assoluta (ove permarie col panlogismo hegeliano) a quello della esperienza sociale, ed essere associata ad un elemento volitivo, passionale, sentimentale, che manca nella filosofia di Hegel. Questo elemento Marx ed Engels trassero dalla fi– losofia di Luigi Feuerbach, che esercitò un'influenza profonda sui fondatori del comunismo critico e rap– presentò l'anello di congiunzione tra Hegel e il ma– terialismo storico. Secondo il F,euerbach, la realtà dell'uomo si iden– tifica con la realtà dei suoi bisogni, teoretici e pra– tici, rampollanti di continuo dal rapporto con la na– tura, si che ogni limitazione ed imperfezione genera l'impulso all'attività del pensiero e dell'azione esterna. Nel bisogno e nell'impulso sta la vera realtà dell'uo- mo, perchè in essi sta il principio della prassi. Una esistenza senza bisogni è un'esistenza superflua. Chi non ha bisogni non ha neppur bisogno di esistere; che esista o no, è lo stesso, per lui come per gli altri. Il sistema dei bisogni non è, pel Feuerbach, soltanto un fatto naturale, ma anche un processC> sociale e storico. I bisogni non appjj.rtengono soltanto all'uomo come individuo, rria più ancora all'umànità intesa CO· me collettività sociale, che ha uno sviluppo storico. La loro soddisfazione graduale, che è sempre punto di partenza di limiti ulteriori e di bisogni nuovi, non si opera per l'attività del singolo, ma per quella col– lettiva dell'umanità. Bisogni teoretici e pratici nella · loro progressività infinita trascendono -i limiti della ristretta esistenza e capacità individuale; trovano un campo sufficiente al loro spie,gamento soltanto nel- l'indefinito processo della vita dell'umanità. . Questi principii feuerbacchiani erano ottimi; tutta– via, per Marx e Engels, erano troppo indeterminati, astratti, antistorici. li bisogno e l'uomo restavano in Feuerbach concetti astratti, buoni per tutti i tempi, . per tutti i popoli, per tutte le condizioni; essi non potevano essere fecondi di applicazioni pratiche fin– tantochè restavano avulsi dalla realtà concreta dello sviluppo storico. . Su questo punto si determinò pertanto l'oppoi,izione del Marx e dell'E.ngels contro ·il Feuerbach, e questa opposizione radicava la sua ragion d'essere in una molteplicità di el~menti: l'influenza dei cosidetti uto– pisti con la loro critica di una società concreta e de– terminata, la società borghese; l'insegnamento storico dei moti di classe, che s'andavan destando in Europ-i nel terzo e quarto dece.nnio del secolo scorso; lo stu– dio dell'economia e delle condizioni della classe ope– raia specialmente in Inghilterra, ove erano scoppiati i moti dei cartisti; la partecipazione attiva a parecchie di queste lotte di classe. Tutti questi elementi, teorici e pratici, innestati sulla fondamentale filosofia hege– liana e modellati sul sistema dei bisogni di Feuerbach, condussero alla formulazione completa del materiali– smo storico. -A Il quale materialismo storico è una denominazi-0ne molto imperfetta di una sintesi dialettica, che col materialismo ha ben poco da vedere. Meglio sarebbe chiamarla concezione critico-pratica della storia, co– me suggerisce ,it Mondolfo nella parte centrale del suo libro, ove mostra minutamente, sulla base diretta delle fonti, ç:ome essa si sia venuta· formando nella mente di Marx e di Engels attraverso le diverse fasi di sviluppo intercedenti fra il pensiero di Hegel e il Manifesto dei Comunisti. Non possiamo certamente seguire l'autore in que– ste sue ricerche e dimostrazioni; tuttavia, siccome in– torno al materialismo storico sono cresciute molte interpretazioni grossolane, arbitrarie od erronee, ci preme osservare che il Mondolfo prova chiaramente ed esaurientemente comè la concezione critica della storia sia ben lontana da ogni meccanicismo fatalisti– co, pèl·quale le rivoluzioni economiche (e, quindi, po– litico-sociali) si compiono per necessità ineluttabile ed estravolontaria. P-er converso, nel ritmo dialet– tico dei procedimenti economici, la funzione precipua è riserbata alla coscienza e alla volontà degli uo– mini, alle energie volitive, che dalla sofferenza sono stimolate, e, dalla intelligenza dei mali e delle loro cause, consapevolmente agiscono secondo un fine de:
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